I miei impegni
Alla luce delle considerazioni raccolte nel programma e proposte alla riflessione comune, pensando a voi che operate presso le sedi diffuse vorrei dire che punto…
- al consolidamento dei rapporti con gli Enti e le Istituzioni presenti nelle sedi diffuse, chiedendo loro garanzie per una continuità di impegno a sostenere la presenza dell’Università di Trieste sui loro territori;
- a valorizzare maggiormente e rendere più visibili anche a livello nazionale e internazionale le attività svolte dall’Università di Trieste che creano valore pubblico per le comunità locali;
- a rendere maggiormente evidenti la qualità della formazione e l’impatto generato dalla ricerca e dalla terza missione sui territori, per qualificare il nostro Ateneo giuliano il come principale interlocutore accademico di riferimento per gli Enti locali;
- ad innalzare la qualità dei servizi disponibili nelle sedi diffuse e a sviluppare quelli di cui si sente l’esigenza – in particolare a Gorizia –, per renderle più attrattive sia per chi le frequenta per studio e lavoro che per la cittadinanza.
Per chi desidera approfondire
L’Università di Trieste promuove le sinergie con il territorio contribuendo concretamente alla crescita dei contesti in cui è presente con sedi diffuse (a Gorizia, Pordenone e Portogruaro), attraverso la specializzazione di queste per l’offerta formativa lì presente. Grazie, inoltre, alle attività di ricerca e di impegno sociale avviate con progetti condivisi con gli Enti e le istituzioni locali, l’Ateneo supporta la coesione e la crescita delle comunità locali, creando valore e misurandosi con la presenza di altri Atenei.
Nelle sedi di Pordenone e di Portogruaro, le attività formative e di supporto a queste (biblioteche, spazi per docenti, tutor e RAFP) sono ospitate in spazi non di proprietà dell’Ateneo; la gestione di gran parte dei servizi avviene sulla base di accordi stipulati con i locali Consorzi e Fondazioni che supportano, inoltre, diverse attività promosse dagli studenti e dalle loro associazioni, e da docenti (con finanziamenti per ricerca e didattica). Questi accordi, al momento del rinnovo, andranno rinegoziati per garantire l’equilibrio degli impegni reciproci e la continuità nel tempo di adeguate risorse. Il presidio di questi impegni, e soprattutto l’ascolto delle richieste provenienti dai diversi contesti, così come la capacità di captare esigenze ancora non espresse, o di stimolare il trasferimento della conoscenza e lo sviluppo delle vocazioni dei territori, è un dovere da assumere e una missione dell’Ateneo da sostenere con costanza e da rendere visibile alle comunità locali. Ciò può avvenire agevolmente attraverso l’individuazione di referenti dell’Università di Trieste che avranno il compito di mantenere viva la cura dei rapporti con Enti ed Istituzioni locali, che al loro volta troveranno in loro, oltre che nella Rettrice, validi e qualificati interlocutori.
La sede di Gorizia, ospitata in un complesso di proprietà dell’Ateneo, merita un particolare approfondimento per un delicato equilibrio che caratterizza i suoi rapporti con gli Enti locali e con l’Università di Udine – pure presente a Gorizia con una sua sede distaccata –, nonché una maggiore attenzione per il livello delle problematiche riscontrate da studenti e personale che la frequentano con maggiore assiduità, e per un diversificato impegno da parte dei principali Enti finanziatori.
Per quanto riguarda il supporto alle attività didattiche e di ricerca connesse con l’offerta formativa attivata presso la sede di Gorizia, fondamentale è lavorare per il mantenimento e il consolidamento dell’impegno assunto dalla Fondazione CA.RI.GO. nel cui Consiglio di Indirizzo l’Università di Trieste è presente con una figura istituzionale. È altresì importante presidiare il rapporto con il Consorzio per lo Sviluppo del Polo Universitario di Gorizia, rafforzando la capacità negoziale – soprattutto per la quota dei fondi destinati dal Consorzio – e la qualità dei servizi direttamente gestiti, che registrano negli ultimi anni un costante decremento. In particolare, i servizi non sempre risultano all’altezza delle aspettative e richiedono sistematici interventi di cofinanziamento da parte dell’Ateneo: attualmente questo rappresenta una forte criticità che va affrontata anche attraverso la diretta interlocuzione con la Regione FVG, principale fonte del finanziamento veicolato all’Università di Trieste attraverso il Consorzio.
