Servizio Prevenzione Protezione

Ultimo aggiornamento contenuto: 18.11.2015 16:12:33

IL SOCCORSO

Una domanda che potremmo legittimamente porci è: ma per quale motivo dovrei saperne di primo soccorso? Magari sto studiando una cosa diversa Giurisprudenza a Economia il mio interesse potrebbe essere diverso, potrei lasciare questi interventi a chi lo fa per lavoro. In realtà dobbiamo partire da un presupposto, potremmo trovarci di fronte ad una situazione che è un’emergenza in cui la persona ha bisogno immediatamente di un soccorso, chiamo il 118 però il tempo di arrivo del 118 è comunque quantificabile in minuti: 5,6, 10 a volte 15 minuti; in questi casi io sarei l’unica persona presente su quella scena e ci sono situazioni in cui gli interventi compiuti o non compiuti nei primi minuti sono veramente fondamentali. Potremmo avere difficoltà a raggiungere il 118, magari ci troviamo in una zona non coperta dai telefonini, per cui non siamo in linea con un operatore qualificato. Oppure semplicemente siamo in linea, l’operatore è in grado di fornirci indicazioni di cui ha bisogno, però siamo noi presenti, siamo noi a doverle dare all’operatore. Come potete capire è veramente fondamentale avere delle nozioni di base su questo argomento. Da dove comincio in una situazione di bisogno, soccorso a seguito di un malore o ad esempio di un infortunio? Ricordiamoci che la prima valutazione che va fatta non è tanto sulla persona ma è sulla scena sul contesto, in cui è avvenuto. Per esempio ci troviamo davanti all’università, c’è un incidente stradale, il nostro primo pensiero potrebbe essere di correre dalla persona che è rimasta ferita e valutare le sue condizioni. La scelta non sempre è corretta perchè potrebbero arrivare altri veicoli e peggiorare il quadro iniziale, quindi in questa condizione il mio primo pensiero sarà di bloccare il traffico, quindi pensare alla sicurezza della scena. Altro esempio, ci troviamo in laboratorio: una persona si sente male ad esempio a seguito di esalazioni di gas tossici, dobbiamo capire che avvicinarsi in quel momento può essere un pericolo anche per noi stessi. Quindi la prima manovra, la prima valutazione che dovete fare come soccorritore non è sulla persona ma sull’ambiente in cui è avvenuto e deve farsi una domanda: ci sono ancora presenti pericoli per me o per la persona o per i soccorritori? Questo è il punto centrale, se la condizione non si presenta pericolosa possiamo avvicinarci e valutare una serie di parametri. Quali parametri? Bè, i parametri dipendono da quello che è successo, dovremmo valutare la scena o comunque abbiamo assistito al fatto. L’operatore come dicevamo ha bisogno di indicazioni, a volte molto banali sull’esempio quante persone sono coinvolte, sul posto in cui ci troviamo, sulla presenza di lesioni o meno, lo stato di incoscienza, il respiro tutte queste indicazioni saranno centrali, quindi noi potremmo assicurarci sicurezza e di riferire tutta una serie di indicazioni, in qualche caso potrebbe essere fondamentale anche fare degli interventi. Per esempio se ci troviamo di fronte ad arresto cardiaco è veramente importante che il massaggio inizi il prima possibile, questo è il caso in cui delle manovre vanno compiute, qui ovviamente la nostra capacità di farlo o meno determinerà molto spesso addirittura la possibilità alla persona di rimanere in vita. Quindi come capite non conoscere il primo soccorso può rendere addirittura pericoloso il nostro intervento. Le cose che dobbiamo sapere sono sì cosa fare ma altrettanto importante sapere cosa non fare. Un ragazzo è caduto in motorino, ha il casco sapere che quel casco non va assolutamente rimosso è veramente una cosa centrale. Quindi ricordiamoci sempre che l’intervento è in primis finalizzato a non peggiorare la situazione, questo è un aspetto veramente importante, ovviamente dobbiamo sapere cosa fare o non fare. Nel corso ci sono molte indicazioni teoriche, però molte capacità si acquisiscono con la pratica con la partecipazione ai corsi. Quindi è fondamentale che questi input che ricevete dal corso siano poi propedeutici per la partecipazione alle attività di primo soccorso anche più pratiche, quindi a dei corsi in cui ci vengono, nei fatti, proprio mostrate come vengono svolte certe manovre. Solo conoscenze teoriche adeguate e una buona pratica ci possono consentire di svolgere le attività in modo corretto.

Come comportarci di fronte a una persona che è o che sembra star male, la prima valutazione va fatta non sulla persona ma sul contesto in cui ci troviamo. Dobbiamo chiederci se ci sono eventuali pericoli o se posso avvicinarmi tranquillamente alla persona, dobbiamo ipotizzare la presenza di gas di vapori o di altri tipi di pericoli. La prima valutazione che va fatta è sulla coscienza della persona quindi mi avvicino al possibile infortunato lo chiamo e lo scuoto.

-Come stai? Mi senti? Come stai? Mi senti?

Ci avviciniamo bene e lo scuotiamo in modo tale che percepisca che stiamo chiamando proprio lui. Nel caso in cui la persona non ci dia un segno è importante allertare il soccorso.

-Aiutatemi c’è una persona che sta male

Chiamati i soccorso andiamo a valutare se la persona respira. Ora quando la persona respira da dei segnali, c’è movimento del torace, c’è l’uscita del fiato dalla bocca e c’è anche il rumore che fa il respiro. Per compiere questa operazione però dobbiamo aprire per bene il tubo dell’aria quindi dobbiamo fare un iper estensione del capo. Mi avvicino alla persona lo allineo, lo pongo in posizione supina, scopro il più possibile il torace iper estendo il capo e mi metto vicino alla bocca. Rimango in questa posizione per 10s, in questi secondi osservo eventuali movimenti del torace dell’addome e sento l’uscita dell’aria. Se la persona respira non può essere lasciata in questa posizione in quanto la lingua potrebbe occludere le vie aeree o ad esempio la persona potrebbe vomitare con gravi conseguenze, quindi nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi lo pongo in posizione laterale di sicurezza. Sposto il braccio in modo tale che non venga ostruito dal suo peso, prendo l’altro, vado a prenderlo bene sotto la spalla dopo di che lo ruoto al termine iper estendo il capo emetto la mano sotto. In questa posizione continuerò a monitorare i suoi parametri ed attenderò l’arrivo dei soccorsi.

TRAUMA E INCOSCIENZA

Una tra le situazioni sicuramente più complesse che possiamo trovarci ad affrontare vi è quella del politraumatizzato ad esempio una persona caduta dalla scala o ad esempio che ha subito un incidente stradale. In questo caso qual’è la sequenza di interventi da fare? Ricordiamoci prima di tutto di valutare la scena in cui è avvenuto, quindi la presenza di eventuali pericoli. Per esempio una persona caduta dalle scale: potrebbero esserci dei carichi sospesi o degli oggetti che potrebbero ulteriormente cadere sulla persona provocando altri danni. Quindi la nostra prima occhiata va al contesto in cui è avvenuto e valutiamo la sicurezza della scena. Fatto questo le cose da fare sono sempre valutare la coscienza e il respiro della persona, ora la coscienza si fa chiamando e scuotendo la persona. Questo intervento però è sconsigliato ad una persona che ha avuto un trauma perchè dobbiamo sempre ipotizzare la presenza di fratture o di lesioni interne, per esempio la colonna vertebrale: in questo caso un movimento sbagliato potrebbe avere gravi conseguenze.

-Davide! Davide! Davide! Sei sveglio?! Davide?!

Quindi valutiamo la coscienza semplicemente chiamando la persona. In caso di essenza di coscienza sarà importante valutare la presenza del respiro. La presenza del respiro abbiamo visto che si fa con la persona distesa pancia all’aria in posizione supina questa però è una scelta che non possiamo fare in questo caso, per cui la rotazione dei movimenti del torace, dell’uscita del fiato a bocca verrà fatta nella posizione in cui si trova la persona, una volta accertata la presenza del respiro non compiremo altri atti.

-Davide?! Davide! Davide! Aiuto! Chiama il 118!

-Pronto buongiorno, sono una studentessa chiamo dall’Università di Trieste sono al Dipartimento di Farmacia laboratorio strumenti dell’edificio A, è caduto un ragazzo dalla scala e non sappiamo cosa fare. No non è cosciente, sì sì respira. No non c’è sangue, non c’è vomito no no non c’è niente. Ok va bene grazie. Adesso arrivano chiamo le guardie giurate al 3053.

Pronto buongiorno chiamo dal dipartimento di farmacia edifico A al laboratorio strumenti è caduto un ragazzo dalla scala adesso abbiamo chiamato il 118, no no non abbiamo detto del varco. Ok va bene, grazie.

Nel caso del politrauma l’emergenza potrebbe essere determinata da l’eventuale presenza di ferite o emorragie molto importanti, nel caso vedessimo l’uscita di sangue da quel punto sarà utile esporre la zona però non togliendo i vestiti bensì tagliandoli, però la nostra prima scelta è se possibile di non andare a compiere manovre che potrebbero peggiorare la situazione. Quindi in assenza di sangue, in presenza di respiro lasceremo la persona nella posizione in cui si trova continueremo a monitorarla con frequenza, ovviamente sarà centrale l’intervento del 118. Per cui il prima possibile chiederò supporto specializzato.

 

VALUTAZIONE COSCIENZA

Come possiamo fare per rilevare la presenza di attività cardiaca? Premesso che una persona cosciente o che respira sicuramente ha attività cardiaca, potrebbe essere che una persona non presenti tale condizione e allora andiamo a cercare la presenza del battito cardiaco, comunemente detta “polso”. Ora una prima scelta consiste nella ricerca di un polso periferico per cui noi prendendo queste due dita scorriamo all’altezza del pollice e arriviamo appunto fino al polso e andiamo a comprimere indicativamente questa zona, quello che stiamo facendo è: schiacciando un’arteria conto l’osso. In questo modo noi sentiamo il flusso del sangue, si scorre, si cerca, si comprime fino che si sente appunto la presenza del battito cardiaco. Ora questo polso è abbastanza facile da rilevare però va detto che è un polso periferico quindi basta avere uno svenimento o abbassamento di pressione e potrebbe essere difficile la rilevazione. Per questo motivo si va subito su un polso centrale, quindi prendo sempre queste due dita, le metto all’altezza del pomo d’Adamo, scorro leggermente di lato e faccio a compressione parte destra o sinistra dovrebbe essere assolutamente equivalente. Quindi queste due dita, pomo d’Adamo, scorro di lato e comprimo fino a quando sento il flusso del sangue. Questo è un parametro molto importante perché mi dice se il cuore sta battendo o meno, ovviamente indirettamente. Questo parametro ha anche altri valori tra cui la frequenza che mi dice se la persona è tachicardica o meno ma è fondamentale quantomeno riuscire a capire se la persona ha o meno attività cardiaca.

FERITA

Un’eventualità molto comune e che credo tutti noi si sia presentata sia quello di avere una ferita, un piccolo taglio, a volte qualcosa di un po’ più complesso. Come ci comportiamo di fronte ad una ferita? Innanzitutto la prima cosa che dobbiamo fare è valutare la gravità della stessa, quali elementi devo valutare? Sicuramente va valutata l’estensione della stessa, la profondità, la zona che è lesionata ma soprattutto indubbiamente più importante la quantità di sangue che viene persa. Ora ricordiamo che ci sono dei vasi che se vengono lacerati, possono portare a perdite di sangue che potrebbero portare addirittura alla morte della persona. In questo caso ovviamente è molto importante capire quale sia l’entità della stessa. Come dobbiamo comportarci? Allora una volta che abbiamo visto che la lesione supera il normale intervento del primo soccorso ma necessita di qualcosa di più, dovremo sicuramente allertare subito il servizio 118. La ferita sicuramente avrà una perdita di sangue, vi ricordo l’importanza di non entrare mai in contatto diretto con il sangue in quanto potrebbe trasmettere possibili malattie infettive. Nelle casette del Pronto soccorso noi abbiamo sempre a tale scopo dei guanti che servono a proteggere.

