Servizio Prevenzione Protezione

Ultimo aggiornamento contenuto: 01.02.2018 15:19:13

Roberto Massi, VVFF

La prevenzione incendi è importante nella sicurezza antincendio per gli edifici dell’Università di Trieste per la sicurezza degli edifici  e per la sicurezza della persone. Negli edifici ci sono tantissime persone. Ci sono uffici, laboratori, aule; sono diverse tipologie di ambienti ciascuna con i suoi rischi specifici. Il comportamento delle persone è importante nelle prevenzione incendi perché la maggior parte degli incendi sono causati dall’errore umano. Pertanto è vietato fumare in tutti gli edifici.

I laboratori chimici sono particolari: le procedure di sicurezza e le indicazioni del responsabile devono essere seguite con attenzione. Nelle aule il problema è l’affollamento: dunque in caso di incendio la cosa più importante è mantenere la calma e seguire le istruzioni dei piani di emergenza e della cartellonistica di sicurezza per uscire. In caso di incendio (o in generale in caso di emergenza) bisogna chiamare il numero 115. Il comando provinciale di Trieste dei Vigili del Fuoco darà risposta alla chiamata e potrebbero essere chieste ulteriori informazioni sul nome e sul numero di telefono da dove si sta chiamando.

Ciò è importante perché potrebbe essere necessario avere ulteriori informazioni nel periodo del tragitto dalla caserma al luogo dell’intervento. In caso di incendio è molto importante arrivare rapidamente. Ci sono tanti edifici a campus dell'Università di Trieste, pertanto è necessario sapere in quale. E’ anche importante sapere dove è l’incendio: per un piano terra non ci sono problemi,  mentre un piano alto necessita il camion con autoscala.

Bisogna evitare di parcheggiare automobili e motociclette nelle aree delimitate dalle strisce gialle perché potrebbero ostacolare i mezzi di grandi dimensioni  dei pompieri:  è infatti molto importante arrivare il più vicino possibile all’edificio dove si è sviluppato l'incendio. Quando si esce da un edificio in caso di emergenza bisogna uscire mantenendo la calma, seguendo le indicazioni del piano di emergenza e recandosi al punto di raccolta.

In questo momento ci troviamo precisamente sotto un cartello che indica il punto di raccolta. Questo è molto importante perché nel caso in cui ci sia stata l’evacuazione del personale all’interno degli edifici, mantenendo la calma e following le indicazioni impartite dal piano di emergenza, questo sarà il punto di raccolta ovvero il luogo sicuro dove voi dovrete essere.

Invece, qui ci troviamo all’interno di un edificio per vedere quali sono i dispositivi  a disposizione nel caso in cui  possa essere l'inizio d’incendio. Ecco la da 45 mm fire hose, in cui the nozzle è incorporato, per cui questo dispositivo serve per spegnere l’incendio; però forse è meglio che questo dispositivo venga utilizzato da noi quando arriviamo perché comunque, essendo un dispositivo che ha una portata d’acqua di circa 200 litri/minuto, non è semplice da utilizzare.

Invece, qui troviamo l’estintore, che è un dispositivo per il primo intervento molto frequente e molto comune: lo si trova a disposizione in tutti i siti, in tutti i corridoi, in tutte le aree dove la protezione antincendio è necessaria ; esso è pertanto un dispositivo portatile di primo intervento che va utilizzato con criterio e con attenzione. La cosa più importante è non mettere a repentaglio la nostra sicurezza quando utilizziamo un simile dispositivo. L’estintore è pertanto dotato di un cartellino di identificazione in cui vengono riportati tutta una serie di dati tra cui la scadenza e tutte le manutenzioni successive. E’ buona regola e buona norma che questo cartellino non venga tolto o venga fatto sparire per vandalismi e cose del genere, perché quel cartellino è praticamente la carta d’identità dell’estintore: se quel cartellino viene a mancare noi non siamo più sicuri che il dispositivo sia efficiente o meno.

In questo lato troviamo invece il piano di evacuazione, che troveremo lungo tutti i corridoi con le indicazioni per quanto riguarda l’evacuazione delle persone in modo sicuro. Troveremo poi la cartellonistica di sicurezza per quanto riguarda l’indicazione delle vie di esodo. Troveremo questi piani di evacuazione in tutti gli edifici, essi hanno lo scopo di dare tutta una serie di indicazioni per trovare la via d’uscita nel più breve tempo possibile.

Riepilogando, vediamo dunque quali sono i comportamenti che voi dovreste tenere nel caso in cui si verifichi un’emergenza. Speriamo mai, però nel caso in cui si verifichi sono questi:

-          adesso ci troviamo all’interno di un aula, in cui, in caso di problemi, ci sarà il docente che darà le indicazioni da mantenere durante l’evacuazione; l’importante è mantenere la calma. Una volta usciti, l’ultimo sarà la persona che dovrà chiudere la porta perché nel caso in cui si sia verificato un incendio non dobbiamo avere la propagazione delle fiamme e tantomeno dei fumi. Pertanto l’evacuazione deve essere fatta in modo corretto e soprattutto seguendo le indicazioni di chi sarà preposto ad effettuarle.

-          un altro comportamento da evitare è gettare mozziconi di sigaretta per terra, di fumare all’interno degli edifici, di usare piastre riscaldanti, phon, (dispositivi comunque che producono calore e temperatura) senza le dovute precauzioni, soprattutto per quello che riguarda i labs. Ad esempio nello specifico nel laboratorio di chimica troveremo delle sostanze che sono anche incompatibili, pertanto chi ci lavora deve aver coscienza di quello che stanno utilizzando e aver sempre presente che c’è la possibilità di avere dei rischi.

-          il punto di raccolta alla fine dell’evacuazione sarà sempre indicato nelle tabelle con le indicazioni riguardanti il comportamento da mantenere in caso di emergenza. Un’altra cosa molto importante, in caso di evacuazione dove c’è un’elevata presenza di persone, è aiutare sempre chi si può trovare in difficoltà; non pertanto diamo per scontato che tutti siano veloci e rapidi: potremmo avere delle persone disabili, potremmo avere comunque delle persone che hanno problemi a deambulare e che magari hanno un gesso a una gamba e pertanto devono essere aiutati. Non bisogna abbandonare le persone, bisogna accertarsi che tutti siano usciti sia durante le prove di emergenza, sia nel caso in cui si sia verificato un caso reale. Dunque,  è necessario fare molta attenzione che tutti siano usciti e che tutti siano in posizione di sicurezza.

PREVENZIONE INCENDI, Pierpaolo Barduzzi, tecnico

Pensiamo che l’incendio è una cosa che comunemente non ci riguarda. In realtà, statisticamente parlando, nella regione Friuli Venezia Giulia ogni ora e un quarto, i Vigili del Fuoco devono partire per spegnere un incendio di grande o piccole dimensioni; per cui questo ci riguarda in realtà più di quello che si pensa.

L’incendio, statisticamente parlando, dipende per il 50% da un fattore umano, cioè errati comportamenti nel nostro vivere quotidiano, per il 10% it is a arson, per lo più ai fini assicurativi o immobiliari,  per il 25% l'incendio riguarda impianti elettrici e per il 15% è relativo a cause varie, tipo combustioni spontanee e cause incidentali. In Italia l’incendio, causa danni al patrimonio immobiliare stimati in circa 20 milioni di euro all’anno, provoca 450 morti all’anno e oltre 150mila persone intossicate o ferite per cause dirette dallo stesso, per cui noi dovremmo cercare di contrastare gli effetti degli incendi per mezzo di una serie di misure di prevenzione degli incendi che si definiscono come: “l’insieme sistematico delle misure atte a prevenire l’insorgenza di un incendio e a contrastarne gli effetti allorquando lo stesso si manifesti per limitare i danni alle persone, agli animali, e alle cose mobili e immobili”. La prevenzione incendi si attua attraverso misure di protezione attiva, passiva e precauzionali di exercise.

