Bahia

Introduzione

Case colorate di Bahia “São Salvador da Bahia de Todos os Santos” (San Salvatore della Baia di Tutti i Santi) è il nome completo della città capitale dello stato di Bahia, in Brasile, Sudamerica. Si trova al nordest del Brasile, sull’oceano Atlantico in una penisola che si affaccia sulla baia da cui prende il nome.
Sita nella micro-regione dallo stesso nome, Salvador è una metropoli di oltre 2,6 milioni di abitanti, la terza più popolosa del Brasile e l’ottava dell’America Latina. La sua area metropolitana, chiamata "Grande Salvador", presenta 3.574.804 abitanti. La superficie del municipio di Salvador è di 706.8 km² . Le coordinate geografiche, a partire del marchio della fondazione della città nella Fortaleza de Santo Antônio, sono 12° 58' 16'' sud e 38° 30' 39'' ovest.
Salvador che è anche il centro economico dello stato di Bahia, presenta un grande porto per l’esportazione ed è anche un forte centro industriale, amministrativo e turistico.
La maggior parte della popolazione di Salvador è nera o meticcia. Secondo dati divulgati per il PNAD del 2005, nell’area metropolitana di Salvador, il 54,9% della popolazione è meticcio, il 26% nero, il 18,3% bianco e il 0,7% giallo o indigeno. Uno studio genetico realizzato sulla popolazione di Salvador ha confermato che il maggiore contributo genetico della città è quello africano (49,2%), seguito dall’europeo (36,3%) e dall’indigeno (14,5%)..
Salvador è un eccellente esempio di Urbanistica del Rinascimento Coloniale, presentando una città superiore di natura difensiva, amministrativa e residenziale, che si affaccia sulla città bassa dove le attività commerciali ruotano intorno al porto.
Abitanti di Bahia Salvador de Bahia è stata la prima capitale del Brasile, dal 1549 fino al 1763, quando fu sostituita da Rio de Janeiro e poi da Brasilia. Fu edificata nel 1549 e conserva un affascinante centro storico caratterizzato dalla presenza di un numero straordinario di edifici coloniali. Il centro storico di Bahia è stato curato e mantenuto molto bene nel corso degli anni, ed è uno dei centri storici meglio conservati di tutto il continente americano. Questo ha determinato il suo inserimento nella lista dei siti Unesco, Patrimonio dell’Umanità. Come prima capitale del Brasile, Bahia fu testimone del miscuglio culturale ed etnico tra Europei, Africani e Amerindi, e fu sede del primo mercato di schiavi del Nuovo Mondo dal 1558 in poi. La popolazione attuale di Bahia riflette la mescolanza di queste tre etnie e, come già detto, la maggior parte dei suoi abitanti sono di colore.