-AAH! AHH!

-Che succede?! Oh Cavolo! Aspetta, siediti qua. Ok, uh che roba. Arrivo con il primo soccorso.

-AAHH!

-Stai fermo lì! Fa male? Cos’hai qua dentro? Devo vedere scusami! Aspetta eh, ok! Devo metter il laccio emostatico se no non so come fare. Ti fa male? Dai forza! Cerchiamo di tamponare. Ti faccio male? Tieni duro. Devo disinfettarti ti metto un po’ di tintura degli occhi. Ok, iodio. Ok va tutto bene. Ti faccio male? Eh devo disinfettare. Dai dai tieni duro, l’unico modo. Devo ricordarmi dove devo scrivere. Io ti ho messo il laccio. Adesso che ore sono? Le 14.15. Ok arriveranno i soccorsi.

- Sì parlo con l’addetto primo soccorso? sì c’è un mio amico che si è ferito, ha una grande ferita al braccio. Ci troviamo nel laboratorio di meccanica nel seminterrato, edificio C7. Io gli ho messo il laccio, ho cercato di disinfettare con lo Iodio. Ah ok, chiamate i soccorsi. Io intanto ho cercato di fare quello che potevo. Ok sì sì, ok.

La mia prima preoccupazione quando mi trovo di fronte a una ferita dovrà essere quella di bloccare il più possibile la perdita del sangue, ora molto spesso questa perdita del sangue può essere bloccata con una compressione diretta del sito lesionato. Potremmo valutare che non vi sia la presenza di corpi estranei, perché? Perché premendo sugli stessi potrei peggiorare la situazione, ottima soluzione è anche fare un buon lavaggio, un lavaggio ci riduce in qualche modo la possibilità di avere delle infezioni. Quindi una volta messi i guanti procediamo con il lavaggio e con la compressione diretta sul punto da cui c’è la fuoriuscita del sangue. La posizione ideale su cui mettere la persona è sicuramente quella distesa a terra perché in questo modo nel caso in cui perde coscienza, che ci potrebbe essere o in conseguenza della perdita del sangue o anche per un semplice spavento la persona non subirà ulteriori traumi. Se possibile altra accortezza che potremmo avere è quella di alzare l’arto che ha subito lesioni sopra il livello del cuore, questo in qualche modo ci aiuterà nel bloccare l’uscita del sangue. Mi raccomando sempre l’uso dei guanti per questi interventi. Il sangue come abbiamo più volte segnalato può trasmettere malattie infettive molto importanti. Per cui evitiamo il contatto diretto. Altra cosa la persona potrebbe essersi lesionata un’arteria: in questo caso vedremo che il sangue non scorre leggermente fuori dall’elisione, ma potrebbe venir fuori a schizzi, potrebbe anche, ad esempio, finirci negli occhi. Per questo motivo se una persona ha la lesione di un’arteria potrebbe essere una buona soluzione proteggerci anche gli occhi attraverso l’uso di una mascherina.

-AAHH! AAHH!

-Hei, che è successo? Va tutto bene! Adesso chiamo i soccorsi. Sì pronto? Chiamo con l’addetto al primo soccorso? Sì, sì mi trovo nell’edifico C7. Nel laboratorio di meccanica nel seminterrato, c’è un mio compagno che si è procurato una grande ferita al braccio. Sì io cerco di tamponare la ferita ma voi chiamate i soccorsi. Va bene ok, tieni duro. Ok forza forza. Ok va tutto bene eh. Tienilo più in alto che puoi, io cerco di tamponare. Va tutto bene, gli ho chiamati, adesso arrivano. Adesso cerco di bendare così fermiamo tutto, dai dai tieni duro. Forza arriveranno presto. Continua a tenere qua. Tu stai bene?

Sulla nostra ferita una volta che abbiamo eseguito un buon lavaggio non sempre è indicato l’uso di disinfettanti in quanto potrebbero rendere più complicato l’intervento del servizio 118. Per tale motivo atteniamoci alle indicazioni che lo stesso ci darà. Molto spesso ci chiediamo anche se sia il caso di usare delle fasce emostatiche, è importante sottolineare che l’utilizzo di questo presidio non è una cosa estremamente facile e non sempre viene indicata. Ci possono essere delle emoraggie molto importanti in cui il loro utilizzo è consigliato. È fondamentale però che l’uso di queste fasce venga fatto solo dopo aver ricevuto un’adeguata preparazione in merito o comunque l’indicazione del suo uso da parte dell’operatore della centrale del 118. Vi ricordo che è fondamentale in questo caso indicare l’ora in cui viene applicata la fascia e cercare di non bloccare del tutto l’afflusso del sangue; ma soprattutto attenersi alle indicazioni dell’operatore della centrale del 118. Sia sulla modalità d’uso che sull’indicazione per l’uso dello stesso.

CASSETTA PRIMO SOCCORSO

Ricordiamoci che la normativa sulla sicurezza negli ambienti di lavoro prevede che in tutte le aziende e conseguentemente anche all’interno dell’Università, ci siano degli addetti a gestire le emergenze tra cui anche il primo soccorso. Prevede anche la presenza di cassette di primo soccorso con all’interno del materiale; materiale che potrà essere utile anche per noi, ad esempio se dobbiamo intervenire in una persona che ha subito una ferita ricordiamoci potrebbe esserci la presenza del sangue, quindi sarà fondamentale indossare i guanti, ovviamente qui sarà importante conoscere qual è la nostra taglia. Se ci troviamo noi nell’intervento di soccorso ad usare il materiale presente nella cassetta dobbiamo avere alcune accortezze. Tra le varie accortezze indicare ad esempio la data di scadenza del prodotto che usiamo infatti molti di questi, dobbiamo valutare se quel prodotto è idoneo all’uso che dobbiamo farne, per esempio disinfettante, il disinfettante può essere di tanti tipi diversi se dobbiamo intervenire su una ferita dobbiamo avere l’accortezza di usare un prodotto idoneo a tale uso. Quindi una sostanza non è detto solo per il fatto di essere disinfettante che possa essere usato sulla ferita a volte troveremo indicazioni da usare solo su cute integre, in questo caso non è idoneo per quel tipo di utilizzo, altre cose ad esempio abbiamo bisogno di fare dei lavaggi, pensiamo all’occhio oppure a una ferita questi lavaggi va detto van fatti con l’acqua. Nelle cassette del pronto soccorso abbiamo delle sostanze che vanno bene, molto spesso però non danno indicazione così chiara potremmo trovarci ad esempio soluzioni di NACL 0.9%, cos’è? È quello che in gergo viene definita soluzione fisiologica e va benissimo per questo tipo di situazioni. Come vedete quindi, anche il materiale presente nella casetta necessitano di un certo grado di conoscenza e di comprensione con il loro uso in modo corretto. Un consiglio che posso darvi è quello di controllare di familiarizzare con le cassette di primo soccorso, quindi aprirle verificarne il contenuto cominciare a conoscerlo. Conoscere ad esempio la taglia dei nostri guanti personali, i guanti hanno vare taglie a volte small, medium large o a volte ad esempio hanno dei numeri sei e mezzo, sette, sette e mezzo genericamente possiamo dire che la taglia media di un uomo è intorno alla misura dell’otto e mezzo la mano media di una donna è intorno alla misura del sette però anche qua sarà importante conoscere la propria taglia in modo tale che se dobbiamo intervenire in una situazione in cui c’è un rischio biologico andiamo a colpo sicuro nella scelta dei guanti. Come vedete evidentemente dobbiamo familiarizzare. Quindi io invito tutti quanti ad approfondire questi argomenti con una conoscenza diretta o presso i vostri laboratori o ad esempio partecipando a un corso in cui vi verranno spiegate tutte queste particolarità

L’OCCHIO

-AAHH! AAHH!

-Cos’è successo? Ah una spina nell’occhio, una scheggia.

-AAH! AHI AHI!

-Aspetta, aspetta, copriamo l’occhio! Io chiamerei subito i soccorsi.

-Io provo a sciacquare. Riesci ad aprire l’occhio?

-Ad un mio amico è entrata una scheggia nell’occhio, sì sì gli brucia tantissimo enon riusciamo a rimuovere il corpo estraneo. Se potete venire per favore edificio C7, grazie grazie. Vi aspettiamo. Arrivano adesso i soccorsi intanto preparo il bendaggio.

-AHH! AHIA!

-Riesci magari ad asciugarli un po’ la faccia? Fermo fermo, non toccarti. Se mi passi dei pezzi di scotch, non toccare l’occhio. Ecco se ne prendi ancora due, adesso arrivano i soccorsi.

- No no, non strofinare l’occhio assolutamente! Intanto lo tieni coperto, ok benissimo. Magari lo facciamo sedere su una sedia. Mi dai una mano? Vieni vieni a sederti.

L’occhio è un organo molto importante ma anche molto delicato, ed è possibile che si lesioni ad esempio entrando in contatto con degli oggetti esterni possiamo pensare ad esempio ad una scheggia metallica. È importante per questo motivo quando ci avviciniamo a lavorazioni che possono comportare il rischio per lo stesso, proteggere bene gli occhi utilizzando gli appositi DPI che vengono indicati. Nel caso in cui si sia conficcato l’oggetto come dobbiamo comportarci? Bè per prima cosa invitiamo la persona a non fare un gesto che sarebbe quello più naturale, che è di strofinare l’occhio in quanto quest’operazione potrebbe comportare delle lesioni all’occhio. Quindi, evitiamo di strofinarlo prendiamo la persona ed eseguiamo un buon lavaggio dell’occhio. Possiamo in tal senso utilizzare il contenuto della cassetta del pronto soccorso, ricordiamo che c’è la soluzione fisiologica che va benissimo per tale scopo. La prima scelta sarebbe sicuramente quella di compiere un lavaggio partendo dalla parte interna dell’occhio andando verso l’esterno, un’accortezza dobbiamo avere, di non avere un getto troppo forte e soprattutto di non indirizzarlo direttamente sull’occhio ma magari più nella zona vicina al naso. La tendenza della persona sarà quella di chiudere le palpebre per questo motivo è importante con le dita tenere spalancato l’occhio. Qui capite che è importante, per ridurre il rischio di infezioni utilizzare dei guanti un’accortezza che potremmo avere sarà quella di usare i guanti. Se alla fine di questo lavaggio la scheggia o l’elemento che si è conficcato non fosse uscito sarà importante recarsi al primo soccorso per la rimozione della stessa, in questo caso è importante prima di recarci coprire l’occhio. Un’accortezza che dovremmo avere è di coprire non solo l’occhio lesionato ma anche l’altro in quanto altrimenti la persona naturalmente sarebbe tentata di muoverlo per visionare eventuali oggetti in movimento. Quindi si coprono entrambi gli occhi e con gli occhi coperti ci rechiamo in Pronto Soccorso, in cui verrà rimossa l’eventuale scheggia.

Anche alcune sostanze presenti negli ambienti di laboratorio ma anche nei normali ambienti di vita possono essere dannose per l’occhio ad esempio uno schizzo nello stesso. In questo caso ricordiamoci sempre che le sostanze pericolose sono accompagnate da una scheda di sicurezza, nella scheda di sicurezza troviamo tutti gli interventi da mettere in atto in caso di necessità di Primo Soccorso. Come regola generale è sicuramente utile un buon lavaggio quindi sciacquare l’occhio partendo dalla parte interna andando verso l’esterno evitando di avere un getto direttamente sull’occhio. La cosa migliore però in questi casi è sempre compiere una chiamata al 118, segnalando il tipo e sostanza con cui è entrato in contatto congiuntiva. Il 118 sarà sicuramente in grado di fornirci le indicazioni idonee. È importante però compiere subito degli interventi in quanto il permanere della sostanza sull’occhio potrebbe causare dei danni molto importanti, per questo motivo il primo invito è quello alla prevenzione negli ambienti di lavoro, in casa nel caso in cui ci siano sostanze pericolose è sempre buono utilizzare idonei Dispositivi di protezione individuali.