Le misure precauzionali dipendono dal fattore umano, ovvero protocolli e attenzione ai comportamenti. Le misure di attiva protezione  sono l’insieme sistematico degli plant e degli apparecchi che utilizziamo direttamente per spegnere gli incendi: estintori, idranti, naspi, impianti d’allarme, illuminazione d’emergenza ecc.. Le misure di protezione passiva sono il modo di costruire gli involucri edilizi, scegliendo cioè dei materiali che abbiano determinate resistenze o reazioni al fuoco (persistenza al fuoco del materiale  e capacità di tenere per un periodo predeterminato la stabilità, la tenuta ai fumi e l’isolamento termico). Per esempio, questa è una porta antincendio che ha una capacità di 120 minuti, così definita porta REI: cioè per 120 minuti (2 ore) essa  riesce a contenere l’incendio all’interno di questo laboratorio in modo da evitare che lo stesso si propaghi all’esterno. Poi possiamo utilizzare dei materiali che abbiano scarsa reazione al fuoco, cioè la scarsa capacità del materiale stesso di partecipare in maniera attiva alla combustione e l’altro fattore appunto sono le misure precauzionali di esercizio che appunto dipendono dal fattore umano.

Cos’è un incendio? L’incendio è una di ossidoriduzione reazione chimica sufficientemente rapida a originare una combustione non controllata in grado di espandersi nel tempo e nello spazio, finché tutto il materiale combustibile all’interno di un compartimento (come si definisce in termini tecnico) riesce a bruciare. Affinché si verifichi la reazione chimica di combustione devono esserci dei “personaggi” che  interagiscono fra di loro. Tali “personaggi” sono un combustibile, [un comburente e una fonte di innesco].

Un combustibile è un materiale che ha una capacità intrinseca di dar luogo ad una combustione, se miscelato opportunamente con una certa percentuale d’aria (che in termine tecnico si definisce "aria da combustione") e in presenza di una fonte di innesco in grado di dare luogo a una miscela combustibile (può essere una fiamma libera o per lo più il calore che da luogo a questa reazione). Questo è definito il triangolo del fuoco; oltre a ciò in realtà la combustione dipende da tutta una serie di parametri chimico - fisici, che se non vengono respected, l’incendio non può aver luogo. Uno di questi, per esempio è la temperatura di ignizione, che rappresenta la temperatura minima al di sopra della quale un materiale combustibile emette dei vapori in grado di formare la miscela "combustibile - ossidante"  che, in presenza della fonte di innesco, origina la combustione. Per esempio, se durante l'inverno noi portiamo il  diesel in alta montagna, non riusciremo mai a generare un incendio in quanto il diesel riesce ad emettere dei vapori in grado di formare la miscela "combustibile - ossidante" al di sopra dei 65 °C, per il legno [questa temperatura è] 400 °C.

La fonte di innesco può essere una fiamma libera, ma prevalentemente è il calore che si genera nell’ambiente. Vi mostro un esempio: mettiamo questo pezzo di carta vicino all'accendino ; questo pezzo di carta dà luogo ad una combustione solo for per effetto del calore. Questa è una delle cause che genera l’espansione dell’incendio all’interno degli edifici, perché una reazione di combustione dà luogo mediamente  a temperature di 800-1200 °C; in un ambiente, il legno brucia a 400 °C, per cui se in questo compartimento, in questa stanza si verifica un incendio, questa parete raggiunge delle temperature di circa 700 °C; allorquando nella stanza vicino c’è un mobile attaccato alla parete, lo stesso darà luogo ad una combustione spontanea capace di far propagare l’incendio nel resto dell’edificio. Per questo la scelta di materiali (la protezione passiva) permette di contenere l’incendio  all’interno del cosiddetto compartimento che è un’area confinata, per un determinato periodo di tempo.

Questo sistema di protezione passiva è un filtro smoke proof, che evita che l’incendio si propaghi all’interno dell’edificio. Questo filtro è costituito da due porte aventi  una predeterminata resistenza al fuoco, separate tra di loro e dotate di un filtro di aspirazione interno, che fanno sì che i fumi vengano risucchiati  e non si propaghino all’interno di questo vano scale, facendo sì che l’incendio non si propaghi e che sia consentito alle persone di uscire in sicurezza. Dieci chilogrammi di legna generano in un minuto of combustione circa sessanta metri cubi di fumi e gas tossici che fanno sì che una comune stanza si riempia di fumo in trenta secondi e un vano scale  condominiale in circa un minuto. Per cui, quando trovate queste porte, tenetele chiuse, perché se esse sono state installate  c’è un motivo.

I sistemi di attiva protezione  sono invece tutti quelli usati direttamente per contrastare l’incendio e possono essere dispositivi portatili come gli estintori o dispositivi fissi tipo idranti, naspi. Però non tutti questi sistemi sono idonei per spegnere un generico incendio.

Gli incendi si classificano secondo una nomenclatura che va dalla A alla F che rappresenta la tipologia del combustible che dà luogo e che partecipa attivamente alla combustione. Si definiscono:

  • incendi di classe A: incendi capaci di generare fuoco e generare ceneri e braci, come il legno;
  • incendi di classe B: incendi sono di materiale liquido tipo oli e benzine;
  • incendi di classe di C: sono quelli di gas;
  • incendi di classe D:  incendi sono metalli pesanti tipo sostanze chimiche che danno luogo a reazioni pericolose con l’acqua o con le schiume;
  • incendi della cosiddetta classe E: riguarda la classe di incendi di natura elettrica;
  • incendi della nuova classe F, appena introdotta dalla normativa europea: riguarda incendi di oli e grassi minerali, ad esempio il classico incendio of the pentola con l’olio bollente a casa.

Per esempio, questo apparecchio portatile, detto comunemente estintore, è in grado di spegnere fuochi di classe A, B e C, per cui non potremmo usarlo per esempio su fuochi di classe D, tipici di un laboratorio. Quest’altro apparecchio in realtà può essere utilizzato esclusivamente per fuochi di classe B cioè liquidi infiammabili e gas, ma non va usato direttamente sulle bombole come qui in laboratorio in quanto questi apparecchi contengono anidride carbonica e, una volta liberato il gas ad una temperatura di -89 °C, questo potrebbe causare l’esplosione della bombola su cui viene utilizzato. Gli estintori sono previsti nell’attività assoggettata al controlli dei Vigili del Fuoco e non, e sui luoghi di lavoro; essi sono collocati mediamente ogni 30 metri, perché la loro durata di estinzione è compresa tra 10 e 30 secondi, per cui la loro collocazione fa sì che più estintori  possono essere impiegati in tempi sufficientemente rapidi. Gli estintori devono essere utilizzati solo su un inizio di incendio prima della fase di propagazione dello stesso; successivamente quando l’incendio si propaga gli unici sistemi per poter contrastarne gli effetti sono gli impianti fissi quali idranti, impianti fissi di estinzione.

I sistemi di protezione attiva annoverano anche gli impianti di rivelazione incendi che possono essere automatici oppure manuali come questi  che comandano sia le fire doors, cioè che attivano la compartimentazione, e sia activate l’allarme in modo da poter permettere alle persone di uscire dall’edificio. Questi da non confondersi con questo altro pulsante che rappresenta probabilmente un pulsante per sgancio  elettrico  da utilizzarsi in conformità ai  di emergenza e di evacuazione piani specifici per ogni singola attività ai fini antincendio.

Tra i sistemi di protezione attiva, ci sono anche the safety signs, che rappresenta una comunicazione non verbale che ci dà delle determinate indicazioni su determinati tipi di argomenti mediante dei pittogrammi. La segnaletica, a seconda del tipo di sfondo, si distingue in:

  • segnaletica di divieto, caratterizzata da white background bianco e disco rosso che dà un divieto di fare qualcosa, per esempio il smoking prohibition è il più comune;
  • obligation segnaletica, caratterizzata da sfondo blu con pittogramma bianco che ci impone determinate prescrizioni, per esempio per i laboratori utilizzare lab coats, occhiali, varie maschere di protezione delle vie aeree etc.;
  • danger segnaletica, caratterizzata da uno sfondo giallo con pictogram nero che ci dà un immediato avviso del pericolo specifico;
  • salvataggio segnaletica , caratterizzata da sfondo verde con pittogramma bianco che ci dà informazioni o sulle vie di uscita o per esempio su dove sono presidi, come cassette di pronto soccorso, docce di emergenza, il lava occhi e quant’altro;
  • segnaletica di antincendio, caratterizzata da sfondo rosso con pittogramma bianco che ci dà informazioni dove troviamo i sistemi di protezione attiva quali estintori, idranti o pulsanti di emergenza, di sgancio.