Per quanto riguarda la gestione delle facility, mentre sul fronte dei servizi bibliotecari il polo di Gorizia si distingue per la ricchezza, la varietà, il prestigio e l’ampia opportunità di accesso alle collezioni presenti – che rappresentano un fattore di attrazione anche fuori Regione – le note più critiche riguardano la consistenza e l’adeguatezza degli spazi e dei servizi per gli studenti e per il personale che gravita sulla sede, e lo stato di manutenzione dell’edificio.
In particolare, la disponibilità di un più consistente servizio di segreteria didattica, la disponibilità di un servizio bar/ristoro di qualità, la garanzia della funzionalità dell’edificio e degli impianti sono gli elementi su cui si deve prioritariamente concentrare l’attenzione.
Una sfida particolare sarà far coesistere le opportunità del consumo dei pasti autogestiti in spazi/postazioni già presenti – che vanno mantenuti e incrementati, soprattutto all’esterno –, di quelli erogati da ARDISS con il servizio take-away o attraverso convenzioni da consolidare e allargare ad altri esercizi (la cui continuità si chiederà ad ARDISS di presidiare), di quelli acquistabili dai distributori automatici(di prossima sostituzione, con l’avvio della nuova concessione che ne prevede l’incremento), e di quelli accessibili a valle del riavvio di un servizio bar/ristoro, su cui si sta sviluppando una progettualità a forte impatto sociale, unica alternativa alla soluzione della concessione. La presenza di un servizio bar/ristoro è funzione della disponibilità di operatori disposti a svolgerlo a fronte di volumi di incasso limitati per limitatezza della massa critica dei potenziali consumatori: questo fattore ha determinato la chiusura dell’esercizio già presente fino ad una decina di anni fa e la difficoltà di riavviarlo alle condizioni di mercato, nonostante due gare effettuate per la concessione e che sono andate deserte per mancanza di operatori interessati. La via di una progettualità nel quadro delle iniziative di Impatto Pubblico e Sociale può rivelarsi particolarmente promettente proprio perché caratterizzata da una logica non di tipo meramente commerciale.
Per quanto riguarda la funzionalità dell’edificio, che sconta la carenza di controlli/interventi sistematici e periodici che non siano quelli richiesti per norma dai sistemi impiantistici, è necessaria una maggiore consapevolezza da parte dell’area tecnica dei forti disagi spesso lamentati dall’utenza (studenti e personale), a volte dovuti a piccoli guasti o mancate manutenzioni ordinarie, a volte frutto di carenze o forte degrado per manutenzioni straordinarie non programmate o ritardate. Tutti fattori da prendere in carico, cui destinare le dovute risorse in fase di programmazione di budget, da far coesistere con gli investimenti già deliberati per la rifunzionalizzazione del terzo e quattro piano dell’ala vecchia. Quest’ultimo intervento, la cui progettazione è stata già avviata e che verrà effettuato a valere sui fondi assicurati dalla LR2/2011 della Regione FVG, porterà alla disponibilità di ulteriori aule e spazi laboratoriali da mettere a disposizione dei Corsi di Studio presenti e rappresenteranno potenziali leve della loro maggiore attrattività.
Ritengo infine che una presenza consistente e visibile dell’Ateneo a Gorizia (con una squadra più nutrita di tecnici disponibile per controlli/monitoraggi/eventuali piccoli interventi da effettuare sul posto almeno un giorno a settimana, con il potenziamento del servizio di supporto informatico, con lo svolgimento di almeno due sedute all’anno dell’organo di governo CdA) contribuisca ad accorciare la distanza e mitigare fortemente il senso dell’essere periferia, spesso diffuso soprattutto tra chi opera in questa sede e che non ha stimolo – né incentivo – ad agire con proattività.