USTIONI

Le ustioni possono avere delle complicanze, delle conseguenze molto banali o in alcuni casi anche estremamente serie. Ora è utile specificare che esistono diversi tipi di ustione, in base alla causa che l’ha provocata: classica è l’ustione da contatto con un oggetto caldo, ma esiste l’ustione da freddo, esiste l’ustione a sostanza caustica, esiste un ustione da folgorazione oppure da radiazioni, esistono varie tipologie di ustione. Come valutare la gravità di un’ustione? Gli elementi essenziali sono due: uno è la quantità di tessuto che è stata colpita e in secondo luogo valutare quanto in profondità abbia agito l’ustione a volte può esserci un semplice interessamento del tessuto superficiale, ad esempio ustione di primo grado a volte invece possiamo avere interessamento anche di tessuti sottostanti con la loro stessa carbonizzazione. Gli interventi sono volti a preservare le funzioni vitali e il più possibile a evitare il possibile rischio di infezione. Ora, come ci comportiamo in caso di un ustione o di un contatto con una superficie calda? Il primo intervento da fare è sicuramente un abbondante lavaggio della zona con acqua fredda, questo di per se toglierà o abbasserà in modo importante il dolore e disinfiamma la zona. È importante se vi è una lesione della cute, per cui è esposto il tessuto sottostante, ricordarsi di utilizzare sempre i guanti. Proteggere la zona è fondamentale quindi utilizzeremo delle garze esterne, garze esterne che però vanno messe solo in caso di necessità perché se comincia il processo di cicatrizzazione potrebbero attaccarsi al tessuto, comportando poi notevole disagio al momento della loro rimozione. Esistono particolari garze che possono essere usate in tal senso. Se l’ustione è particolarmente grave o ha interessato vasta parte del corpo è fondamentale far distendere la persona perché potrebbe avere anche una perdita dei sensi e questo potrebbe provocare dei traumi. L’ustione, ovviamente, potrebbe essere anche provocata dal fuoco alla persona per esempio potrebbe andare a fuoco un indumento, in questo caso quello che è fondamentale ovviamente è subito spegnere il fuoco ovviamente non attraverso l’utilizzo dei normali dispositivi utilizzabili in tal senso ma ad esempio coprendo il tessuto con una coperta o comunque togliendo la presenza di ossigeno. Una volta spento il fuoco come mi comporto coi vestiti se si sono attaccati al tessuto? Bè la scelta è sicuramente quella di non rimuoverli perché come abbiamo accennato il tessuto e molti di noi indossano tessuti sintetici potrebbero diventare un tutt’uno con il corpo della persona, la loro rimozione potrebbe determinare un peggioramento della situazione quindi il nostro primo pensiero è: spegnere il fuoco e fare un abbondante, abbondante lavaggio ovviamente se la situazione si presenta in questo senso è fondamentale chiedere l’intervento del 118. Ricordiamo che l’ustione può avere gravi conseguenze.

-Cavolo perché non va? va bè

-AHH!

- Cos’è successo? Ti sei scottato? Eh colpa mia! Era caldo l’avevo appena usato! È da raffreddare, mettiamo sotto l’acqua così si raffredda, meglio dai. Adesso ti faccio degli impacchi e vediamo. Ok, vieni qua.

-Ti sembra ci sia la bolla?

-No, no non sembra.

-Dai, vuol dire che dobbiamo solo tenerla al fresco. Continuiamo a fare impacchi. Ok proviamo a cambiare.

Abbiamo accennato che anche alcune sostanze chimiche possono provocare l’ustione in questo caso l’intervento cambia in base al tipo di sostanza che è entrata a contatto con la persona. Ora quasi sempre l’intervento principale più indicato consiste in un lavaggio molto abbondante della zona interessata, questa indicazione però non vale nella totalità dei casi per questo motivo ci possono venire in soccorso le schede di sicurezza. Nelle schede di sicurezza noi troviamo, ricordo, anche gli interventi di primo soccorso, in cui ci danno l’indicazione per una particolare sostanza. Una cosa importante è quella di non lasciare la sostanza chimica a contatto con il corpo, per esempio se mi arriva un getto di un acido su una camicia, sul camice, il camice o la camicia devono essere tolte. Una particolare accortezza ad esempio se ho una macchia sulla maglia è quello di non togliere la maglia facendo passare la sostanza sul viso in quanto potrebbe procurarmi ovviamente un danno al volto. Per questo motivo la rimozione può venire attraverso il taglia dei vestiti tagliamo il vestito e togliamo via, l’importante è non lasciare la zona a contatto con il corpo. Quindi se l’ustione è stata provocata da un incendio non vanno rimossi i vestiti, ma se l’ustione è stata provocata dalla sostanza chimica in questo caso i vestiti vanno tolti.

Il trattamento dell’ustione in un secondo tempo non sempre è così facile e banale, molto spesso procediamo ad automedicazione se ad esempio la cute è integra però nel caso in cui vi sia una lesione del tessuto superficiale sicuramente sarà indicato quantomeno un trattamento antibiotico anche magari topico, applicazione di pomate in questo caso il mio consiglio è sempre quello di recarsi dal medico. In ogni caso in caso di ustione potrebbero formarsi delle bolle, bolle che non sempre devono essere rimosse e quando vanno rimosse con certe modalità, infatti il rischio di infezione è particolarmente elevato. Il mio consiglio come dicevo prima è sempre quello di recarvi dal vostro medico, se l’ustione ha creato una certa del tessuto sottostante. Oppure se si è formata una bolla particolarmente estesa, la sua rimozione se necessaria andrà fatta nei dovuti modi.

-AHH! AHH!

-Aspetta! Ho già chiamato i soccorsi, stanno arrivando!

-Adesso alza il braccio un po’. Ok ecco qua.

Nel caso di ustione ad esempio da con contatto da una superficie fredda o comunque con liquido refrigerante, l’intervento ovviamente diventa diverso in questo caso applicheremo dell’acqua però a temperatura tiepida, sicuramente molto spesso la lesione interessa anche il tessuto sottostante. Per cui dopo questo banale intervento di soccorso che consiste ovviamente nella rimozione della sostanza ustionante ed applicazione di acqua tiepida il consiglio è quello di recarsi dal medico o al Pronto Soccorso per interventi seguenti. Come abbiamo detto, molto spesso, queste sostanze creano una lesione anche dei tessuti sottostanti.

-AAHH!

-Oh, cavolo! Cos’è successo? Va tutto bene? Chiamo il 118!

-Sì 118 chiamo dall’Università di Trieste, sono nell’edificio C7 in officina! Un mio amico è gravemente ustionato, io intanto lo tampono fate presto! Adesso ci stendiamo, cerco di tamponare la ferita!

-AAH! AAH!

-Stanno arrivando i soccorsi ok?! Ti vedo debole tiriamo su le gambe. Va tutto bene, arrivano presto i soccorsi.

Abbiamo accennato che anche alcune sostanze chimiche possono provocare delle ustioni in questo caso ovviamente l’intervento cambia in base al tipo di sostanza che è entrata a contatto con la persona ora quasi sempre l’intervento principale più indicato consiste in un lavaggio molto abbondante della zona interessata questa indicazione però non vale nella totalità dei casi. Per questo motivo ci possono venire in soccorso le schede di sicurezza, nelle schede di sicurezza noi troviamo ricordo anche gli interventi di primo soccorso in cui ci danno indicazioni per particolari sostanze. Una cosa importante è quella di non lasciare la sostanza chimica a contatto con il corpo, per esempio se mi arriva il getto di un acido su una camicia su un camice, il camice o la camicia devono essere tolte. Una particolare accortezza ad esempio se ho una macchia sulla maglia è quella di non togliere la maglia facendo passare la sostanza sul viso, in quanto potrebbe procurami un danno al volto. Per questo motivo la rimozione può avvenire attraverso il taglio dei vestiti, tagliamo il vestito e tiriamo via. L’importante è non lasciare la zona a contatto con il corpo quindi se l’ustione è stata provocata da un incendio non vanno rimossi i vestiti, ma se l’ustione è stata provocata dalla sostanza chimica in questo caso i vestiti vanno tolti.

-Nicole!

-AAH!

-Vieni sotto, vieni! Buongiorno, parlo con l’addetto al primo soccorso? Una mia amica si è ustionata con l’acido solforico, siamo nel laboratorio strumenti edificio C7.

-Vieni devo bendarti! Farà male! Tranquilla i soccorsi stanno arrivando!

FOLGORAZIONE

Gli ambienti di vita di lavoro vedono quasi sempre anche la presenza dell’energia elettrica è una componente ormai costantemente presente nella nostra vita. L’energia elettrica ovviamente può cagionare dei danni alla salute della persona, ovviamente il rischio dipende da vari fattori dall’entità dei parametri tecnici tra cui voltaggio, alberaggio. I sistemi elettrici, gli impianti, sono concepiti in modo tale da ridurre al minimo la possibilità di danni alla persona, ciononostante è un eventualità non del tutto remota. Come comportarci in caso di folgorazione o di sospetta folgorazione? Innanzitutto come abbiamo anticipato nella parte iniziale di questo corso la nostra ottica va sempre alla sicurezza della scena, per cui la presenza di un cavo elettrico seppur molto brevemente non sarà più irrogatore di energia elettrica va sempre vista con estrema attenzione, per cui dovremo cercare di rimuovere questo pericolo per la persona. Quindi ci avvicineremo all’infortunato solo dopo aver messo in sicurezza la scena, controllando eventualmente il quadro elettrico, staccando corrente o comunque allontanando con un elemento non conduttore il cavo corrente dalla persona. Quali sono le conseguenze di una folgorazione? Le conseguenze possono essere molteplici, possiamo andare dalla singola ustione locale anche ad esempio all’arresto cardiaco della persona. Quello che dovremo fare una volta controllata la sicurezza della scena è cominciare a valutare i parametri vitali della persona, cominceremo ad esempio valutando la sua coscienza lo chiamiamo, lo scuotiamo in modo tale da vedere se è cosciente. Nel caso in cui non vi sia coscienza dovremmo andare a valutare la presenza o meno del respiro, se la persona respira normalmente sarà importante porlo in posizione laterale di sicurezza in modo tale da permettere alla persona di continuare a respirare nell’attesa dei soccorsi, perché ovviamente nel caso in cui perda coscienza dovremmo assolutamente attivare con celerità il servizio 118. Molto spesso una folgorazione di una certa entità determina un ustione, le ustioni a volte possono essere due: quelle in cui entra corrente elettrica ed eventualmente quelle in cui si scarica la corrente elettrica al suolo. In questo caso l’ustione diventa quasi secondaria rispetto a quella principale, che è il mantenimento delle funzioni vitali. Se possibile evitiamo o riduciamo il rischio di infezione tenendo la zona il più coperta possibile attraverso materiale sterile. Quindi, mi raccomando, continuiamo a valutare la coscienza della persona in caso di assenza di coscienza valutiamo il respiro, se la persona respira procederemo a porlo in posizione laterale di sicurezza.

-Pronto 118! Siamo nell’officina dell’edificio C7 dell’Università! Una mia collega è stata fulminata ed ora è priva di sensi. Sì sì ho già controllato, perfetto vi aspettiamo. Ehi, come stai? Ferma ferma, tranquilla non muoverti! Come ti senti?

-Mi brucia tutto

-Ho chiamato i soccorsi, stanno arrivando! Tu stai giù!

-Non vedo niente non preoccuparti, stanno arrivando i soccorsi. C’è un gran casino, mi brucia. Stai tranquilla ferma, mi raccomando. Ecco stai così ferma

-Ho freddo.