Cosa fare in caso di incendio? Sostanzialmente, attuare le misure del piano di evacuazione. Il piano di evacuazione è specifico for ogni singolo edificio e per ogni singola attività, it è a disposizione presso le vostre structure. Troverete cartelli tipo questi che vi danno le informazioni delle procedure in caso di emergenza, la collocazione dei sistemi di spegnimento e il sistema organizzato di vie di fuga da seguire per abbandonare l’edifico. Se l'incendio è all'inizio, si possono utilizzare gli estintori portatili per cercare di estinguerlo, altrimenti voi dovete abbandonate il locale, avendo cura di chiudere le porte e finestre in modo da evitare la propagazione dell'incendio e dei fumi, portate vi a trenta meters dall’edificio e chiamate i Vigili del Fuoco chiamando il numero 115. Attenzione che Trieste si trova in una zona di confine, per cui i telefoni cellulari  tendono ad agganciare reti estere tipo slovene e croate: però purtroppo, in the roaming, il numero 115 è inesistente, quindi sarebbe buona norma memorizzare nel telefono cellulare, anche il numero della caserma dei Vigili del Fuoco 0403789111, componendo +39  precedentemente.

Come si effettua una chiamata di emergenza? Innanzitutto dite dove vi trovate e cosa sta succedendo. Questo perché in caso di caduta di linea o di rete, l’operatore della centrale operativa saprà che in un determinato posto sta succedendo qualcosa, per cui vi manderà intanto qualcuno in soccorso. Poi specificate cosa sta succedendo, il numero di persone coinvolte, i rischi presenti, dei riferimenti telefonici, e possibilmente fornite informazioni per raggiungere facilmente il luogo, vista anche la realtà complessa della struttura universitaria.

IMPIANTI ANTINCENDIO IN ATENEO Andrea Mondo, tecnico

Buongiorno, siamo nella sala controlli della sezione tecnica dell’Università di Trieste. Io sono un addetto responsabile degli impianti di antincendio. Io posso introdurvi un discorso generale su quelli che sono gli impianti e le dotazioni che proteggono i vari edifici nell’università. La realtà universitaria è abbastanza complessa: ci sono impianti di diverso tipo per la sorveglianza della sicurezza delle persone e per l’antincendio. Essenzialmente the plant e le dotazioni per l’antincendio sono sia estintori, idranti, manichette,  sia impianti speciali, che vanno dalla rilevazione di fumo e incendio all'estinzione automatica e a sistemi di video sorveglianza che qui vengono centralizzati nella nostra sala controlli. Nei dispositivi di estinzione troviamo  gli estintori e gli idranti di diverse caratteristiche che vengono posizionati a seconda della destinazione d’uso dei rooms, quindi estintori a polvere, estintori a CO2 nelle  vicinanze di quadri elettrici e di apparecchi in tensione, manichette e idranti il cui utilizzo necessita comunque un certo grado di istruzione dalla parte dell’operatore.

L’università ha realtà molto diverse  (ambiti tipo industriale, mechanical officine, magazzini, laboratori chimici) quindi sarà necessario sia il sistema di rilevazione standard (rilevazione fumo a soffitto, quelli con la lucetta rossa), sia sistemi più complicati per la rilevazione di gas particolari nei laboratori chimici ai quali spesso è associato anche un sistema di estinzione automatica. Quindi la realtà dell’università di Trieste è abbastanza  variegata sia per quantità che per tipo di plants che ci sono e ogni singola structure ha le sue caratteristiche, le sue peculiarità e ha i suoi sistemi di protezione.

I sistemi automatici di estinzione consentono non solo il controllo di un inizio d’incendio, ma bensì il vero e proprio soffocamento della fiamma. At the university essi sono molto variegati e complessi e vanno da sistemi di spegnimento con gas inerti che quindi consentono di soffocare l’incendio a sistemi classici, splinkler ad acqua utilizzati di solito nelle autorimesse.

Insieme agli impianti di protezione antincendio there ci sono sistemi che consentono a noi di sorvegliare gli ambienti universitari: sistemi di telecamere, sistemi di controllo degli accessi che consentono praticamente di tener conto anche della possibilità che si verifichino atti vandalici, abbastanza diffusi in realtà come quella universitaria. Per combattere questo tipo di fenomeni, l’università sta dotando in gran parte dei suoi edifici con sistemi di closed circuit camera, centralizzati e collegati con la nostra sala controlli e anche successivamente con il servizio di vigilanza, in modo da garantire sia la sicurezza delle persone che l'ordine pubblico.

A fianco a questo tipo di impianto, particolarmente complesso, ci sono anche strumenti che consentono a chiunque si trovi nelle vicinanze di poter intervenire in caso di pericolo o di necessità con delle semplici istruzioni che si possono ricevere nei corsi di base all'università. Ad esempio, tra questi, vi troverete diverse tipologie di pulsanti negli edifici che vanno dai pulsanti di allarme manuale che consento l’attivazione di pannelli, sirene per l’evacuazione dell’edificio, da non confondere invece con quelli che sono gli interruttori  elettrici che consentono di intervenire e di salvare la vita umana, realmente, in caso di folgorazioni e ancora distinguerli da quelli che sono i pulsanti di sgancio di ascensori. Gli interventi su questi tipo di apparecchiature andrebbero fatti solo da persone formate, che quindi sanno su cosa intervene e quando intervenire; però questi pulsanti sono accessibili anche alle persone e quindi è giusto che le persone sappiano che esistono.

Negli edifici universitari, essendo  soggetti ai controlli di prevenzioni incendi, i compartimenti vengono realizzate, cioè strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco tali da consentire una limitazione di una diffusione di un eventuale incendio a delle zone ben precise. Di queste compartimentazioni, che rappresentano in sostanza zone sicure, troviamo sia le vie di esodo che le compartimentazioni  realizzate per mezzo delle fire doors. Queste porte sono dotate di maniglioni antipanico per consentire lo sfollamento e devono essere tenute di regola chiuse; la loro efficacia avviene solo se sono mantenute chiuse. La condizione di porta tagliafuoco aperta è consentita solo con sistemi automatici di sgancio, quindi con sistemi tipo magneti di auto ritenuta che generalmente sono controllati dalle centrali di rilevamento incendio, che in caso di pericolo, sganciano i magneti e consentono un’efficace compartimentazione e tenuta dell’eventuale incendio.

Le zone filtro sono quelle racchiuse tra due porte tagliafuoco e consentono una sorta di separazione da quella che può essere una zona sicura di un compartimento, alla zona sicura di un altro compartimento e garantiscono l’efficacia di una protezione cosiddetta passiva, cioè permettere che l’eventuale incendio non si propaghi a tutto l’edificio, ma sia limitato ad una porzione di questo.

Gli impianti automatici di estinzione sono efficaci solo fintanto che queste compartimentazioni vengono garantite con il loro grado di sigillatura, quindi con porte mantenute chiuse.  Quindi, non bisogna bloccare le porte tagliafuoco, doors che dovrebbero stare chiuse, con blocchetti di legno o con qualsiasi altro modo, perché in questo modo l’efficacia degli impianti della protezione è compromessa.

Tutti i presidi antincendio (quindi estintori, idranti, impianti di rilevazione o comunque tutte le componenti che devono garantire la sicurezza negli edifici) non devono mai essere soggetti ad atto di vandalismo o comunque ad attività ludiche che possono modificarli o danneggiarli, perché questo comporta sanzioni penali. Quindi, manomettere estintori,  manomettere impianti o modificare impianti che servono alla sicurezza delle persone comporta non solo rischi per tutta l’utenza universitaria, ma comporta anche delle sanzioni particolarmente pesanti. Ad esempio utilizzare estintori nelle feste universitarie, attivare idranti, o manomettere estintori è da considerare non solo un atto di danneggiamento o comunque un utilizzo improprio di materiale universitario, ma ha una valenza dal punto di vista penale che quindi può essere perseguito per legge.