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Scoperta e storia

Schiavi

Salvador de Bahia e le sue aree circostanti erano abitate dagli indios da tempi immemorabili. Essi vissero indisturbati fino al 1510, quando una nave francese naufragò nella baia e tutto l’equipaggio si vi stabilì definitivamente. Per molto tempo la popolazione di europei rimase limitata a poche persone.
Nel 1530, fu conferita la prima concessione della Capitaneria di Bahia, da parte del Re del Portogallo, a Francisco Pereira Courtinho. Questo personaggio fu odiato dagli indios per la sua arroganza e crudeltà. Il disagio degli indigeni fece scoppiare diverse rivolte e, durante una di queste, Francisco Pereira Courtinho, fuggendo dagli indigeni fu fermato da una tormenta in mare che lo obbligò ad approdare in spiaggia, dove fu catturato, ucciso e mangiato dagli indigeni in un festino antropofago. Il 29 Marzo del 1549 arrivò Tomé de Sousa con sei navi e più di mille persone, con l’ordine dal Re del Portogallo di fondare una città-fortezza chiamata “di San Salvador” che fungesse da capitale del Brasile. Cosi nacque “San Salvador de Bahia”, città e capitale del Brasile dal giorno della sua fondazione. Dopo de Sousa venne Duarte da Costa come governatore del Brasile. Poi fu incaricato Mem de Sa, fino al 1572, che favorì il grande sviluppo di San Salvador de Bahia.
Più tardi, diverse ondate di olandesi immigranti invasero Bahia nel 1598, 1624 - 1625 e 1638.
La città “del Salvador de Bahia de Todos os Santos” fu la capitale e sede dell’amministrazione coloniale del Brasile fino al 1763.
Nel 1798 avvenne la rivolta degli Alfieri che si originò in Salvador e diventò un fenomeno nazionale. Fu messa in atto, sia dai più poveri e dagli schiavi in lotta per la loro liberazione, che da intellettuali liberali. Nel 1835, dopo un momento di stabilità, ci fu la “Rivolta dos Mâles”, messa in atto dagli schiavi musulmani che volevano eliminare i bianchi, il cattolicesimo e imporre un regime musulmano. Fu molto violenta. Anch’essa, nata a Salvador di Bahia, si diffuse immediatamente lungo tutto il Brasile. Rapidamente controllata, originò reazioni ufficiali contro gli schiavi, che in quel periodo persero la libertà di circolare di notte e di praticare i riti musulmani. Darwin visitò Salvador de Bahia prima e subito dopo la Rivolta dos Mâles.

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Evoluzione del rapporto uomo-ambiente

Prima della “domesticazione” delle specie vegetali, cioè prima dell’agricoltura e del Neolitico, gran parte della Terra era ricoperta di foreste e di praterie, dove gli ecosistemi avevano il loro equilibrio naturale. L’agricoltura diede inizio all'abbattimento delle foreste per dare spazio alle colture e il legno abbattuto servì per costruire abitazioni, piccole barche e per accendere fuochi.
Nel Neolitico, l'uomo percepiva la natura come un pericolo mortale. Le foreste costituivano anche un ostacolo alle comunicazioni. Già in epoca romana i boschi mediterranei erano state distrutti in gran parte. I boschi di pini marittimi e le foreste di cedro con cui i Fenici avevano costruito le loro navi erano quasi scomparsi in Italia.
Il taglio della foresta Atlantica attorno a Bahia ebbe la stessa origine di quasi tutte le altre foreste del Mondo: prima l’agricoltura, poi l’utilizzazione del legno nella costruzione, di seguito l’esportazione verso i paesi europei, che come abbiamo già visto, avevano esaurito già dai tempi dei romani le loro foreste. Così cominciò il disequilibrio ecologico della città di Bahia che fino al 1839 visse in piena armonia con la foresta.
La popolazione di Bahia crebbe con l’aumento della produzione di alimenti e con l'ampliamento delle possibilità di lavoro nelle diverse industrie che si erano sviluppate nella città.
Secondo Malthus, il benessere economico provoca l’aumento della popolazione e i centri abitati crescono, questo incremento della popolazione comporta l’aumento della produzione di risorse alimentari, che produce un successivo aumento della popolazione e cosi via. Si genera cosi un disequilibrio tra produzione e consumo che raggiunge sempre un punto dove le risorse prodotte non bastano a coprire la domanda alimentare della popolazione e si installa il disequilibrio economico e sociale.
La città che Darwin incontrò in armonia con la natura, che non solo la circondava ma occupava spazi anche nelle zone abitate, prese il sopravvento sulla foresta, e in meno di duecento anni la fece diminuire in maniera allarmante.

La città di Bahia oggi
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Darwin e Bahia

Bahia Darwin, nel suo viaggio intorno al mondo, si fermò due volte nella bellissima baia che ha dato il nome alla città, cioè nel febbraio 1832, durante il viaggio di andata, e nell’agosto del 1836, in attesa di intraprendere la traversata di ritorno verso l’Inghilterra, un po’ prima e subito dopo rivolta degli schiavi musulmani.