 FRATTURA

Un forte trauma o una caduta di fronte a comparse di un forte dolore deve sempre farci ipotizzare una possibile anche lesione dei segmenti ossei quindi una possibile frattura. La regola generale è sempre quella di non mobilizzare la persona se non è proprio indispensabile. In alcuni casi la frattura non è evidente non c’è deformità articolare, in altri aspetti invece questa situazione è evidente perché vediamo che la persona si presenta con una situazione che non è quella fisiologica. Ovviamente gli interventi che possiamo fare nell’immediato sono pochi ma è già fondamentale evitare di peggiorare la situazione, vi ricordo l’importanza della chiamata al servizio 118 e di allertare l’addetto al pronto soccorso e l’importanza di collocare nella zona interessata del ghiaccio, il quale riduce dolore e anche disinfiamma per quanto possibile la zona. Ovviamente mai sovraccaricare la parte e mai immobilizzarla, se possibile anche utile adagiare alla persona. La persona potrebbe perdere coscienza e con la caduta peggiorare la situazione.

-AAH!

-Aspetta cos’è successo?

-Mi è uscito l’osso.

-Aspetta che chiamo il Pronto Soccorso! Pronto 118? Sì siamo nell’edificio C1 dell’Università, un amia amica è caduta dalle scale e si è rotto l’osso. Penso che sia una frattura scomposta, ok ho capito allora cerco di steccarlo e siamo nel parco 7. Ok vado a cercare qualcosa per steccarlo, aspetta qua!

-Cerca un po’ di fermarlo! Intanto stanno arrivando, tu stai tranquilla che stanno arrivando. Adesso vediamo riesci ad alzarti pian pianino? Ok andiamo, tutto a posto ti gira la testa?

Come abbiamo detto la scelta prioritaria è sempre quella di non muovere la persona però possiamo trovarci nelle condizioni per cui è importante doverlo fare, in questo caso è importante bloccare il più possibile l’arto coinvolto. Per esempio nel caso di un braccio lesionato possiamo avvolgere qualcosa intorno al collo in modo tale che la zona non si muova. Se per caso è coinvolta una gamba, una caviglia è fondamentale che i soccorritori aiutino la persona in modo tale che l’infortunato non sia costretto ad appoggiare al suolo l’arto lesionato. Ribadisco la mobilizzazione della persona infortunata deve essere sempre una scelta secondaria e sempre se possibile avvenire dopo aver contattato il Servizio Sanitario da cui riceveremo le necessarie indicazioni sul singolo caso.

Una caduta o anche un forte trauma contusivo potrebbe avere come conseguenza una frattura ossea. In alcuni casi questa frattura potrebbe essere anche esposta, cioè una parte dell’osso fuoriesce attraverso il tessuto e compare all’esterno. Come regola generale ribadisco l’importanza di non mobilizzare mai la parte, quindi una parte che ha subito la forte contusione o un forte trauma è fondamentale che rimanga il più ferma possibile. In questo caso abbiamo un possibile problema in più e cioè una possibile infezione dell’osso che si trova a contatto con l’ambiente esterno. L’infezione sarebbe un problema abbastanza complesso da risolvere in seguito, è fondamentale per questo motivo che l’osso venga protetto il più possibile. Ovviamente in questo caso il nostro primo intervento consiste nel segnalare l’episodio e nel richiedere aiuto, quindi vi invito a contattare il 118 e il personale eventualmente competente dell’Università che è adibito all’aiuto in caso di problemi di primo soccorso. L’importanza di non mobilizzare è dovuta anche al fatto che ricordiamoci vicino alle ossa passano dei tubi quali arterie, vene o dei nervi che se l’osso viene mobilizzato potrebbero subire dei danni a causa di questo fatto.

-AAAH!

-Cos’è successo?

-Sono caduta dalle scale! Ho l’osso fuori

-Pronto 118? Siamo nell’edificio C1 dell’Università. Esatto. Una mia amica è caduta dalle scale e si è rotta il braccio ha l’osso che sporge! Sì penso sia una frattura esposta, ok ho capito. Il varco è il varco 7. Va bene va bene. Adesso ferma qua non ti muovere!

-Adesso cerco di fermarti un attimo il braccio. Adesso appoggia la mano qua, piano piano. Ferma adeso te lo stecco così non si muove. Tranquilla i soccorsi stanno arrivando. Metti questo così la ferita non si infetta! Abbia un poca di pazienza lo so che fa male. Riesci ad alzarti? Ok adesso andiamo!

In caso quindi di caduta, comparsa del moncone rosso, è fondamentale abbiamo detto proteggerlo il più possibile e non muoverlo. Potremo far adagiare la persona al suolo, ricordiamoci che potrebbe perdere anche coscienza o con l’emozione o anche per il dolore provato. Evitiamo di appoggiare la parte interessata direttamente al suolo potremmo proteggerla ad esempio ad esempio stendendo un nostro giubbotto che ad esempio sicuramente è più pulito del suolo, la parte va protetta il più possibile. Se abbiamo una cassetta del pronto soccorso a disposizione sappiamo che all’interno ci sono delle garze sterili che possono essere idonee per l’uso. In questo caso ricordatevi vi sarà sempre la presenza di sangue, per cui è fondamentale evitare di entrare in contatto diretto con esso. L’uso dei guanti è una scelta prioritaria, nelle cassette del Pronto Soccorso troveremo tutto il materiale necessario quindi distendiamo la persona al suolo proteggiamo il più possibile la parte, evitiamo di muoverla se è non proprio indispensabile ed evitiamo di porre a carico la zona interessata, cerchiamo di tranquillizzare la persona e aspettiamo l’intervento del sistema di emergenza. In qualche minuto arriveranno i soccorritori e saranno in grado di fornire una immobilizzazione adeguata dell’arto per quanto riguarda il suo trasporto.

AVVELENAMENTO

Alcune delle sostanze presenti nei luoghi di lavoro o nei laboratori possono dare anche grossi problemi di salute, ora ovviamente la gravità o le conseguenze dipendono dalla sostanza che viene ingerita. Ricordiamoci una cosa: tutte le sostanze pericolose sono accompagnate dalle schede di sicurezza, noi all’interno della scheda di sicurezza troviamo oltre a dei dati tecnici troviamo anche degli interventi di Pronto soccorso. Ricordiamoci che gli interventi sono specifici in base a quello che è stato ingerito. In alcuni casi potremmo non avere immediatamente sotto mano queste schede di sicurezza, qui è fondamentale chiamare subito il servizio del 118 ed è importantissimo fornire indicazioni su quello che è stato ingerito, cerchiamo di recuperare subito l’involucro la bottiglia in cui si trovava la sostanza riferendo o il nome commerciale o quello che viene letto sull’etichetta. Capite quanto sia importante che un prodotto rimanga nella sua confezione originale a volte ci può succedere magari di procedere ad una diluizione o di suddividere il prodotto inserendo la bottiglia senza nome. Questo è assolutamente uno sbaglio da non fare perché ci rende estremamente più complesso l’intervento in caso di avvelenamento. Nel caso in cui noi giungiamo sul posto e troviamo la persona già che abbia dei problemi di coscienza sarà fondamentale iniziare valutando la presenza di coscienza o meno e la presenza dell’attività respiratoria. Nel momento in cui valutiamo che c’è presenza di attività respiratoria ci comportiamo ponendo la persona in posizione laterale di sicurezza. Un dubbio che ci può venire è quello se è buona cosa o meno far vomitare la persona per far eliminare quanto ingerito, questa soluzione non sempre è la migliore, anzi in alcuni casi può costituire una fonte di pericolo. Supponiamo che la persona abbia ingerito la sostanza caustica questa magari ha già raggiunto lo stomaco attraverso l’esofago, vomitando c’è il rischio che ritorni verso l’alto e vada a procurarmi delle lesioni all’esofago che potrebbe danneggiarsi comportando dei danni molto seri degli organi che sono presenti. Quindi regola generale non facciamo vomitare la persona se non è un indicazione che ci viene fornita. Altra domanda: facciamo bere, non bere anche qui purtroppo non c’è una risposta univoca, il rimando al servizio 118 che poi si appoggerà al centro anti veleni, è sicuramente il miglior consiglio che possiamo darvi.

-Pronto centro anti veleni.

-Pronto parlo dal laboratorio di chimica dell’Università edificio C1, ho trovato una mia compagna svenuta per terra con la bava alla bocca.

-Quindi ha vomitato anche?

-No no non ha vomitato niente

-E ha salivazione oltre alla bava?

-No no solo la bava alla bocca, priva di conoscenza

-Ha odori insoliti?

-No nessun odore.

-Ha bruciatore vicino alla bocca?

-No non ha bruciature!

-Respirazione e polso sono normali?

-Sì il polso è normale e anche la respirazione.

-Mi può dire che tipo di prodotti potrebbe aver ingerito?

-Qua ci sono fiaschette di cloro, di metano, Risorcinol.

-Capito, diarrea niente?

-No

-Quindi lei è nell’edificio C1 dell’Università, a ?

-Trieste!

-Va bene chiamerò io i soccorsi, spero l’abbia messa nella posizione di sicurezza

-Si si l’ho messo nella posizione di sicurezza appena sono arrivato.

-Perfetto!

SOFFOCAMENTO

La comparsa di una ostruzione delle vie aeree è purtroppo un’eventualità non troppo remota, solitamente dovuta a pezzi di cibo che finiscono nell’apparato respiratorio mentre invece se prende i bambini molto spesso si tratti di piccoli pezzi soprattutto di giocattoli. Questa condizione può essere più o meno grave ma ricordiamo che se vi fosse un ostruzione completa delle vie aeree può anche portare al decesso della persona. Allora prima possibilità abbiamo un ostruzione parziale delle vie aeree quindi la persona sta mangiando a un certo punto sentiamo che comincia a respirare male, molto spesso accompagna questa difficoltà nel respiro con dei colpi di tosse, in questo caso quindi di un ostruzione parziale qual è la miglior manovra da compiere? é non fare manovre. Quindi osserviamo la situazione verifichiamo che va tutto bene ma non compiamo alcun tipo di manovra; certo se la situazione persiste dura cinque, dieci minuti ci allertiamo. Però fino a quando la persona riesce a respirare o riesce a dare colpi di tosse mi raccomando non facciamo manovre. Potremmo avere invece, una seconda possibilità, quella in cui l’ostruzione sia totale. Cosa vuol dire? Vuol dire che la persona non riesce a respirare non riesce a dare colpi di tosse ed istintivamente quasi sempre porta la mano alla gola, in questa condizione è fondamentale agire in tempi stretti. Come? Innanzitutto facciamo allertare il servizio del 118 perché non è detto che le nostre manovre siano risolutive e poi cominciamo le manovre sulla persona. La prima manovra che faremo sarà quella di dare cinque colpi sulla schiena, i colpi sulla schiena van dati dall’alto verso il basso con il palmo della mano, quindi in questo modo. Daremo cinque colpi, colpi che sono abbastanza sostenuti, ovviamente vanno tarati in base alla corporatura che abbiamo di fronte. Cosa importante: prima del colpo mettiamo una mano davanti all’addome della persona, in modo tale da tenerlo, oppure possiamo dire di tenersi sul tavolino altrimenti c’è il rischio mentre diamo il colpo che la persona cada in avanti. Se questi cinque colpi non sortiscono affetto procediamo con la manovra di Heimlich. In cosa consiste, come viene fatta la manovra di Heimlich?  Bè mettiamo la punta dell’indice nell’ombelico della persona la punta del pollice la mettiamo subito sotto lo sterno e in questa specie di “C” che si è creata mettiamo il nostro pugno, fatto questo dobbiamo tirare verso indietro verso di noi e verso l’alto in sostanza cerchiamo di alzare il diaframma della persona in modo tale da favorire l’espulsione del corpo estraneo. Anche qui è fondamentale dosare la forza in quanto una persona particolarmente corpulenta ci richiederà una maggiore energia, una persona magari molto esile richiederà un minor uso di forza.  Questa manovra la facciamo cinque volte e la alterniamo ai colpi tra le scapole. Quindi dopo aver allertato il 118, cinque colpi tra le scapole cinque manovre di Heimlich e alterniamo le due fasi. Molto probabilmente la persona riuscirà ad eliminare il corpo estraneo nel caso in cui ciò non dovesse avvenire la persona ad un certo punto perderà coscienza. In questo caso l’accompagniamo al suolo e cominciamo delle manovre rianimatorie, quindi cominciamo con le 30 compressioni toraciche, una volta eseguite le compressioni toraciche guardiamo all’interno del cavo orale se per caso vi è stata la fuoriuscita del corpo estraneo.