PREVENZIONE INCENDI IN PRATICA, Marco Tedesco, tecnico

Sono un dipendente dell'Università di Trieste che ha acquisito una certa esperienza con i corsi e anche con il corso antincendio, quindi cercherò di trasmettere, anche a voi studenti, qualcosa in maniera pratica facendo vedere come funziona un estintore e quindi cercando di spegnere un piccolo focolaio da me provocato in una vasca, che è fatta apposta con l’80% di gasolio, e il resto di benzina. Questo è fatto per farvi vedere appunto come avvicinarci ad un piccolo inizio di incendio e come usare in maniera corretta l’estintore. Poi vi farò vedere come si usa una coperta antifuoco, quindi per spegnere un inizio di incendio con una semplice coperta e anche come si può spegnere un inizio di incendio, un piccolo incendio addosso a una persona con una coperta antifuoco. Ritengo che i corsi pratici siano molto importanti, appunto, per poter affrontare dei piccoli incendi non solamente nell’ambito lavorativo, ma anche nell’ambito privato. Quindi ritengo che, come il corso di primo soccorso, il corso antincendio sia anche un molto importante corso proprio per capire quali danni un fuoco può provocare, come gestire le emergenze, come gestire la situazione che ci si trova davanti, e le varie situazioni che ci si può trovare davanti, e gestirle anche nella maniera più semplice senza nessun tipo di safety a propria o degli altri.

Bene, gli estintori, come sappiamo, si trovano in tutti gli edifici, in generale, di lavoro pubblico, ma anche nei cinema, dappertutto. Quindi gli estintori fanno parte della nostra vita comune. Però, forse, pochi sanno come si usa un estintore, può capitare a chiunque di noi di dovere utilizzare esso. Come si utilizzamo un estintore? Un estintore non è nient’altro che un contenitore caricato con azoto e bicarbonato di sodio. Questo fa sì che il bicarbonato di sodio, spruzzato a elevata pressione alla base di un incendio, di rompere il famoso triangolo del fuoco (quindi ossigeno, combustibile e comburente), toglie l’ossigeno all’incendio e l’incendio si spegne. In questo caso però è importante capire che l'estintore non spegne un incendio di grossa entità: un estintore è un dispositivo di spegnimento di piccoli focolai, voglio dire inizi di incendio e di determinati tipi di incendio. Cioè, in una fabbrica di solventi o di benzina (una raffineria), con un estintore a polvere, faremo chiaramente ben poco. Quindi la persona che deve iniziare a spegnere un piccolo fuoco deve anche sapere che cosa dovrà spegnere. Facciamo un esempio: in questo momento un piccolo cestino da scrivania pieno di carta prende fuoco: in un cestino pieno di carta – stiamo parlando di un cestino che ormai ha già iniziato la combustione e quindi le fiamme sono già di 50 – 60 centimetri - la carta brucia in maniera molto rapida. Quindi già in teoria in un ambiente isolato dove le fiamme si possono propagare non, cioè all’aperto, se noi mettiamo un cestino di carta in un piazzale, in teoria tu non si riuscirebbe nemmeno a spegnerlo, perché tuttalpiù la plastica del cestino inizierebbe a fare un fumo schifoso, nero, irrespirabile, però il fuoco da solo si spegnerebbe. Però immaginiamo di voler spegnere il fuoco dentro questo cestino di carta. Allora, come si usa [lo estintore]? A parte che sicuramente in questo caso sarebbe inutile utilizzare un estintore per il cestino, sprecare un estintore; però facciamo finta che dobbiamo usare necessariamente questo estintore. Allora abbiamo un estintore a polvere. L'estintore a polvere ha una chiavetta di emergenza, una chiavetta, una sicura, praticamente, che nel momento in cui dobbiamo usarlo, va strappata; è una chiavetta metallica, una specie di anello, che con più forza possibile va strappato. Dall’estremità opposta c’è un cordino di plastica che trattiene la chiavetta al suo interno in modo che la valvola non possa essere premuta inavvertitamente e, appunto, svuoti l’estintore.

