Il defibrillatore è un dispositivo salvavita che riconosce le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca ed eroga - se necessario e possibile - una scarica elettrica al cuore, azzerandone il battito cardiaco e, successivamente, ristabilendone il ritmo. Un defibrillatore, generalmente, è composto da due elettrodi che devono essere posizionati sul torace del paziente (uno a destra e uno a sinistra del cuore ) e da una parte centrale dedicata all’analisi dei dati da essi trasmessi.
Difronte a qualcuno che è incosciente, controlla sempre i pericoli e cerca i rischi prima di iniziare ad aiutare. Se non ci sono pericoli per la tua incolumità intervieni nelle operazioni di emergenza della persona incosciente.
In caso di arresto cardiaco:
Questa serie di azioni fa parte della catena della sopravvivenza, e rappresentano i primi passaggi che, se eseguiti correttamente ed in sequenza, possono aumentare le possibilità di sopravvivenza.
Il cuore è organo muscolare cavo suddiviso in quattro cavità: due atrii (destro e sinistro) e due ventricoli (destro e sinistro). Il miocardio, la parte muscolare del cuore, è in grado di generare e condurre in modo autonomo gli impulsi nervosi per regolare la contrazione degli atri e dei ventricoli che fanno circolare il sangue in tutto l’organismo. La sorgente di questi impulsi, che sono di tipo elettrico, è a livello dell'atrio destro del cuore (detto nodo seno-atriale). È questo tessuto che scandisce la giusta frequenza di contrazione del cuore in maniera tale da garantire un ritmo normale. Quando il cuore si contrae sotto l'azione del nodo seno-atriale, medici e cardiologi parlano di ritmo cardiaco normale o ritmo sinusale ed è compreso tra 60-100 battiti al minuto. Nell’arresto cardiaco c’è un problema nel sistema elettrico del cuore che, non pompando più il sangue nell’organismo, mette a rischio la vita delle persone. Il defibrillatore è un dispositivo che, generando una scarica elettrica di brevissima durata, ma ad alta energia, crea uno shock che interrompe questa condizione e permette al cuore di partire nuovamente a battere con un ritmo regolare.
La grave conseguenza di un arresto cardiaco è l’impossibilità del sangue di raggiunge i tessuti e gli organi che, non ricevendo ossigeno, vanno incontro a sofferenza e morte. Il cervello è un organo particolarmente sensibile: bastano pochi minuti senza ossigeno perché le cellule nervose muoiano, con danni che possono compromettere molte funzionalità e la stessa vita.
Il tempo massimo per intervenire in modo efficace su un arresto cardiaco è al massimo 10 minuti. Ogni minuto perso (in assenza di respirazione cardiopolmonare, defibrillazione o soccorso medico) equivale a una riduzione della sopravvivenza del 7-10%. Questa percentuale si può ridurre al 3-4% se si attua immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. Il tempo per cardiovertire un arresto cardiaco e "resuscitare" il paziente, prima che i danni al cervello siano irreversibili, è correlato comunque all'efficacia della rianimazione cardiopolmonare.
La LEGGE 3 aprile 2001, n. 120 consente l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede extra-ospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché' al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.
Tuttavia il Dae è sicuro, guida il soccorritore stesso con istruzioni vocali e visive, permettendo la scarica solo se effettivamente necessaria, pertanto, in caso di necessità e seguendo le indicazioni impartite dagli operatori del centralino del 112, può essere usato da chiunque.
L'Università degli Studi di Trieste ha installato n.25 di DEFIBRILLATORI che sono stati collocati in punti strategici in varie sedi universitarie.
I defifbrillatori sono stati posizionati sia nel comprensorio di Piazzale Europa, che nelle palazzine di S. Giovanni oltre che in centro città: Collocazione dei Defibrillatori
I defifbrillatori sono stati posizionati presso il Polo Universitario di Gorizia: Collocazione dei Defibrillatori