-Cos’è questo odore?

-Una caramella alla liquirizia, ne vuoi una?

-No grazie!

Una situazione di emergenza che potremmo trovarci ad affrontare è l’ostruzione delle vie aeree per la presenza di un corpo estraneo. Corpo estraneo che nell’adulto è solitamente determinata dalla presenza di cibo. In questo caso abbiamo due possibilità abbiamo la possibilità che l’ostruzione sia parziale quindi con comunque un passaggio di aria dalle vie aeree o possiamo trovarci di fronte ad un ostruzione totale. Come comportarci in questo caso? Allora nella situazione in cui l’aria riesce a passare, in cui l’ostruzione non è totale vediamo che la persona riesce comunque ad arieggiare i polmoni e molto spesso riesce a dare dei colpi di tosse. Quasi sempre questa situazione si risolve in modo spontaneo per cui non è richiesto alcun tipo di intervento soccorritore. Quindi riepilogando, fino a quando la persona riesce a respirare e riesce a dare colpi di tosse semplicemente la monitoriamo ma non facciamo alcun tipo di manovra. Certo nel caso in cui la situazione dovesse protrarsi nel tempo: 5, 10, 15 minuti sarà il caso di chiedere un consiglio al 118. Altra eventualità è quella dell’ostruzione totale delle vie aeree in questo caso la persona non riesce ad ossigenarsi, qui sarà fondamentale compiere delle manovre in primo luogo chiameremo il 118 per chiedere il loro intervento. Potrebbe essere che il nostro intervento sia risolutivo ma anche che non abbia successo quindi è fondamentale allertare subito il soccorso. Come ci accorgiamo che la persona ha un ostruzione totale? Bè, innanzitutto se la persona sarà cosciente ma non riuscirà a parlare e non riuscirà quindi a comunicarci con le parole la situazione. Un gesto che istintivamente viene fatto molto spesso è quello di portare le mani alla gola; per cui tendenzialmente la persona assumerà questa posizione. Noi una volta accertato questo stato chiamiamo il 118, perché mettiamo un braccio davanti alla persona per tenerla oppure possiamo dirle di tenersi per esempio ad un tavolo, dopo di che cominciamo con 5 colpi che vanno dati tra le scapole, i colpi vanno dati in modo particolare cioè dal basso verso l’alto in questo modo e tra le scapole, vengono dati cinque colpi. Quindi sosteniamo la persona e dal basso verso l’alto diamo cinque colpi. Con che forza li diamo? Bè qui dovremmo essere bravi a capire chi abbiamo di fronte ovviamente una persona molto minuta non è indicato usare una eccessiva forza, saremo un poco più forti con una persona un poco più robusta. Se i colpi sono sufficienti bene potrebbe essere che purtroppo questi non siano stati risolutori per cui procediamo con la manovra di Heimlich, come viene fatta la manovra di Heimlich? Poniamo la punta del nostro indice nell’ombelico, la punta del pollice sotto lo sterno e dividiamo lo spazio in cui porremo il nostro pugno. A questo punto tireremo verso dietro e verso l’alto, l’obiettivo è quello di alzare il diaframma determinando quindi un aumento della pressione a livello della cassa toracica in modo tale da espellere il nostro corpo estraneo, questa manovra va ripetuta cinque volte. Quindi alternerò i cinque colpi sulla schiena alle cinque manovre di Heimlich e andrò avanti con questa sequenza. Se la situazione non si risolve nell’arco di qualche minuto la persona potrebbe perdere coscienza in questo caso noi la accompagniamo al suolo per evitare traumi dopo di che continuiamo le manovre con il massaggio cardiaco, andiamo a compiere trenta massaggi cardiaci. Al termine di questi massaggi controlleremo in bocca per vedere che il corpo estraneo non sia fuoriuscito.

MALORE

Sono stato chiamato da alcuni studenti i quali mi dicevano che una loro collega si stava sentendo poco bene, sono andato al piano superiore e ho trovato questa ragazza con evidenti segni di quasi svenimento. Infatti dopo poco è svenuta, è rinvenuta praticamente subito. Le ho chiesto come si sentiva se aveva bisogno di qualche cosa l’ho messa subito in uno spazio calmo, le ho chiesto se aveva bisogno che io chiami l’ambulanza o qualcuno di sua fiducia. Le ho consigliato di chiamare i medici, quindi l’ambulanza, così ha voluto che io facessi ed è quello che ho fatto. Ho chiamato subito l’ambulanza indicandogli il tipo di persona che tipi di sintomi aveva dove doveva venire; ho mandato un collega nel varco in modo di rendere più agibile l’ingresso dei mezzi di soccorso quindi l’ambulanza e son corsi subito su. La ragazza era già cosciente stava già bene e l’hanno visitata, la ragazza un paio di giorni dopo ma ha detto che aveva solamente un calo di zuccheri un poco di nervosismo per un esame e comunque questo mi ha fatto vedere che i corsi di Primo Soccorso che ho svolto sono stati sicuramente utili perché ho saputo gestire l’emergenza anche se piccola o banale, comunque nella maniera corretta.

SVENIMENTO

-Avanti signorina cerchiamo di portare a casa questo 18 mi bilanci questa, me la bilanci

-Come non sa farlo? Si presenta a un esame e non sa fare i bilanciamenti?

-Eh mi dispiace.

-Guardi un atto di estrema bontà, per il 18. CL2 cos’è? Non mi costringa a chiederle cos’è H20 perché altrimenti…CL2, banalmente.

-Non lo so

-Non mi faccia pensare che sto perdendo tempo

-Non lo so

-Avanti, CL2 è semplice! è semplice! Ci provi faccia uno sforzo, guardi lei sta facendo perdere tempo alla famiglia a me all’Ateneo, avanti CL2. Doveva andare ad una facoltà umanistica, non qui. CL2 avanti! Non sa neanche cos’è CL2? Si vergogni! Avanti ci lasci andare a pranzo tutti quanti, avanti CL2.

-Non lo so mi sento male.

-Signorina come si sente?

-Mi sento ancora male!

-Chini piano la testa in mezzo alle ginocchia, signorina lo rifacciamo l’esame!

La lipotimia o svenimento è una condizione che può essere frequente ed è determinata da una riduzione dell’afflusso del sangue al cervello. Molto spesso può essere conseguente ad esempio ad una particolare emozione pensiamo ad esempio ad un esame da affrontare all’Università. In questo caso la persona potrebbe presentarsi pallida, sudata a volte confusa molto spesso ci sono dei segnali che sta arrivando a perdere coscienza per cui se riusciamo a coglierla è importante adagiare la persona al suolo prima che cada. Una volta adagiata al suolo possiamo favorire l’afflusso di sangue al cervello ponendo la persona in posizione di shock per esempio alzando gli arti inferiori e questo favorisce appunto l’irrogazione del sangue al cervello. La persona vedremo che riprenderà pian piano la piena coscienza, il passaggio da posizione supina antishock a posizione rialzata deve essere un passaggio abbastanza lento per cui quando la persona si sente meglio la porremo prima seduta e quando si sentirà bene la faremo alzare; una cosa importante è favorire comunque l’ossigenazione della persona per cui evitiamo di accalcarci tutti assieme e se possibile arieggiamo l’ambiente in modo tale che la persona respiri meglio. Se la persona va in contro spesso a questa condizione può essere un buon consiglio una valutazione medica, perché potrebbe essere una normale condizione per la persona dovuta alla sua ipotensione naturale o potrebbe essere anche il caso di fare degli esami per valutare l’attività cardiaca. Quindi chi va in contro spesso a perdita di coscienza è forse il caso di approfondire questa condizione.

MISURARE LA PRESSIONE

La pressione arteriosa è sicuramente un parametro vitale molto importante. Come si rileva la pressione arteriosa? Bé Innanzitutto abbiamo varie tipologie di strumenti per rilevarla, va detto che l’ideale sarebbe rilevarla al mattino oppure comunque quando la persona è comunque seduta e ferma da un paio di minuti, in quanto l’attività fisica potrebbe portare a degli sbalzi come pure una forte emozione. La persona va fatta sedere dopo di che liberiamo il braccio, liberare il braccio possiamo anche alzare il maglione o camicia ma è importante che questo maglione non vada a costringere la zona. Applichiamo il bracciale dello strumento sul braccio, dopo di che lo facciamo aderire bene e applichiamo il fonendoscopio sopra l’arteria, cominciamo a gonfiare il bracciale fino a vedere la pressione sul manometro di 200/210 quando siamo a questo valore giriamo la rotellina leggermente in modo tale da far scendere con calma, con lentezza il valore della pressione. Ora a un certo punto arriverà a un valore in cui sentiremo il primo battito, questo primo battito corrisponde alla pressione massima alla pressione sistolica, andiamo avanti finchè ad un certo punto questo battito non verrà più percepito. Questo momento corrisponde alla pressione minima, quindi come abbiamo detto svuotiamo piano il bracciale osservando sempre l’indicazione della pressione sul manometro o sulla bava a seconda dello strumento che stiamo utilizzando. Il primo battito alla pressione massima, il secondo battito quando scompare corrisponde alla pressione minima.

ATTACCO EPILLETTICO

L’epilessia è una condizione neurologica diffusa in modo significativo nella popolazione. Ha vari modi di presentarsi forse quella che più conosciamo e che siamo abituati a riconoscere è la crisi di grande male con la comparsa di crisi tonico-cronica. Anche se come abbiamo detto ci sono altri modi attraverso cui l’epilessia si può esprimere, va detto che la persona che soffre di epilessia molto spesso è una persona che conosce la sua condizione e che quindi è in grado anche molto comunemente di prevenire questi attacchi. La prevenzione va fatta attraverso l’assunzione molto spesso di farmaci ed è estremamente importante che questi farmaci siano presi con regolarità. Ci sono inoltre particolari condizioni elementi che possono portare all’attacco epilettico. È importante per questo motivo che la persona che soffre di epilessia eviti condizioni che possono portarlo all’attacco comune.

-Sì pronto c’è il 118? Un mio amico è caduto a terra e si sta dimenando penso abbia avuto un attacco epilettico, io sono all'Università di Trieste all’edificio C1 al quarto piano credo o al terzo. Il varco è il 7. Cosa devo fare? Non so come gestirlo! Va bene gli metto qualcosa sotto la testa. Sì, ora? Va bene lo giro di fianco. Ho paura che si possa mordere la lingua cosa devo fare? Ok non metto niente allora, va bene. Aspetto i soccorsi. Stai tranquillo stai tranquillo subito arrivano i soccorsi, tranquillo. Come stai? Meglio? Ti sentirai un po’ stanco mi hanno detto ora! Subito arrivano i soccorsi!