Nel suo primo approccio, il 29 Febbraio del 1832, Darwin descrisse Salvador de Bahia come “un posto incantevole”. La vegetazione rigogliosa sedusse la sua attenzione, mentre la bellezza dei prati, la novità delle piante parassitarie, la varietà dei fiori e i loro colori vivaci, il verde intenso e lucente del fogliame impressionarono profondamente lo spirito di questo naturalista eccezionale. Notò quel silenzio non silente della foresta tropicale, popolato dal rumore degli insetti che

«poteva udirsi perfino da una nave ancorata a diverse centinaia di metri dalla riva».

Nel suo girovagare solitario nella foresta fu sorpreso da un temporale tropicale e cercò riparo

«sotto un albero cosi folto che una normale pioggia inglese non vi sarebbe mai penetrata, ma qui in qualche minuto un piccolo torrente scorreva lungo il tronco. È a questa violenza delle precipitazioni che dobbiamo attribuire il verde presente sulla parte inferiore degli alberi più fitti…».

scrisse nel suo diario. Quattro anni dopo, durante il suo secondo approdo a Bahia, Darwin vi soggiornò quattro giorni e scrisse:

«il paese può essere descritto come una pianura livellata alta circa 100 metri, che è stata erosa in valli dal fondo piatto in diversi punti”… “Tutta la superficie è coperta da varie specie di alberi maestosi, interrotti da spazi di terreno coltivato, in mezzo al quale sorgono case, conventi e cappelle”… “ sotto i tropici la selvaggia bellezza della natura non svanisce neppure in vicinanza delle grandi città”… “perché la vegetazione naturale supera quanto ad effetto pittoresco l’opera artificiale dell’uomo».

Prima di partire da Bahia, di ritorno verso l’Inghilterra Darwin disse:

«la terra là è una grande, selvaggia, disadorna, lussureggiante serra, fatta dalla Natura per se stessa, ma di cui l’uomo si è impadronito, riempiendola di allegre abitazioni e di giardini maestosi».

Insomma, descrisse Bahia e i suoi dintorni come una zona di lussureggiante vegetazione dove c’era un ottimo equilibrio tra uomo e natura.
Questo equilibrio uomo/natura trovato da Darwin nel lontano 1836 è molto distante dalla situazione attuale.

La città di Bahia oggi
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La natura oggi

Oggi, la foresta brasiliana è nota per l’altissima biodiversità che caratterizza il suo ecosistema. Al suo interno, sono state identificate due zone di fortissimo endemismo chiamate “refugium”, che sono in pericolo di essere invase e distrutte. Uno di questi “refugia” si trova nella zona di Bahia: il Bioma della foresta Atlantica.

- Che cosa è la foresta Atlantica?
È quello che a volte è chiamata “Mata Atlantica”.È una foresta che si estende su tutta la costa atlantica del Brasile e arriva fino al Paraguay e l’Argentina.

- Come si sono formati questi “refugia” e che cosa sono?
Nel tardo Pleistocene, durante le diverse ere glaciali, la parte sud della foresta Atlantica fu relativamente instabile in confronto alla regione centrale della stessa, cioè la zona di Bahia; quest’ultima servì da rifugio climatico per tante specie neotropicali fuggite dall’instabilità di altre zone della foresta Atlantica, dando origine all’altissima diversità specifica e al forte endemismo che caratterizzano ancora oggi il Bioma della foresta Atlantica, che si trova proprio a Bahia. Da qui la sua importanza.