Quindi tirando questa chiavetta, l’estintore è pronto all'uso. Vedete che nella testa dell’estintore (sopra la calotta) ci sono la valvola erogatrice e un piccolo manometro (questo qua, a vista): lancetta deve essere sempre posizionata sullo spazio verde, c’è una scala graduata di colore rosso e verde. Se la lancetta sta sul rosso questo vuol dire che l’estintore è scarico, se sta sul verde abbiamo l’estintore pronto all’uso. Allora, immaginiamo di spegnere incendio in questo piccolo cestino di carta. Noi ci avvicineremo al cestino stando più bassi possibile, anche se il calore che sentiremo non sarà così estremo, ma dobbiamo calcolare il fumo e le fiamme da cui possiamo venire investiti all’aperto, questo perché? Because all’aperto ci può essere il vento, ci può essere l’aria. Quindi comunque l’irraggiamento del calore di una fiamma di un cestino (parliamo di una fiamma di più o meno di 50 – 60 centimetri ) non è pochissimo, quindi dobbiamo sempre stare attenti di avvicinarci in maniera attenta. Quindi ci avvicineremo alla fiamma stando più bassi possibile, tenendo, se siamo destrimani, l’estintore mediante la destra mano, avendo tolto la chiavetta, prima di avvicinarci. Noi terremo la nozzle con la mano sinistra, noi punteremo la nozzle alla base (stando più bassi possibile) all’interno della fiamma, e spareremo più forte possibile subito la valvola, non a colpi o con titubanza; tutto l’estintore si scaricherà in maniera repentina, veloce. Senza sventolare: questo fa sì che aumentiamo solamente l’aria e il fuoco, può un po’ “aumentare” e non diminuire. Ma comunque si vedrà in questo caso che il fuoco si spegnerà subito. Quando faccio vedere agli studenti come si usano gli estintori, io faccio sempre l’esempio del vasetto di fiori: cioè quando noi dobbiamo bagnare un vasetto di fiori, non si deve bagnare la cima, ma si cerca di bagnare sempre la base, la terra, le radici. Così si usa l’estintore: noi cercheremo sempre di puntare l’estintore alla radice del fuoco, non all’inizio delle fiamme, alla cima delle fiamme. Così si avrà un’azione estinguente ottima. Un’altra cosa importante è appunto saper riconoscere l’inizio di un incendio. Quindi cercheremo sempre di spegnere incendio all'inizio, è importante questo, perché noi siamo formati per gestire l’inizio di un’emergenza, l’inizio di un incendio. Non siamo pompieri, non siamo formati per fare i pompieri. Fra un po’ vi spiegherò anche l’uso delle manichette e tutto il resto, però sono cose che vanno lasciate ai professionisti, quindi ai Vigili del Fuoco. Cosa stavo dicendo? Dicevo che bisogna saper riconoscere il tipo di incendio. Incendio di carta: possiamo tranquillamente usare un estintore a polvere, bisogna vedere l’entità dell’incendio. Un estintore a polvere può essere usato anche per un cestino che sta per strada, per esempio, o all’interno di un comprensorio universitario, pieno di carta che brucia, beh, l’entità dell’incendio è sicuramente diversa, no? Andando vicino a un piccolo cestino che brucia, avremo un tipo di calore, un tipo di fumo, una quantità di fumo media, o bassa, insomma. Come una piccola griglia, insomma, non sarà niente di così--- ma un bottino di carta, quelli con le ruote, quelli che si trovano anche per strada, beh, il calore è sicuramente diverso, anche perché un bottino di carta è fatto di plastica e sappiamo che la plastica non reagisce bene con il fuoco, quindi si sprigioneranno fumi sicuramente non piacevoli, neri, pesanti, tossici, sicuramente molto tossici, quindi bisognerà anche stare molto attenti al fumo, oltre che al calore. Quindi la cosa diventa sicuramente più difficile. Quindi bisogna sapere appunto che tipo di fuoco si incontra. Ora, come dicevo prima, noi non dobbiamo fare i pompieri, questo è vero, ma adesso vi faccio un esempio. Facciamo conto che dentro ad una stanza o un laboratorio abbiamo il sospetto che ci sia un inizio di incendio e ci sia qualche collega o comunque qualche persona che era all’interno di questa stanza. Ripeto di nuovo: noi sicuramente non affronteremo una situazione di questo tipo, perché i Vigili del Fuoco saranno già intervenuti se avremo una situazione di questo tipo all’interno del nostro ateneo e all’interno di un edificio del nostro ateneo. Però nel caso, facciamo l’ipotesi, che ci dobbiamo approcciare a una situazione di questo tipo, quindi, consideriamo una stanza di tot meters quadrati invasa da un incendio. Quindi la prima cosa da fare è andare vicino alla porta. Questo perché? Because all’interno di una stanza chiusa, il calore sarà alto. Quindi ipotizziamo che questa porta sia una porta REI. Le porte REI sono dotate di una guarnizione sul loro bordo, che oltre i 60 gradi inizia a gonfiarsi e fa da guarnizione, quindi permette alla porta di contenere il fuoco all’interno dell’ambiente senza far uscire il fuoco, appunto, ma soprattutto contiene il fumo, quindi mantiene l’ambiente esterno vivibile, sano per chi deve contenere, comunque, vivere l’emergenza. Quindi, se saremo costretti a fare questo, ci avvicineremo alla porta e noi sentiremo che già la porta REI inizierà a emanare calore. Quindi, questo ci farà pensare che all’interno della porta ci sarà un incendio di entità grossa. Allora, come si farà? In teoria non bisogna andare là, perché d’istinto uno dice: “Il collega è dentro, io apro la porta”; è la cosa più sbagliata che si può fare. Why? Perché sappiamo benissimo che l’incendio consuma l’ossigeno in qualsiasi tipo di ambiente. It si nutre di ossigeno, praticamente, dell’aria che respiriamo. All’interno di una stanza chiusa, un incendio di grossa entità “mangerà” tutto l’ossigeno all’interno di quella stanza, però quando l’ossigeno terminerà, prima di tutto l’incendio si auto estingue, però nel caso malaugurato di una persona che apra una porta, beh l’incendio cercherà sicuramente di “uscire” proprio dalla stanza e di andare a cercarsi altro ossigeno. Quindi la persona, che inavvertitamente per poca esperienza aprirà la porta, sarà investita da una fiamma. Quindi il consiglio che mi sento di darvi è quello di, se proprio dovete aprire questa porta e vi sentite di – vi sconsiglio di farlo, ma – se vi sentite di dover fare gli eroi e di salvare il collega o le persone dentro questo ambiente, usare la porta come scudo, quindi stare bassi, non mettere le mani sulla porta o sulla maniglia, ma cercare uno straccio o un indumento che isoli la mano dalla maniglia o dalla porta. Because bisogna fare attenzione alle ustioni, cioè toccare una porta con un incendio all’interno è come mettere la mano su una piastra rovente. Non si può prendere la maniglia, ci si scotta, ancora prima di salvare la persona che sta dentro; dovremo noi, a nostra volta, venir salvati. Quindi si capisce benissimo che invece che aiutare, mettiamo in crisi i Vigili del Fuoco, perché oltre che spegnere l’incendio e salvare le persone che si son trovate in difficoltà, essi devono anche salvare noi. Bene. Quindi ci metteremo bassi, cercheremo un qualcosa per aprire la porta e noi apriremo la porta tenendola verso di noi, come uno scudo. Allora, aprendo la porta, ci renderemo conto, se uscirà sicuramente una fiamma o, stranamente, se la porta è calda, solamente del fumo. E il mio metodo è quello tra virgolette, quello che ho appena detto, cioè solamente, perché il fumo non è che uno dice: “Ci sono solo fiamme, io entro”; no! Il fumo, come dicevo prima, è sicuramente formato da più sostanze, tanto più se parliamo di un laboratorio chimico o di un laboratorio in generale ma anche un laboratorio di falegnameria, un’officina mechanical; le sostanze che si possono trovare  sono molteplici. Pensiamo a un incendio che brucia tutto, qualsiasi cosa, quindi i fumi che si possono sviluppare possono essere molteplici; i fumi, sono uguale a gas. Quindi noi non possiamo entrare all’interno di una stanza invasa dal fumo vestiti come sono vestito ora in questo momento in cui vi sto parlando, perché sicuramente io non resisto un minuto, perché il fumo entra negli occhi e, cosa più importante, non siamo equipaggiati di mascherina, di un autorespiratore come i Vigili del Fuoco. Con il primo respiro di fumo (non c’è più l’aria) probabilmente, se non collapse, sicuramente staremo molto male, perché i nostri polmoni vengono invasi da fumo e gas e sicuramente è come sentire una lama che ci strappa i polmoni, quindi noi non riusciremmo a fare assolutamente niente. Il mio consiglio, che è quello che ho imparato anche con i vari corsi che ho fatto con i Vigili del Fuoco, è aprire la porta e chiedere: “C’è qualcuno?!” a voce alta, “Avete bisogno di aiuto?”, il silenzio e sentire se veramente qualcuno risponde, cercare di guardare in basso: il fumo va in alto, quindi, se è possibile, in basso si vedrà se qualcuno è disteso e ha perso i sensi.  Voi dovete fare questo. Poi la cosa importantissima, che dico per ultima, ma è la prima cosa da fare. Se siete in una situazione del genere (quindi aprire una porta e entrare in un ambiente), assicuratevi di avere qualcuno alle vostre spalle, who possa tirare voi fuori o comunque prendervi e trascinarvi via nel caso abbiate un mancamento, abbiate uno svenimento,  a causa del calore, del fumo. Non si sa mai come ci si può comportare in una situazione di pericolo o comunque di emergenza. Ma io vi ho fatto un’ipotesi; ripeto, noi non ci troveremo mai all’interno del comprensorio universitario, mi auguro, sicuramente, in una situazione del genere e soprattutto non dobbiamo mai metterci in una situazione del genere. Noi dobbiamo essere  tecnici, persone educated a  gestire le emergenze, fare le chiamate d’emergenza in maniera corretta, quindi indicare il tipo di edificio, magari anche il tipo d’incendio, l’entità dell’incendio se lo sappiamo, dare il nome del supervisor, della persona che comunque è responsabile dell’edifico o del laboratorio che sta prendendo fuoco, cercare di trovare la persona – se presente – la persona che è preposto di quel laboratorio, di quel locale, perché quella persona darà indicazioni ai pompieri di che cosa sta bruciando, proprio per capire l’entità del fuoco, di che fuoco è. In un’officina di falegname brucerà del legno, delle vernici, dei solventi. In un chimico laboratorio  brucerà sicuramente altre cose non dell’abete o del legno. Quindi i pompieri sanno come comportarsi in determinate situazioni, noi dobbiamo dire ai pompieri quante persone sono più o meno coinvolte. Quando si fa la chiamata bisogna appunto saper dire in che varco e in che edificio noi ci si trova. Ora io vi sto parlando dall’edificio C11, quindi quando chiamo i pompieri, ma anche l’ambulanza, devo dire il varco 8, cioè, quindi prima di correre con l’estintore, prima di andare a salvare il collega, bisogna capire in che varco siamo e quale è l'edificio. Dobbiamo fare le chiamate giuste, chiamare la security che c’è all’interno dell’università (3053): loro sono le guardie giurate e sono in grado, sono addestrati a mettere i pompieri nelle condizioni di saper intervenire nella maniera più svelta possibile. Questo è, secondo me, il compito di un addetto antincendio. Poi sicuramente collaborate con i pompieri, se può magari aiutare i colleghi che sono un po’ più shaken, magari leggermente feriti o magari bisogna vedere tutte le sfumature dell’emergenza, ecco. Adesso io vi posso fare migliaia di esempi, ma l’emergenza poi può avere mille sfumature, mille sfaccettature, mille tipi di incendio. Quindi è importante essere anche in grado di spiegare ai pompieri, ma anche a noi stessi, che tipo di incendio, l’entità dell’incendio, ma che cosa sta bruciando; questo sicuramente è importante. Un’altra cosa importante è, appunto, sapere che tipo di incendio è, ma perché? Perché per un incendio di un pannello elettrico, per esempio, sapremo benissimo, (mi auguro tutti) che non possiamo usare l’acqua, che è una delle prima cose che si pensa: “L’acqua è la cosa più logica per estinguere un incendio”, ok. Ma se un pannello elettrico sta bruciando, capirete benissimo che un secchio d’acqua  fa da ponte, quindi rischiate veramente di rimanere folgorati. Quindi capite benissimo che estinguere gli incendi è “scontato”, ma non è per niente così scontato, quindi saper valutare sempre le emergenze, saper intervenire sempre in maniera coerente, pesare e pensare sempre le emergenze. Un’altra cosa sicuramente importante è la coperta antifiamma. Le coperte antifiamma sono presenti più o meno in tutti gli edifici. Ora, in edificio C11, da dove vi sto parlando adesso, che è un edificio prettamente consisting of laboratori chimici e biologici, le coperte antifiamma si trovano in ogni laboratorio e le usiamo anche per far vedere agli studenti come banalmente si può spegnere un principio di incendio, sottolineo un principio di incendio, un piccolo focolaio, con una semplice coperta, senza l’uso di estintori o… Un piccolo vaso di latta, io uso un piccolo vaso di latta, facciamo un piccolo fuoco, con un po’ di cherosene e un po’ di benzina, e due persone prendono le estremità e appoggiano sopra l’incendio una semplice coperta di lana, che è una coperta antifiamma, ma è una semplice coperta di lana che abbiamo tutti a casa, cosa succede? Essi spezzano il famoso triangolo del fuoco, quindi tolgono l’ossigeno all’incendio e l’incendio si auto estingue, si spegne, perché gli togliamo l’ossigeno. Dopo pochi secondi, 5 o 6 secondi, in base all’entità e all’altezza delle fiamme, noi toglie la coperta e l’incendio è spento. Quindi vedete che anche con poco, senza l’estintore, si può "domare" tranquillamente un piccolo incendio, senza l’uso di estintori; questo vi dico, l’importante è, questo mi hanno insegnato tutti i corsi che ho fatto, saper valutare l’entità dell’emergenza; che sia l’emergenza di un incendio, di un terremoto, di una persona che si sente male, sempre riflettere, valutare sempre bene quello che si sta facendo, quello a cui si sta andando incontro, questa è la cosa più importante. Le coperte antifiamma nei laboratori sono anche attaccate a degli armadietti rossi che vengono posizionati sulle pareti. Questo perché, purtroppo (it non dovrebbe mai succedere, mi auguro), it può capitare però che una persona che viene inavvertitamente investita da uno schizzo di acetone tecnico, quindi un solvente molto infiammabile (faccio un esempio banale); poiché lui viene invaso da questo solvente anche negli occhi, quindi lui non vede più e si muove in maniera caotica - diciamo che una persona nel laboratorio non dovrebbe mai stare da sola. Quindi non si dovrebbe mai trovare in questa situazione, c’è sempre una persona che dovrebbe sapere come aiutarle lui, ma si gira e inavvertitamente tocca una piastra rovente oppure un bunsen, ancora peggio, con una piccola fiamma. Il suo corpo, ovviamente, prende fuoco immediatamente, perché questa persona dovrebbe essere pregna di acetone tecnico. Quindi lui diventa purtroppo una torcia umana. Per la temperatura, i vestiti iniziano a prender fuoco, il suo lab camice inizia a prendere fuoco, e questa persona, invasa dalle fiamme, ovviamente non ha il senso di dove girarsi, di come aiutarsi, noi dobbiamo aiutarla. La coperta antifiamma è fatta apposta per wrapping, nel vero senso della parola, la persona. La blanket, è posizionata sul muro a altezza uomo, circa; noi bisogna togliere via uno spago e la blanket esce come una specie di sipario, una specie di telo, e it deve essere avvolta dentro questa persona; anche qua ovviamente il fuoco viene privato dell’ossigeno che ci circonda nell’ambiente, quindi il fuoco si spegne. Le coperte antifiamma funzionano in questo modo e esse sono un dispositivo di emergenza molto valido e sicuramente l’incendio in questo caso verrà domato e voi salverete la vita alla persona.