La crisi epilettica di grande male tonico clonica in alcuni casi può dare segnali che sta arrivando ed è importante saperli cogliere, ora i segnali non sono univoci e cambiano di persona in persona. Se noi riusciamo a cogliere questo momento è importante per attuare alcune manovre che ci possono poi aiutare nell’operazione di soccorso. Come si presenta la crisi epilettica? Bè diciamo che il suo riconoscimento è abbastanza facile, la persona dopo un iniziale senso di smarrimento ha uno spasmo muscolare può cadere a terra e presentarsi con delle convulsioni. Quello che è importante in questa fase evitare che la persona si produca delle contusioni o dei traumi quindi una volta che è caduta a terra la persona se ci sono oggetti che possono essere contundenti per la persona dobbiamo stare attenti che non sbatta contro. Quindi eventuale presenza di tavoli, di sedie, va il più possibile spostata. Non teniamo ferma la persona eventualmente possiamo metterle sotto la testa un giubbotto, un maglione in modo tale che la persona riduca l’entità dei traumi a cui viene sottoposto. Un’altra cosa che potremmo fare è ad esempio arieggiare il più possibile l’ambiente. La persona ad alta crisi tende a respirare male per cui una buona areazione dell’ambiente può essere sicuramente utile, ci chiediamo molto spesso se sia il caso di inserire in bocca qualche oggetto per evitare la morsicatura della lingua, questo sicuramente è un mito da sfatare. L’inserimento dell’oggetto in bocca può essere importante solo se riusciamo a cogliere che sta arrivando la crisi epilettica, quindi quando una persona è ancora collaborante e non ha cominciato a stringere, nel caso in cui ciò sia già cominciato ad avvenire è sicuramente molto pericoloso cercare di aprire la bocca; quindi un gesto che sicuramente va evitato. Quanto dura la crisi epilettica? Mediamente la sua durata va da qualche secondo a due, tre minuti e si risolve senza grossi problemi, al suo termine la persona può apparire leggermente confusa, disorientata per questo motivo sarà importante assicurare il più possibile un ambiente confortevole ed evitare eccessiva agitazione. Sicuramente è il caso anche di assicurare anche un po’ di privacy, sicuramente un gruppo di persone attorno che crea confusione non aiuta il nostro intervento. È richiesto l’intervento del 118? Qui forse è il caso di chiedere un consiglio ai mezzi di soccorso per capire come comportarci; sicuramente nel caso in cui la persona si sia morsa la lingua ed indubbiamente è importante un intervento precoce. Negli altri casi molto spesso la crisi non dà conseguenze, è sicuramente molto utile che chi soffre di questo disturbo informi chi sta attorno magari nei laboratori, in modo tale da fornire anche i possibili elementi di riconoscimento di arrivo di una crisi. Oppure anche per indicare all’insegnante, alla nostra assistente di laboratorio di quali sono i possibili elementi che potrebbero in lui scatenare la crisi, questo sicuramente torna a proprio vantaggio in modo tale da permettere un pronto riconoscimento o addirittura di poter evitare una possibile crisi. Anche se va ribadito che l’assunzione costante regolare dei farmaci è sicuramente molto spesso già adeguata per evitare le possibili crisi.

ATTACCO D’ASMA

La crisi asmatica può avere varie origini molto spesso si tratta di un’azione allergica che si può sviluppare nel momento in cui la persona è a contatto con un elemento che in qualche modo determina in lui questo tipo di reazione. Molto spesso i soggetti asmatici conoscono il loro problema, per cui conoscono anche gli elementi con cui il loro corpo induce questo tipo di reazione. Sarebbe quindi importante evitarne il contatto per quanto possibile. Come abbiamo detto la persona asmatica molto spesso sa di soffrire questo problema e porta sempre con se dei farmaci. Questo è assolutamente fondamentale, perché? Perché le crisi asmatiche non si sviluppa mai come un’emergenza ma molto spesso dà tempo alla persona di assumere dei farmaci è consigliabile tenerne sempre con se almeno due confezioni, magari una nel giubbotto oppure una nella macchina o magari in altro ambiente vicino a noi. Come dobbiamo comportarci in questo caso: Come abbiamo accennato l’assunzione di una terapia farmacologica è quasi sempre il rimedio principale. La persona cioè appunto comincia ad avere difficoltà respiratorie, quindi una dispnea, molto spesso accompagnate anche da una specie di fischio, in questo momento è fondamentale l’assunzione del farmaco. Assunzione che avviene a fase inspiratoria, nel caso in cui la persona non disponga della terapia farmacologica è importante allertare il servizio di primo soccorso, quale ad esempio il 118. Nel frattempo cosa faremo? Bé arieggeremo l’ambiente quindi è importante ossigenare bene l’aria e poi porre la persona in posizione seduta cercando soprattutto di tranquillizzarla, in quanto la persona se è emozionata o comunque spaventata avrà sicuramente una reazione di tipo tachicardico, quindi un innalzamento della frequenza cardiaca. Quindi riepilogando in caso di attacco d’asma chiediamo alla persona se dispone del farmaco ed eventualmente glielo prendiamo, se per caso la persona dispone del farmaco la mettiamo seduta la tranquillizziamo e allertiamo il servizio 118.

-Va tutto bene? Vieni a sederti. Hai l’asma hai il respiratore? Cerca di rilassarti! Fammi sentire il polso. È il caso che chiamiamo il 118.

-Pronto chiamo dall’Università di Trieste edificio C1 piano interrato, sì ho una mia collega che ha problemi respiratori, sì è asmatica e ha dimenticato l’inalatore a casa. Sì già da un po’ di tempo che va avanti così, ha le labbra cianotiche e il polso accellerato. Sì è una ragazza ha 23 anni e io sono Stefano il mio numero è 3206392803. Va bene arrivederci. Stanno arrivando!

DISTORSIONE

-Cosa avete deciso per questo weekend?

-Non lo so devo vedere con gli altri.

-AAH! Aiuto aiuto, no non riesco ad appoggiare il piede.

-Vado a cercare aiuto!

-Grazie, grazie

-Ti tolgo la scarpa va bene?

-Aah, no fa malissimo! Uuh no mi fa troppo male

-Aspetta che chiamo! Pronto, salve sì siamo davanti a 101. Allora una mia amica si è slogata la caviglia sì. No non è gravissima però fa male. Dovrebbe arrivare un mio amico a momenti. Ok va bene grazie

-Eccoci ho portato del ghiaccio, così ti tiene fresco.

-Si vede che ma la sono storta appoggiando male il piede però con il ghiaccio già meglio

-è troppo stretta?

-No no con il ghiaccio va bene no no è perfetta. Mi date una mano magari perché non penso di riuscire ad appoggiare bene

Le distorsioni sono sicuramente un evento molto diffuso, caratteristiche soprattutto quelle degli arti inferiori soprattutto il ginocchio, ma soprattutto le caviglie.  Possono accadere molto comunemente durante certe attività sportive, per esempio nelle palestre oppure anche camminando normalmente per strada. La distorsione consiste in una fuoriuscita momentanea dell’osso dalla sua normale collocazione articolare. Quali sono le conseguenze di una distorsione? Non sempre è possibile immediatamente conoscere la conseguenza di questa situazione, a volte la situazione si risolve molto banalmente a volte invece è importante procedere con interventi sanitari un po’ più complessi, come riconosciamo la situazione? Bè sicuramente molto spesso c’è l’evento traumatico acuto, per cui la persona appoggia male il piede e ha subito la sensazione di dolore importante. Quello che è fondamentale in questa fase non far muovere alla persona la zona interessata ed evitare di porla sotto carico, quindi nel caso in cui la persone abbia una distorsione alla caviglia la facciamo adagiare e non facciamo appoggiare il peso sulla parte. Inizialmente sicuramente ci può essere di grosso aiuto collocarci sopra del ghiaccio. Per fare questo è importante che la zona sia più esposta possibile. Vi ricordo come ho detto prima che non sempre è possibile sapere se vi sono lesioni ai legamenti per questo motivo dobbiamo stare molto attenti a muovere la parte. Per esempio se una persona sta indossando un paio di scarpe da ginnastica molto alte richiede un movimento anche abbastanza complesso che può essere traumatico. In una fase iniziale è sicuramente sconsigliabile, per cui noi slacciamo la scarpa il più possibile esponiamo la maggior parte del tessuto aperto e ci poniamo sopra del ghiaccio. Se il dolore dovesse continuare oltre i trenta minuti, sessanta minuti sicuramente risulta fondamentale un passaggio presso l’ospedale perché va valutata con degli esami ecografici o radiologici l’eventuale comparsa o esistenza di danni all’articolazione.

CONTUSIONE

Le contusioni sono sicuramente una situazione in cui molto spesso nel corso della vita siamo incorsi, non sempre hanno delle conseguenze. Diciamo che la lieve contusione richiede comunque un trattamento di primo soccorso, il trattamento tipico più indicato è sicuramente l’applicazione di un impacco freddo del ghiaccio. Vi ricordo che ad esempio sicuramente nella cassetta del pronto soccorso trovate materiale idoneo per questo uso. Possiamo anche usare del semplice ghiaccio con l’unica accortezza di non porlo direttamente a contatto con la zona contusa, ma magari di avvolgerlo in uno straccio per evitare possibili disturbi, elemento importante è che venga applicato immediatamente. Infatti applicarlo a distanza di ore aveva un effetto molto molto relativo. Quindi l’intervento consiste nell’applicare il ghiaccio immediatamente allo scopo di disinfiammare e anche di ridurre il possibile effetto della contusione.

PUNTURE D’INSETTO

Una situazione molto comune soprattutto se lavoriamo all’aperto in certi periodi dell’anno è la possibile puntura d’insetto. Molto spesso la puntura d’insetto non da grosse complicanze se non che un dolore a volte anche abbastanza intenso nella zona in cui siamo stati punti. In questo caso può essere indicato cercare di rimuovere il pungiglione per ridurre la quantità di veleno che entra nel corpo. Vi sono però alcune situazioni che possono richiedere un intervento sanitario a volte anche immediato e complesso. Per esempio la possibile comparsa di uno shock anafilattico, ora la maggior parte delle persone che soffrono di questo problema sanno di avere questo disturbo ma non sempre è così: come facciamo ad accorgerci della comparsa dello shock? Bè il quadro è molto chiaro caratteristico, comincia la persona subito a gonfiarsi e soprattutto comincia a essere subito una difficoltà respiratoria. In questo caso è fondamentale attivare immediatamente il servizio di emergenza. Poniamo la persona nel modo ideale per respirare, quindi arieggiamo l’ambiente e non lasciamo sola la persona. Continuiamo sempre a monitorare i parametri. Quindi da valutare la permanenza dello stato di coscienza. Altra situazione meno grave sicuramente è ad esempio la puntura d’insetto che può avvenire nel cavo orale, in questo caso l’edema che si forma come conseguenza può in qualche modo rende più difficile il passaggio del flusso dell’aria. Anche qui purtroppo non abbiamo grosse possibilità per l’intervento se non farmacologiche, quindi il nostro primo intervento consiste nel chiamare il soccorso avanzato, il servizio 118.

-Ma dobbiamo raccoglierne qualcuna? A me sembrano le stesse che abbiamo visto a lezione.

-prova a smuovere un po’

-Aspetta qua è pieno di api

-Via via!!

-AAH, mi hanno punto!

-Come stai? Oddio cos’è successo ti hanno punto? Sei tutta gonfia! Riesci a respirare?

-Sei allergica? Chiama i primi soccorsi, io con delle pinzette provo a estrarre il pungiglione.

-Pronto primo soccorso? Una mi amica è stata punta dalle api è gonfissima ed è piena di punture su tutto il viso. Sì sta già provando a togliere i pungiglioni con una pinzetta. Ok siamo davanti all’edificio C1 al varco 6 dell’università. Ok ho capito va benissimo stanno arrivando. Facciamola sedere.