La biodiversità rappresenta un elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema Terra. Questo impone la priorità della conservazione della foresta che circonda Bahia e che forma il Bioma della foresta Atlantica. La protezione di questo ecosistema e lo studio della sua evoluzione dal Pleistocene in poi, permetterà di capire meglio i meccanismi che producono l’elevato endemismo di questo ecosistema e, di conseguenza, consentirà di stabilire un approccio efficace per la protezione e la conservazione della biodiversità di Bahia e di altre regioni simili. La foresta Atlantica è stata fortemente deforestata negli ultimi 500 anni. Oggi resta meno dell’8% della superficie che esisteva 500 anni fa. La Mappa vegetazione 1900-2005figura mostra la diminuzione della foresta atlantica solo negli ultimi 100 anni. Mappa vegetazione 1900-2005 Darwin nel 1836, lasciò sicuramente dietro di sé una foresta più estesa di quella che mostra il grafico per il 1900. Malgrado lo stato di degrado e la ridotta superficie della foresta Atlantica attuale, la diversità biologica che presenta è dello stesso rango e importanza di quella della foresta Amazzonica, non solo per la varietà di specie, ma anche perché, secondo alcuni autori, nel Pleistocene queste due foreste erano collegate, tanto da sostenere che le faune Atlantiche ed Amazzoniche sono geneticamente correlate. Questo è un fatto importantissimo dal punto di vista biologico.
La situazione attuale della foresta Atlantica si riassume in dati allarmanti: la deforestazione e il commercio illegale di animali autoctoni ed endemici hanno provocato danni enormi sulle specie del Brasile negli ultimi 20 anni. La lista degli animali in pericolo di estinzione nel 2010 è formata da 627 specie, 288% superiore alle 218 specie che formavano la lista nel 1989. Il 64% di queste specie abitano nella foresta Atlantica. Nel Brasile, più di 600.877 km2 di foresta sono stati distrutti dal 1970 in poi.
Darwin sarebbe sicuramente allarmato dalla situazione attuale e pronosticherebbe uno scenario catastrofico per le generazioni a venire. La deforestazione ha comportato un deterioramento delle condizione ambientali nella foresta Atlantica molto più forte di quello previsto come conseguenza del cambio climatico, a testimonianza che l’impatto dell’uomo si sta rivelando molto più nocivo per la Natura che l’impatto dei fattori climatici.
Un periodo geologico rappresenta un cortissimo intervallo di tempo rispetto all'intera storia del pianeta Terra. Il periodo geologico che stiamo vivendo in questo momento viene chiamato Antropocene da scienziati di diverse discipline che studiano il Sistema Terra, proprio per caratterizzare il ruolo preminente che ha svolto la presenza antropica nelle smisurate modificazioni e anche nella distruzione di alcuni sistemi naturali, soprattutto dalla Rivoluzione Industriale ad oggi.
Vista l’importanza dell’ecosistema esistente nel Bioma della foresta Atlantica, la protezione della biodiversità nella zona di Bahia diventa un obbligo sotto la responsabilità dell’uomo. Come si è visto prima, i dati indicano che l’impatto antropico è più forte di quello provocato dai cambiamenti climatici sulla foresta. Per fare un’analisi obiettiva bisogna:
a) prendere in considerazione l’insieme dei fattori antropici che hanno portato la foresta Atlantica allo stato attuale e integrarli con l’impatto dei cambiamenti climatici naturali avvenuti fino ad oggi;
b) valutare le conseguenze dell’attività umana oggigiorno ed in più le conseguenze del cambiamento climatico globale in atto in questo periodo interglaciale;
c) fare una proiezione per i prossimi 100 - 200 anni, per poter trovare un sistema efficace di protezione e salvaguarda di questo “refugium”, che altrimenti verrebbe perso irrimediabilmente.