Nel the caso vi troviate in un edificio pubblico, o, per esempio, in un edificio dell’università e vi accorgete che c’è un start di incendio, una cosa che potete sicuramente fare, una volta stabilito che l’incendio realmente sta bruciando, è rompere il vetro di plastica sopra al pulsante rosso, dentro alla scatola attaccata al muro con la printing "allarme incendio". Il vetro è di plastica ed è un vetro anti taglio, quindi vuol dire che, rompendolo, non rischiate di tagliarvi. Rompendo quel vetro, voi attivate un allarme: il segnale è mandato a una centralina che comanda tutto il sistema di antincendio. Prima di tutto, il segnale di allarme arriva agli uffici delle guardie giurate e poi scattano anche tutta una serie di altri allarmi. Per esempio, nell’edificio da cui io vi sto parlando, i.e. l’edificio C11, some porte sono controllate elettricamente dalla centralina dell’antincendio, tramite delle calamite: per esempio, le porte che chiudono gli lifts, proprio perché in caso di incendio gli lifts must not essere usati. Si tratta di doors blu, chiamate REI, i.e. porte che trattengono l’incendio all’esterno (o all’interno): per esempio, nei pianerottoli, ci sono dei portoni grandi, sempre di colore azzurro, che scorrono automaticamente nel caso di un incendio e bloccano tutti quanti i piani. Poi ci possono essere anche dei sistemi di autospegnimento, che sono sempre attivati dalla centralina. Loro non sono in questo edificio; in alcune biblioteche, ci possono essere dei sistemi di spegnimento particolari, attivati sempre dalla centralina. Poi un’altra cosa, che sicuramente è importante fare nel the caso avvistiate un incendio, è quello di cercare di avvisare più persone possibili e anche cercare di trovare le persone che sono formate, come il firefighting personnel, i preposti o i responsabili dell’edificio in cui vi trovate. Devono essere avvisati in modo che possano chiamare o il 3053, che è il numero delle guardie giurate, oppure i firefighter, i.e. il numero 115, in the appropriate way e quindi in maniera più chiara possibile, comunicando da which passaggio devono entrare, la via, il type di edificio e tutte questo tipo di informazioni, which sono sicuramente importanti per i firefighters che dovranno venire qui.

Un altro pezzo di equipaggiamento antincendio, cui sto andando a talk about adesso, o meglio, pezzi di equipaggiamento antincendio (ce ne sono due di loro), oltre agli estintori, sono gli idranti ed i naspi, dislocati in tutti gli dell'università edifici. Iniziamo con gli idranti: gli idranti sono all’interno di armadietti o cassette rosse, sono forniti di una nozzle e una manichetta avvolta su se stessa. La manichetta è fornita di un bocchettone maschio e di un bocchettone femmina. It takes three people per usare l’idrante: perché? Perché uno deve aprire l’acqua, mentre uno tiene la nozzle in mani e la usa per l’incendio e l’altro gli sta dietro, nel the caso la nozzle malauguratamente gli sfugga di mani oppure comunque controlla che il tubo non get entangled. Let's fare una preliminary statement: raramente gli idranti ed i hoses sono usati nel campus dell’università, perché se noi had to usare naspi o, ancora peggio, idranti, vorrebbe dire che siamo davanti a un incendio grosso, quindi i Vigili del Fuoco sarebbero sicuramente già sul posto. Parliamo delle differenze sostanziali tra idrante e the hose: per usare l’idrante, ci deve essere una persona che nell’armadietto apre la valvola dell’acqua. Il hose è dotato di una nozzle con una valvola sopra, quindi l’utilizzatore stesso apre la valvola e dà il via al getto d’acqua. Nel caso dell'idrante, le persone devono get organizzarsi: per esempio, la persona che usa la nozzle deve avere una presa salda e gridare per esempio “Via” e l’altra persona vicino all’armadietto apre l’acqua. Moreover, le persone devono essere formate per usare l’idrante. Why? Perché il naspo ha una pressione sicuramente molto bassa, mentre l’idrante ha una pressione di 12 bar, quindi una pressione di uscita di 30 litri d’acqua al secondo e you need to avere una presa molto salda. Il getto di un idrante è attorno ai circa 20 metri d’acqua e cosa è in più provocheremo un grande allagamento, quindi, prima di usare un idrante bisogna, pensarci un po', non è così scontato da utilizzare esso e i damages risultanti sono importanti. Inoltre, aggiungerei un’altra cosa: se ci siamo di fronte a un incendio su apparecchiature elettriche, sappiamo benissimo che è sicuramente sconsigliato utilizzare l’acqua. Quindi, prima di usare un idrante, interverremo con gli estintori a powder, o, ancora meglio, estintori a CO2.