ZECCHE

Le zecche sono diffuse nelle zone verdi, prati, boschi e in alcuni casi possono anche comportare dei rischi per la salute della persona con cui giungono in contatto. Ora molto spesso non è il morso della zecca a essere il problema, anzi molto spesso neppure ce ne accorgiamo; ma le zecche potrebbero essere vettori di agenti patogeni che possono dare anche grossi disturbi. In questo caso il primo intervento da fare è sempre quello della prevenzione, nel momento in cui ci rechiamo nelle aree verdi è sempre importante cercare di essere il più protetti possibile. Quindi avere calzature, alte pantaloni lunghi e coprire il più possibile anche gli arti superiori. Altro consiglio che possiamo darvi è quello di indossare abiti di colore chiaro. Perché colore chiaro? Il colore chiaro sarà abbastanza evidente poi la presenza di una zecca o meno, quindi partiremo dalla prevenzione. Cercheremo di proteggere il nostro corpo. Una volta finita la nostra attività all’aria aperta dobbiamo controllare bene tutto il corpo, come comportarci nel caso in cui rileviamo la presenza di una zecca? Quello che è importante sapere è che se la zecca viene rimossa nelle prime 24/36 ore, il rischio di malattie è parecchio basso. Quindi possiamo anche decidere di non fare interventi particolarmente avanzati, è fondamentale però rimuoverle. Ora molto spesso ci chiediamo come la rimuovo? Ci pongo del calore? No, assolutamente no. La rimozione è una rimozione meccanica, viene fatta solitamente con delle pinzette apposite facendo un movimento estrattivo di tipo rotatorio in senso anti orario. Quindi prendiamo la zecca il più possibile dalla parte che è entrata dentro il corpo dell’infortunato e ruotandola la tiriamo verso l’alto. È fondamentale che tutte le parti della zecca fuoriescano, nel caso in cui una parte sia rimasta all’interno è importante provvedere alla sua rimozione. Ricordiamoci che le zecche possono trasmettere agenti infettivi anche molto importanti per questo motivo sarà importante continuare a monitorare la zona per 30/40 giorni. Nel caso in cui dovesse comparire un eritema sulla zona quindi una arrossamento, molto spesso particolarmente caratteristico quindi una specie di anello dobbiamo subito recarci dal medico per valutare l’eventuale assunzione della terapia farmacologica.

VIPERE

Come comunemente sappiamo il morso della vipera può essere particolarmente pericoloso anche se forse lo è molto di meno di quanto pensiamo. La pericolosità dipende da tanti fattori, dal tipo di vipera, dall’entità del veleno inoculato dalla zona che è stata morsa e dalle caratteristiche del soggetto che ha subito il morso, come dobbiamo comportarci nel caso di morso di vipera? Innanzitutto sarebbe il caso di verificare quale tipo di serpente ha procurato il morso, quindi guardando se è una vipera o meno. In alcuni casi possiamo anche distinguerlo in base al tipo di morso, il morso di vipera è un morso molto caratteristico. Si presenta con i due fori posti a circa un centimetro uno dall’altro e quindi ha questa caratteristica. A volte però può esserci la presenza di un foro solo in quanto la vipera potrebbe avere anche perso un dente ricordiamoci che non sempre la vipera nel momento in cui morde immette veleno all’interno. Come facciamo a capire che la situazione è pericolosa? Innanzitutto la persona dopo il morso sentirà un forte dolore, un dolore localizzato al punto del morso a distanza di qualche minuto la zona tenderà ad arrossarsi e a gonfiarsi. Per tale motivo è importante eventualmente rimuovere delle costrizioni, per esempio se abbiamo dei bracciali e degli anelli è importante toglierli perché questa operazione poi potrebbe verificarsi, potrebbe essere particolarmente complessa. La persona la tranquillizziamo, questo è un intervento fondamentale. Dopo il morso la persona potrebbe apparire agitata e confusa, tranquillizziamo la persona il più possibile e distendiamola al suolo è fondamentale che la persona si muova il meno possibile. Per quale motivo? Perché muovendosi la persona favorirebbe l’entrata in circolo del veleno, ovviamente anche qua, il nostro primo pensiero va ad allertare il servizio di emergenza, per cui se possibile la persona resterà distesa e noi aspetteremo i soccorritori. Se per caso dobbiamo essere noia recarci nella zona più raggiungibile è importante far si che la persona raggiunga questo posto con meno movimento possibile. Un’indicazione potrebbe essere quella di evitare di porre la parte che è stata morsa sopra l’altezza del cuore, perchè questo favorirebbe la diffusione del veleno. Altra accortezza potrebbe essere un bendaggio compressivo dell’arto che è stato morso, bendaggio che deve essere tale da bloccare la diffusione linfatica attraverso cui si diffonde il veleno. Quindi riepilogando nel caso di morso di serpente tranquillizziamo la persona la distendiamo, evitiamo di alzare la parte sopra l’altezza del collo e monitoriamo i parametri vitali. Se i soccorsi non arrivano in breve tempo, la persona potrebbe apparire molto confusa potrebbe avere vertigini, nausea, vomito, diarrea. Questi sono segnali indicatori che la situazione sta peggiorando, in qualche caso si potrebbe arrivare anche allo shock ed eventualmente anche alla morte della persona. Ricordiamo che un eventualità molto remota è che abbiamo molto tempo prima che ciò accada, ovviamente cose da non fare: non somministrare il siero, non incidere la ferita. Incidere la ferita potrebbe aumentare il pericolo di diffusione del veleno in circolo. Non succhiamo il veleno e eventualmente possiamo cercare di fare una compressione per favorire la fuoriuscita del veleno nella sede. Anche qui è importante adottare alcune semplici norme di prevenzione, quando ci rechiamo in un ambiente in cui vi può essere la presenza di serpenti, di vipere anche velenose. Ricordiamoci che questi animali non sono particolarmente aggressivi, i loro attacchi quasi sempre sono attacchi di difesa però potrebbero immaginare che alcuni nostri movimenti o alcuni gesti siano degli attacchi nei loro confronti. Quali consigli possiamo dare? Bè, quando ci rechiamo in certe zone soprattutto nei prati o nelle zone in cui ci sono pietre etc., stiamo molto attenti. Segnaliamo la nostra presenza per cui usare un bastone o fare movimenti abbastanza lenti è importante, quindi facciamo rumore ed evitiamo di andare a cercare o di rimuovere pietre in modo improvviso. Diamo cioè a loro la possibilità di accorgersi della nostra presenza; se per caso ci troviamo di fronte a una vipera la prima cosa da afre evitiamo il più possibile movimenti, restiamo fermi e vedremo che la vipera una volta percepito che non siamo dei pericoli tenderà naturalmente ad allontanarsi.

MORSI DI ANIMALI

I morsi di animale possono avere varie conseguenze uno legate alla ferita che provocano e il secondo legate alle possibili infezioni a cui si va incontro. Ora la ferita può essere anche importante ovviamente dobbiamo distinguere la zona che viene interessata, è fondamentale quanto sangue viene perso. È fondamentale se abbiamo una zona particolarmente sensibile, una grossa emorragia recarsi quanto prima al pronto soccorso tamponando la zona. Alcuni morsi che determinano la piccola ferita potrebbero anche farci sottovalutare, va ricordato che gli animali in bocca possono avere micro organismi che possono trasmettere patologie anche molto importanti per l’uomo. Per tale motivo di fronte a un morso di un animale che abbia lesionato i tessuti è sempre, sempre consigliato recarsi dal medico al Pronto Soccorso per valutare l’eventualità di una terapia antibiotica o comunque di una terapia finalizzata alla riduzione del rischio d’infezione. Quindi anche di fronte a piccole ferite va sempre richiesto un consulto medico.

COLPO DI CALORE

Il nostro organismo ha normalmente una temperatura abbastanza costante questo è possibile grazie ad alcuni meccanismi di termoregolazione che possediamo, ovviamente questi meccanismi sono in gradi di agire se le condizioni ambientali non sono proprio del tutto estreme. Quindi mediamente noi abbiamo una temperatura che va tra i 35.5 C° e i 37 C°. Si potrebbero verificare situazioni in cui non siamo in grado dir espellere tutto il calore interno. Per esempio se ci troviamo in un ambiente molto caldo o con tasso di umidità molto elevato o poco ventilato. Queste condizioni potrebbero portare ad un colpo di calore. Cos’è il colpo di calore? Bè come abbiamo in qualche modo già detto potremmo trovarci in un ambiente molto caldo o comunque molto umido e il nostro organismo potrebbe essere in difficoltà a disperdere tramite i suoi meccanismi per esempio la sudorazione questo calore in eccesso. Questo può avere delle conseguenze molto importanti, la temperatura interna si può alzare oltre certi valori ed arrivare a creare dei danni molto seri. È fondamentale cercare di evitare queste situazioni. Come si presenta la persona che ha avuto un colpo di calore? Bè i segnali sono a volte un po’ diversi; ad esempio la temperatura corporea si alza arriva a 40 C° 41C° anche a 42C°, la cute solitamente è calda a volte può essere anche secca quindi può non esserci la presenza di sudorazione, la persona potrebbe avere disturbi irritabilità anche mal di testa, nausea. Tutti questi segnali sono molto importanti e vanno colti. è fondamentale nel caso della loro comparsa allertare comunque il servizo di emergenza 118. Nel frattempo potremmo già attuare delle prime manovre di soccorso, ovviamente la prima manovra sarà togliere la persona dal contesto in cui si trova, quindi cercare di arieggiare l’ambiente e di ventilare la zona per favorire la dispersione del calore in eccesso. Altro elemento molto importante sarà di cercare di abbassare la temperatura corporea, questo può essere fatto cercando di slacciare di togliere il più possibile gli indumenti per esporre la superficie corporea il più possibile all’aperto e si possono eseguire delle spugnature con dell’acqua fresca. Tutto questo servirà per abbassare la temperatura corporea, la cosa ideale sarebbe porre la persona in posizione distesa quindi in posizione supina eventualmente posizionandola anche in posizione da shock alzando le gambe sopra il livello del cuore. Il colpo di calore è quindi una condizione che può essere in parte prevenuta, sarebbe ideale evitare di svolgere attività fisica molto intensa in ambienti molto caldi per un tempo prolungato. Come abbiamo detto uno dei meccanismi per disperdere il calore in eccesso è la sudorazione. Quindi ricordiamoci quando svolgiamo attività in ambienti molto caldi di avere sempre una buona idratazione.

 

COLPO DI SOLE

Un'altra condizione di rischio come sappiamo è anche l’esposizione ai raggi solari, l’esposizione ai raggi solari che se troppo lunga e troppo intensa può portare non solo alla semplice scottatura che conosciamo ma anche a vero e proprio colpo di sole. Ricordiamo che anche il colpo di sole può avere gravi conseguenze per cui in seguito a comparsa di segni molto importanti sarà utile allertare il servizio 118. Da cosa è determinato? Bè da quel che abbiamo detto dall’esposizione ai raggi solari, esposizione che non è detto sia diretta ma può essere anche indiretta ad esempio se io sono sotto l’ombrellone comunque sono esposto in parte alle radiazioni solari. Come ci accorgiamo di questa situazione? La persona potrà avere dei disturbi quali vertigini mal di testa, nausea, in questo caso è fondamentale intervenire subito. Come? Innanzitutto spostando la persona, quindi ci dobbiamo spostare dalla radiazione diretta dei raggi solari. La persona va messa in un ambiente fresco, ventilato, distesa in posizione supina e faremo delle spugnature con dell’acqua fresca che servono proprio ad abbassare la temperatura del corpo. Molto spesso la cute della persona non sarà sudata, ma potrà essere anche secca. In questo caso come abbiamo detto sarà fondamentale spostare la persona metterla in un posto ritirato e assicurare un buon raffrescamento della cute con queste spugnature. Come abbiamo detto la situazione può avere anche un’evoluzione importante per cui in seguito alla comparsa del segno dei sintomi sarà fondamentale allertare i servizi. In un secondo tempo ci sarà anche la gestione delle eventuali ustioni, gestione che andrà fatta con applicazione di prodotti medicinali atti a questo uso. Anche in questa situazione quindi la prevenzione assume un ruolo molto importante, dobbiamo semplicemente adottare delle regole che sono di comune buon senso, tra cui evitare un’esposizione ai raggi solari soprattutto nelle ore in cui queste radiazioni sono più intense quindi la prima fascia pomeridiana. Cercare di proteggerci sempre dal sole, quindi, coprire la pelle usare eventualmente anche dei cappelli in modo tale da proteggere anche la testa. Ricordiamo che soprattutto le persone con pelle chiara generalmente sono un po’ più a rischio in questa condizione. Quindi, come abbiamo detto, evitiamo eccessiva esposizione ai raggi solari eventualmente esistono anche dei prodotti che possono aiutarci se questa esposizione deve essere comunque elevata per quantitativo di ore.