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Economia

L’economia del Brasile oggi è una delle più forti del Sudamerica. Alla fine del secolo XVII, la provincia di Bahia era già la maggiore esportatrice di zucchero del Brasile, essendo questo il prodotto più esportato da tutta la colonia brasiliana.
Lo stato di Bahia oggi presenta una delle più importanti produzioni agricole del Brasile, frutto della terra che un tempo era coperta dalla foresta vergine.
Oggigiorno, Bahia è il più forte produttore di cacao, sisal, ricino, cocco, fagioli e manioca; solo questi due ultimi prodotti sono utilizzati per il consumo locale piuttosto che per l’esportazione.
Piante di cacao (fonte:http://en.wikipedia.org/wiki/File:Matadecacao.jpg)</a> La sua enorme produzione di cacao fa sì che Bahia sia il principale esportatore di cacao di tutto il Brasile. Ma anche le piantagioni di soia e di riso cominciano a essere rilevanti. Non solo, nel 2009 Bahia fu il secondo stato produttore ed esportatore di frutta fresca del Brasile (6.4 milioni di tonnellate / 156.3 milioni di US$). Lo stato di Bahia è uno degli stati più importanti per economia del Brasile.
Un altro fattore prioritario nell’economia bahiana è l’allevamento di bovini, che occupa il sesto posto nella graduatoria della produzione nazionale. L’allevamento di caprini risulta anche esso di una entità rilevante rispetto al resto del Brasile.
Le caratteristiche geologiche della zona di Bahia la portano al quarto posto della produzione nazionale di prodotti minerali. Ci sono riserve importanti di petrolio, e l’estrazione di oro, rame, magnesio, cromo, salgemma, bario, manganese, piombo e talco presenta una elevata importanza nell’economia del Brasile.
In conseguenza a tutte queste attività di produzione petrolifera, mineraria, agricola e di allevamento, lo sviluppo industriale di Bahia è stato ineluttabile e presenta una notevole importanza nell’economia dello stato brasiliano, mettendo in rilievo la petrolchimica, la chimica, l’agroindustria e l’industria automobilistica. Non per niente il Brasile contende con l’Italia il 7° posto tra i paesi più industrializzati.
Un altro fattore molto importante nell’economia bahiana è il turismo. Le sue bellezze naturali e la diversità dei suoi paesaggi, la ricchezza culturale e il ricco folklore di Bahia attirano l’interesse dei turisti, trasformandola in una delle destinazioni più ricercate.
Lo sviluppo dell’industria turistica è molto organizzato. Esistono diversi enti statali adibiti a dinamizzare ed incentivare l’attività turistica nella zona. Questi enti si occupano della gestione e della promozione del turismo nazionale e internazionale, e suddividono Bahia in Zone Turistiche definite in funzione alle loro potenzialità naturali, culturali e storiche.
La baia che racchiudeva quella città circondata dalla foresta, chiamata Salvador de Bahia all’arrivo di Darwin, racchiude adesso una metropoli contemporanea vera e propria, con una popolazione di circa 4 milioni di persone, e presenta una capacità industriale molto sviluppata e una produttività altissima in relazione alla media del Brasile, ed è anche una delle mete turistiche più visitate per la sua storia e il suo folklore.
Ma il Brasile, anche se è l’ottava potenza mondiale, presenta attualmente una società che mostra delle disuguaglianze elevatissime. Infatti, stime dell’IPEA (Istituto Brasiliano di Ricerca Economica Applicata) rivelano che il 33% della popolazione (circa 51 milioni di persone) vive al di sotto della soglia di povertà, e di questi, circa 10 milioni dispone soltanto un dollaro al giorno per la sopravvivenza.
Tipica favelas di Bahia La disuguaglianza tra le varie categorie sociali è molto evidente sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Questa disuguaglianza è molto più evidente nel Nord Est del paese, soprattutto nello Stato di Bahia.Salvador è la capitale dello stato di Bahia, con circa 4.000.000 di abitanti ed ha un deficit di 150.000 abitazioni, fatto che costringe migliaia di famiglie a vivere per la strada, senza fissa dimora.
L’incremento demografico degli ultimi dieci anni ha portato alla formazione di agglomerati sub-urbani chiamati “favelas” dove la qualità della vita è miserrima.
In queste favelas i bambini e gli adolescenti sono molto più numerosi degli adulti, e sono esposti a molti rischi nel loro girovagare per le strade di Bahia, dove spadroneggiano droga, prostituzione e violenza.
A Bahia persistono anche gravi violazioni dei diritti dei minori. Molti di essi sono costretti a lavorare dall’età di cinque anni, altri a percorrere la via dello sfruttamento sessuale ed i meno fortunati finiscono vittime degli squadroni della morte (16.550 bambini uccisi negli ultimi cinque anni ).
Lo sviluppo dello stato di Bahia è basato sulla produzione di prodotti destinati all'esportazione, soprattutto cacao, e anche se l’economia dello stato di Bahia è la sesta economia del Brasile, questo tipo di economia non è in grado di coprire i bisogni locali, provocando carenze economiche e sociali, che sommergono una gran parte della popolazione nella miseria. Quindi si ritrova Malthus: la produzione non arriva a soddisfare i bisogni della popolazione cresciuta sproporzionatamente come conseguenza del benessere economico.