PROVA DI EVACUAZIONE, Giorgio Sclip, tecnico

La drill di evacuazione serve a testare in concreto una serie di misure, di procedure che sono pianificate in un primo momento, per verificare cosa succede. Il risultato di una drill di evacuazione può anche evidenziare una serie di criticità: questo non deve spaventare. È meglio pianificare alcune procedure in anticipo e tentare di metterle in atto, anche con degli insuccessi, piuttosto che non fare niente, trovarsi in una situazione di emergenza e non sapere assolutamente cosa fare. Quindi una drill di evacuazione serve a testare il piano di emergenza. Il piano di emergenza è un documento, cartaceo, una relazione, che qualcuno ha pianificato, nella quale lui/lei ha cercato di definire i compiti di ogni persona in ogni possibile situazione di emergenza. La drill di evacuazione serve proprio a verificare se questo progetto, chiamiamolo pure così, porta ai risultati sperati. Da un altro punto di vista, il piano di emergenza e la drill di evacuazione servono a verificare che le persone, che hanno alcuni compiti specifici, in altre parole, gli fire fighting personnel e gli first aid personnel, sappiano come agire, sappiano cosa fare e lo facciano in maniera tempestiva e produttiva. Gli fire fighting personnel e gli first aid personnel sono dei dipendenti dell’università, o dell’istitutione pubblica in cui ci troviamo, in cui siamo ospiti: sicuramente non sono dei professionisti, per cui è importante che abbiano queste occasioni per testare il compito which is assegnato a loro. Ovviamente, cercheranno di put into action quanto gli viene richiesto nella best way possibile, nella maniera più efficace possibile, però questo non è assolutamente scontato. As a matter of fact, potrebbe accadere che una persona che è parte del personale antincendio o di primo soccorso o anche all’assistenza alle persone con disabilità, ruolo che nella nostra università esiste, sia convinto di riuscire a mettere in pratica quello che gli è richiesto, però poi all’atto pratico, quando realmente una situazione si verifica, la sua reazione è assolutamente diversa da quello che lui si aspettava. A questo servono le drills di evacuazione: a verificare, a cercare di simulare una condizione di pericolo, una situazione di panico, una situazione in cui siamo forzati a reagire in maniera tempestiva. Spesso, le drills di evacuazione vengono prese un po alla leggera, nel senso che vengono presi come 5-10 minuti in cui si interrompe la lezione, si esce dall’ambiente in cui si sta facendo lezione, si anticipa l’intervallo ecc. Questa è una nostra debolezza, dal punto di vista culturale: sicuramente, in altre parti del mondo, le persone sono più abituate a convivere con l’emergenza. Facciamo l’esempio del Giappone, dove, ad esempio, il terremoto è un’emergenza all’ordine del giorno: sicuramente le prove di evacuazione vengono prese con tutt’altro spirito, ma perché? Perché l’emergenza a cui loro si riferiscono, è un qualcosa che viene percepito come assolutamente probabile, per cui è assolutamente indispensabile che tutti sappiano put into practice il piano d’emergenza. Purtroppo non siamo ancora così culturalmente avanzati nel nostro paese. Dicendo questo è un peccato, però è così; è qualcosa su cui dobbiamo sicuramente ancora lavorare. Per dire la verità, in questi anni ci sono stati dei passi in avanti: le drills di evacuazione si fanno alle scuole inferiori, fino alle scuole medie e superiori e si fanno anche all’università. Per cui è importante eseguirle con una certa serietà, anche per ricostruire in generale quello che potrebbe essere la situazione in caso di emergenza reale. Il streaming out dagli ambienti sicuramente deve esser fatto nel modo più realisticamente possibile, con una certa anche sollecitudine e non chiacchierando, allungando questa drill, perchè sappiamo che l’emergenza è qualcosa di virtuale, che non esiste realmente. A questo scopo, è anche importante dire che le drills di evacuazione vengono fatte in varie modalità: possono svolgersi nella modalità programmata ed è quella che normalmente viene utilizzata. La drill di emergenza o di evacuazione programmata viene organizzata a una certa ora di un certo giorno e tutti sanno questo. Per cui, voi saprete che il giorno X alle ore dieci, suonerà l’allarme e tutti voi dovrete uscire. Questo lo saprete in anticipo e quindi, questa è la modalità più semplice di realizzare una drill di evacuazione. Una volta che avete sviluppato una buona consapevolezza, anche una buona conoscenza di quello che bisogna mettere in pratica, certamente le drills di evacuazione verranno proposte con gradualità anche in modalità diversa, in modalità ad esempio, potrebbero essere drill a sorpresa o quanto meno semi-sorpresa drill. La drill di evacuazione verrà annunciata in un arco temporale, ad esempio, nella mattinata del giorno X ci sarà una drill di evacuazione.

[Professore] Ragazzi, volevo solo darvi un’informazione on una eventuale emergenza. Voi adesso siete studenti di questa università, frequenterete quest’aula come anche altre all’interno di questo edificio; noi siamo approssimativamente in questa zona dell’edificio centrale. In the caso di emergenza, è importante che sappiate alcune informazioni base, come avviene quando salite su un aereo o quando entrate in qualche edificio, vi viene detto cosa fare in the caso di emergenza. Anche qui, in the caso di emergenza, sentirete suonare un allarme; il suono dell’allarme è il segnale che l'edificio deve essere evacuato, cioè dire abbandonare l’edificio. Noi siamo qui, questo è l’edificio centrale, dobbiamo recarci nel cortile retrostante l’edificio principale, nel giardino adiacente all’edificio di economia e nel punto di assemblea. È importante recarsi lì, perché lì ci sarà una persona che tenterà di… e capire se tutti quanti sono usciti dall’edificio. Ragazzi che succede? Andate fuori, andate fuori! Dai forza! Bisogna evacuare! Aiutate questa mate con le stampelle, statele vicino e accompagnatela fino al punto di assemblea! Forza ragazzi! Ecco, bravi! Aiutatela, statele vicino e portatela fuori! E tu Sylvie, quando sei al punto di assemblea chiamami per dirmi se siete tutti fuori, ok? In questo modo evitiamo problemi…tu, Marco mettiti per favore davanti alla porta d’uscita e avvisami se qualcuno rientra. Grazie!