COLLASSO DA CALORE

Quando facciamo un’attività fisica molto intensa, soprattutto su una situazione di elevato calore o di elevata umidità è fondamentale avere una buona idratazione quindi ricordiamoci sempre di bere in modo adeguato. Una scarsa idratazione potrebbe portare ad esempio a un collasso da calore quindi a una perdita di coscienza e poi a una situazione che potrebbe addirittura evolversi verso il colpo di calore, quindi con delle conseguenze anche molto serie. La prevenzione abbiamo detto è fondamentale, quindi evitare attività fisiche troppo onerose in contesti troppo caldi e comunque farlo sempre con un’adeguata idratazione, avendo molta cura anche dell’aspetto salino. Come comportarci nel caso di un collasso da calore? Qui la causa principale come abbiamo accennato è la disidratazione per cui sarà utile reintegrare i liquidi. Un’accortezza che dobbiamo avere è quella di non somministrare bevande alcoliche, le quali sono diuretiche e potrebbero peggiorare la situazione e non somministrare ad esempio caffeina, la quale potrebbe peggiorare la situazione. Quindi rimuoviamo la persona la mettiamo in un ambiente arieggiato, fresco, cerchiamo di bagnare il corpo con acqua fresca e la lasciamo distesa in posizione supina monitorando con molta attenzione la situazione, eventualmente da valutare anche la chiamata al 118 con eventuale intervento.

MASSAGGIO CARDIACO

Davide Nait, AOUTS

Oggi cercheremo di trasmettervi alcune cose che potrebbero anche sembrare banali, molto semplici, senza le quali non potremmo mai salvare una vita umana. Mi spiego. Se una volta che una persona va in arresto cardiaco e nessuno interviene, una volta che arrivano quelli, chiamiamoli più bravi, esperti, non possono fare niente. Per cui, sottolineo ancora una volta l’importanza di effettuare queste manovre semplici con una certa tempestività per permettere poi a chi arriva di soccorrere e di fare delle cose efficaci. Come avete visto, le due ragazze salvate erano, stavano perfettamente in salute piena. Ok. La prima cosa da assicurarsi quando soccorriamo una vittima è che l’ambiente in cui lo facciamo sia sicuro. Cosa vuol dire? Qui all’Università grossi rischi non ce ne sono, ma se dovessimo farlo in una strada, ecco che dovremmo assicurarci di non mettere a repentaglio la nostra salute, ok? Quindi, spostare la vittima, mettersi in un posto sicuro. Piccole accortezze che dovremmo mettere però in atto e quindi frenare a volte la nostra irruenza di voler fare qualcosa, salvare la vita a una persona. Ok? Due, tre, cinque secondi di lucidità ci permette di effettuare tutto in maniera più sicura. Dopodichè bisogna effettivamente assicurarci che la persona sia priva di coscienza. Come lo facciamo? Ci avviciniamo e lo chiamiamo verbalmente, lo scuotiamo leggermente sulle spalle in questo modo qua: “Signore, signore!”. Una volta che ci assicuriamo che non ci risponde e che quindi è privo di coscienza, dovremmo immediatamente mandare chi è vicino a noi a chiamare il 118. Ormai il cellulare ce l’anno tutti, per cui, anche se dovessimo trovarci da soli potremmo farlo noi, no? “Aiuto, aiuto! Sta male, chiamate il 118!”

Però, mi raccomando, facciamolo, altrimenti poi presi dalla foga dell’intervento, potremmo… Bene, una volta che ci siamo assicurati di aver chiamato il 118, che la persona non risponde, gli scopriamo il torace, guardiamo sommariamente se respira, ok? Una volta fatto questo check, diciamo, passiamo ed effettuiamo il massaggio cardiaco.

La vittima sia su un piano rigido e quindi, se ci troviamo ad operare al di fuori di un ambiente che può essere ospedaliero o così, distesa a terra. Ribadisco, distesa a terra, perché spesso si domanda, le gambe sollevate, il braccio messo così, no. Eliminiamo alcune cose e così sappiamo bene cosa fare, distesa a terra. Io anche devo essere in una posizione comoda, naturalmente. Ok? Quindi vicino al torace della vittima, ben posizionato, saldo con le gambe a terra. Ok?

Se è in arresto cardiaco, non respira. No, ahimè no. Se respira bene, ho chiamato il 118 però è comunque una persona che è priva di coscienza, per cui avrà bisogno di aiuto. Qua non sto a dirvi le mille cose che potrebbero, a cui potreste trovarvi di fronte, non ha importanza, ho chiamato il 118, sto vicino a lui, mi assicuro che la situazione, non faccio la manovra. Dove vado a fare questa manovra? Prendo questa linea diciamo ipotetica intra mamillare, tra i due capezzoli, ok, tra i due pettorali. E, volgarmente detto, con il calcagno della mano, lo posiziono al centro del torace., sullo sterno, quell’osso un po’ più lungo che ho. Ok? Molto semplice. In questo modo qua, va bene? Indifferente se lo posiziono con la mano destra o la mano sinistra, non ha importanza, come vi trovate meglio, non c’è nessuna regola. L’importante è che le mie braccia siano ben tese. Io devo aver un po’ la sensazione di “cadere oltre” la vittima. In questo modo sono sicuro di essere perpendicolare con il mio torace a quello della vittima. Perché dico questo? Perché il massaggio va effettuato in modo perpendicolare e non obliquo. Mi spigo: non devo stare qua e massaggiare in questo modo qua. Perché? Perché il cuore si trova tra lo sterno, la parte sotto, tra, scusate, la colonna vertebrale e lo sterno. E io facendo questa compressione lo “spremo” in maniera perpendicolare. Ok? Devo fare forza con il peso del mio corpo, non con i polsi, non con le braccia, usando tutto il corpo in questo modo qua, ok? Quanto devo abbassare la gabbia toracica? Diciamo almeno cinque centimetri, nella realtà non ci sono i centimetri, ma è una misura importante cinque centimetri, ok? Per cui devo spingere con forza e anche molto veloce, circa cento compressioni al minuto, per cui, in modo veloce. Ok?

Non devo “saltellare” sul torace. Una volta che ho trovato il punto in maniera corretta, lì rimango. Ok? In questo modo qua. Se lo perdo, posso scivolare, può succedere qualsiasi cosa lo riprendo in maniera corretta. Lo faccio a cento compressioni al minuto, per cui abbastanza veloce. L’ideale, magari non in questo luogo, sarebbe alternare trenta compressioni a due ventilazioni. Ma adesso, diciamo, le linee guida vanno sempre più verso, a fare solamente il massaggio, quindi massaggiare in continuo.

Secondo voi quanto tempo massaggiamo? Finchè ce la facciamo e soprattutto, se abbiamo chiamato il 118, finchè arriva, ok? Per questo è importante chiamarlo, ok? Io massaggio e posso anche farmi aiutare, diciamo, se c’è un’altra persona con me posso fare il massaggio, due o tre minuti e poi dare il cambio, ok?

Ci può essere una piccola pausa, comunque possiamo effettuare delle piccole pause, perché è difficile, adesso vi renderete conto durante le esercitazioni, mantenere sempre lo stesso ritmo per tanto tempo. E’ chiaro che se succede in un luogo pubblico in cui è subito reperibile il 118 e vengono i due o tre minuti è una cosa. Se si riprende, ci fermiamo, lo teniamo disteso, aspettiamo che arrivi il 118, lo tranquillizziamo, valutiamo costantemente se c’è qualche variazione, se smette di respirare, se sta male, lo rassicuriamo, eventualmente si può mettere un cosa sotto la testa, e speriamo che arrivi presto il 118.

Sempre meglio disteso, sempre meglio disteso! Se è successa una cosa di questo genere è sempre meglio tenerlo disteso. Non vanno alzate le gambe.

Non vanno alzate le gambe, non vanno spostate le braccia. Oltre a trasmettere le cose che dobbiamo fare in questo piccolo corso, pensando a quello che dobbiamo fare, capiamo quello che non dobbiamo fare. Tutte le robe in più sono in più, è meglio non farle. Per cui, concentratevi quando, se vi succederà, su quello che sapete fare, il resto non è necessario.

Se una persona va in arresto cardiaco davanti a voi, il fatto che lo massaggiate, e comunque il sangue resta ossigenato, e massaggiate in circolo sangue che ha comunque una certa quantità di ossigeno. Le stesse compressioni, comprimere ed espandere il torace fa sì che un po’ di ossigeno entri. Quindi è bene non interrompere il massaggio per le ventilazioni. Il fatto di interrompere continuamente il massaggio per ventilare la vittima, soprattutto fatto da persone che non sono tanto esperte, comporta molta perdita di tempo.

Vedrete, ci vuole abbastanza forza, se fatto con le braccia ci vuole abbastanza forza, se fatto con il corpo è necessaria un po’ meno. Questo qui dà una risposta costante, nel senso che il contrasto è sempre uguale, in una persona cambia molto. Dall’inizio, soprattutto se la rianimazione si protrae nel tempo diminuisce.

Si può anche rompere una costola, succede spesso e non ci si deve fermare, si va avanti. Ricordiamoci che da un alto c’è la vita e dall’altro ci può essere una frattura della costola. Io firmo per la vita, ecco.

Se fa molto freddo forse addirittura è un bene per la vittima perché avete sentito parlare di ipotermia prima e durante gli arresti cardiaci, per cui io direi che fa bene, ma non è così importante, insomma. E’ più importante che lo rianimiamo e che lo portiamo all’arrivo dell’ambulanza con un certo circolo, dopodichè ci penseranno loro, insomma.

Ci sono un sacco di modi con cui l’arresto cardiaco si manifesta. Può essere un po’ preannunciato dalla persona con un malessere, ma può essere come un interruttore che si spegne. Avete visto quel calciatore, no recentemente che gioca, passa da uno stato di assoluto benessere alla caduta a terra. Un sacco di possibilità; purtroppo non ce n’è una sola.

Proviamo a ipotizzare un caso: c’è un ipotensione, uno sbalzo di pressione, cioè la pressione si abbassa, c’è una reazione vagale e la persona sviene, perde coscienza. Non è in arresto cardiaco. Io sono un profano, vedo che sono in dubbio, respira, non respira, bon. Allora io dico: “Facciamo il massaggio cardiaco”, secondo me, lo stiamo facendo su una persona sbagliata, si riprenderà subito, si riprenderà subito. Però se non lo faccio il massaggio cardiaco, allora è perso. “A prescindere, sì?”.Allora nel dubbio dico di sì, se sarà un’ipotensione si riprenderà immediatamente e mi dirà: “Ma che cavolo stai facendo?”.”Ti chiedo scusa,io pensavo…, ok, va bene, ciao” E’ ipoteso. “Respira o non respira?” Respira, può essere anche un’ipotensione così grave da portarlo all’arresto cardiaco, questo sì.

Però io dico, non facciamo delle fini distinzioni, perché diventa difficile, entriamo in un campo, no, di gente che lavora tanti anni in questo campo qua e magari anche noi possiamo andare in difficoltà se ci troviamo dall’esterno, perché non è semplice. Però nel dubbio, quello che posso dirvi è fate le manovre. Su un cuore che batte non faremo danni, no,non faremo danni. Comunque, un’altra domanda potrebbe essere stata: se la vittima è in arresto cardiaco, io faccio le manovre, si riprende, ma non dà segni di ripresa evidenti, tali che io smetta di fare il massaggio cardiaco, però il suo cuore inizia a battere, se io ci massaggio sopra, cosa succede? Ma comunque, dopo un arresto cardiaco la funzione del cuore non è così buona da garantire un flusso cerebrale, no, buono, per cui se io ci massaggio sopra, del male non faccio, ok.

Sommariamente devo capire se il torace si espande. Spesso noteremo dei movimenti di pancia un po’ strani, questi non sono dei respiri. Ricordiamoci che respiriamo col torace, ok? Ma nel dubbio interveniamo, facciamo le manovre. “Avvicinando l’orecchio molto al naso, per esempio si..? Sì, però se c’è rumore, se c’è vento non lo capiremmo, no, allora è meglio guardare se il torace si espande, ok? Altrimenti se non si espande, iniziare con le manovre.