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Conclusioni

Immaginiamo un Terzo viaggio di Darwin a Bahia
In un terzo viaggio a Salvador de Bahia, Darwin avrebbe trovato enormi cambiamenti nella città visitata quasi duecento anni prima, a cominciare dall’estensione della foresta attorno a Bahia, la foresta Atlantica.
Qui la foresta si è ridotta dal 92% negli ultimi 500 anni e, sicuramente, di oltre il 40% da quando Darwin mise piede nei suoi umidi e verdeggianti sentieri.
La riduzione della foresta significa la riduzione della fauna e della flora locale, non solo nel numero d’individui ma, come abbiamo visto prima, anche nel numero delle specie presenti, cosa che è molto più grave. La sparizione di diverse specie ha comportato la diminuzione della diversità specifica, elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema Terra.
La deforestazione e la diminuzione della biodiversità sarebbero le prime enormi differenze osservate da Darwin, sicuramente con molta tristezza, nel suo nuovo eventuale viaggio.
Vedendo i campi coltivati nei luoghi dove prima verdeggiava la foresta rigogliosa, Darwin si sarebbe allarmato, ma avrebbe sicuramente capito la causa della deforestazione: a malincuore avrebbe compreso come le popolazioni aumentano e devono mangiare, e per mangiare devono coltivare.
Darwin sarebbe rimasto molto impressionato dall’aumento della popolazione di Bahia. Si sarebbe meravigliato e anche compiaciuto dal fatto che non ci sono più schiavi a Bahia! Sarebbe contento di vedere che tutto è cambiato da quella seconda volta che vi approdò, dopo la rivolta degli schiavi musulmani, con tutta la repressione che seguì questo evento. La schiavitù fu una delle cose che impressionò più negativamente Darwin nel suo viaggio a Bahia.
I colori della pelle del bahiano l’avrebbe sicuramente fatto pensare con tanto piacere che gli schiavi e i loro ex-padroni hanno procreato insieme diverse generazioni, dando origine al meticcio, creolo, mulatto, zambo, in relazione alle etnie dei genitori, in libertà e uguaglianza.
Forse questo fatto avrebbe svegliato in lui un interesse speciale sull’evoluzione della specie umana che, contrariamente a quello che aveva probabilmente dato per scontato nella sua epoca (il bianco aveva la preferenza anche per l’evoluzione), avanza evidentemente verso un inevitabile miscuglio, dove il colore di pelle bianco puro praticamente scompare lentamente, dando luogo ad un’ampia varietà di sfumature di pelle dal quasi bianco al quasi nero, con il colore più comune rappresentato dal marrone chiaro, con occhi chiari o nocciola, e un viso dai tratti caucasici o africani, come si osserva non solo nella popolazione di Bahia ma in tutto il Sudamerica.
Forse tra altri duecento anni, in un quarto viaggio, Darwin osserverebbe che in tutta Europa e anche nella sua Inghilterra, il colore più comune sarebbe quello di pelle mate, caratteristica del meticcio, e non più la pelle bianca tipica dell’europeo.

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