Come students, avete sicuramente alcune cose da fare, recepire alcune informazioni che potete trovare facilmente intorno a voi. Negli ambienti universitari sono facilmente individuabili sia le planimetrie di emergenza, sia i cartelli recanti i nominativi degli addetti alla squadra di emergenza. Le planimetrie di evacuazione ormai sono assolutamente diffuse in tutti gli ambienti di lavoro, loro sono quelle planimetrie, che indicano l’edificio, la pianta dell’edificio e con essa anche i percorsi da fare per raggiungere un luogo sicuro in caso di emergenza. Questi percorsi sono chiamati percorsi d’esodo, di solito sono corridoi, vani scale, che normalmente, anche in caso di incendio rimangono, ad esempio, liberi dal fumo, per cui sono percorsi consigliati. Le planimetrie di emergenza sono delle informazioni che voi dovreste consultare quando non conoscete bene l’edificio: se siete studenti del primo anno, ad esempio e vi recate per la prima volta all’università, se siete arrivati qui da pochi giorni o da pochi mesi, certamente dovreste dare un’occhiata a queste planimetrie, proprio per capire, magari, quali sono le vie che ancora non conoscete. Quindi, le planimetrie di emergenza sono planimetrie che dovete look at attentamente, quando non si conosce l’ambiente. È ovvio che dopo un certo periodo che sarete in Ateneo, che conoscete molto bene l’edificio in cui avete lezione, questo diventa superfluo. Alla stessa maniera, queste planimetrie sono da guardare ogniqualvolta ci si rechi in un ambiente che non conoscete, come un albergo, un altro ufficio, un ospedale, un ambiente in cui potreste avere difficoltà ad uscire o comunque non conoscete i sistemi o le exit routes di un certo ambiente. L'altra informazione che potete trovare facilmente intorno a voi è un cartello, che, nel caso del nostro Ateneo, chiamiamo Cartello Giallo perché è giallo, contenente l’elenco dei nominativi degli addetti alla squadra di emergenza, i.e. il antincendio personnel, il personale di primo soccorso e gli addetti all’assistenza delle persone con disabilità in caso di emergenza. Tutte queste persone formano la squadra di emergenza di Ateneo che è presente in ogni edificio. L’addetto alla lotta antincendio ha il compito di contrastare, per quanto possibile, un start di incendio, per cui avrà il compito di tentare di spegnere un start d’incendio, utilizzando, ad esempio, l’estintore più vicino. L’addetto all’assistenza delle persone con disabilità è la persona che è il vostro contact in un edificio o comunque, che può aiutarvi a gestire un’emergenza in presenza di persone disabili, ad esempio, un vostro compagno di corso che è in aula in quel momento. Un'altra informazione utile su questo cartello è il numero di emergenza, il numero 3053, che deve venir preceduto dallo 040 558 nel caso in cui la telefonata venga fatta da un telefono cellulare. Altrimenti, dal telefono fisso interno di ateneo, basta dial 3053. La persona che  risponde a questo numero telefonico fa parte di una ditta privata, una ditta di vigilanza, che effettua questo servizio 24 ore su 24, i.e. tutto il giorno. La ditta che risponde a questo numero di telefono certamente è una ditta privata, però questo non deve spaventare, perché la ditta è molto ben integrata in tutte le procedure di ateneo esistenti, abbiamo già testato varie volte questo sistema e c’è una grande interazione tra la ditta, l’ateneo e i servizi di ateneo. Cosa può fare uno studente in the caso of emergenza? In the caso di incendio? La prima cosa da fare and che any di voi può fare è quella di dare l’allarme. Se vi trovate in un ambiente dove c’è un start di incendio, dove vedete del fumo, o comunque delle fiamme o qualcosa di anomalo, certamente dovete dare l’allarme. A chi? Dovete contattare la persona addetta più vicina. Se lui/lei non fosse immediatamente reperibile, dovete contattare il numero di emergenza single di ateneo, il 3053, cioè a dire il servizio di vigilanza. Come students, avete altri compiti. Se siete, ad esempio, a lezione o in un laboratorio, avete il compito di aiutare i vostri compagni di corso che hanno qualche difficoltà. Queste difficoltà possono essere di tipo motorio, ma anche persone con disabilità sensoriali, persone cieche, con problemi alla vista o difficoltà di movimento in generale. Normalmente, al suono dell’allarme, sempre che sia verificato che l’emergenza ci sia, viene richiesto di abbandonare l’edificio, evacuare. Abbandonare l’edificio, ovviamente, potrebbe essere difficile in alcuni casi; per le persone che hanno principalmente difficoltà motorie potrebbe essere non così facile uscire, per cui, in alcuni casi, ci sono degli appositi spazi, denominati safe areas, dove le persone con disabilità sono taken. Potete vedere nelle planimetrie di evacuazione, se l’edificio in cui vi trovate è dotato di una area safe. In quel caso, la persona incaricata all’assistenza delle persone con disabilità deve rimanere con loro in questo luogo sicuro, fino all’arrivo dei soccorritori esterni. Tutte le altre persone sono obbligate a abbandonare tempestivamente l’edificio. Volevo spiegarvi quello che succede durante una drill di evacuazione, cioè nel tempo che intercorre tra quando suona il segnale d’allarme e vi viene chiesto di abbandonare il locale, l’aula, il laboratorio in which you are e il route che seguite per raggiungere il assemblea punto. Il punto di assemblea è uno spazio all’esterno dell’edificio, posto in un area assolutamente sicuro rispetto alla emergenza che si è verificata all’interno dell’edificio, dove voi dovete rimanere fino a che la drill di evacuazione non sarà finita. Questo passaggio per voi è molto importante perché permette a chi gestisce l’emergenza di mettere in pratica, nel frattempo, tutta una serie di procedure. As a matter of fact, voi non ve ne accorgete, perché abbandonate l’edificio, però chi rimane all’interno, ossia a dire la squadra di emergenza di quell’edificio composta dall’insieme di addetti più un coordinatore, cercherà di mettere in pratica una serie di procedure per risolvere l’emergenza che si è verificata e anche per limitare le eventuali conseguenze. Il primo punto, assolutamente importante, è quello di essere certi che tutte le persone abbiano abbandonato l’edificio. Una volta che avete raggiunto il punto di assemblea, è importante che voi rimaniate lì, fino a quando la prova di evacuazione non è conclusa, senza andarvene immediatamente. Why? Perché in questo lasso di tempo, permettete a chi si occupa di gestire l’emergenza all’interno dell’edificio di mettere in pratica e provare una serie di procedure che consentono di ridurre le possibili conseguenze sull’edificio e sulle persone. As a matter of fact, mentre voi state uscendo dall’edificio, c’è un gruppo di persone composto dalla squadra di emergenza di ateneo e da un coordinatore, che si occupa di fare questo. Il primo compito molto importante è check che tutte le persone abbiano effettivamente abbandonato l’edificio. L’esperienza ci insegna che spesso qualcuno rimane nei locali, anche in presenza del segnale d’allarme, anche se la maggioranza delle persone sta abbandonando l’edificio, per cui c’è qualche persona che, piano per piano, controlla nelle varie stanze, o anche per esempio nei servizi igienici, se c'è qualcuno. C’è sempre qualcuno che rimane all’interno dell’edificio per qualche motivo, o perché lui/lei non ha sentito l’allarme,o perché lui/lei era impegnato e non si è reso conto dell’urgenza di abandoning l’edificio. Questo è sicuramente un primo compito. Un altro compito è quello di assistere le persone con disabilità. Uno o più addetti all’assistenza alle persone con disabilità fanno parte della squadra di emergenza dell’edificio e hanno proprio questo compito: in caso di emergenza, mentre tutti abbandonano l’edificio, scendono le scale, percorrono corridoi. Se siamo in presenza di una persona con una qualche disabilità, sicuramente questa persona avrà più difficoltà di altre in leaving l’edificio; per cui lui/lei deve essere aiutata, deve essere assistita e non abbandonata, per questo motivo qualche persona avrà questo compito. Un altro compito che viene svolto dalla squadra d’emergenza è quello di chiudere porte e finestre, proprio per separare in una qualche misura l’ambiente in cui c’è il fire start dalle vie di fuga, dai corridoi, dagli spazi comuni. Un altro compito a carico delle persone incaricate alla lotta antincendio è quello di tentare di spegnere il start d’incendio, tentare di agire immediatamente per riuscire a spegnere il fire start. Come si fa? Ovviamente utilizzando l’estintore, che è presente in tutti i workplaces. Questo è un compito demandato proprio a chi ha una specializzazione pratica su questo argomento. Un’emergenza potrebbe causare degli infortuni, ci possono essere delle persone che hanno subito un infortunio o che, anyway, si sono fatte male. In questo caso, il personale di primo soccorso tenterà di relazionarsi con questa persona per capire se è possibile agire subito e limitare i danni, o, come invece è spesso più probabile questo avvenga, capire cosa fare nell’attesa dell’arrivo dei soccorritori esterni, cioè di dire di professionisti che possono realmente occuparsi di una persona injured. Nel frattempo, qualcuno farà una telefonata di emergenza ai soccorritori esterni e questo è molto importante. La telefonata di emergenza è un passaggio fondamentale che bisogna sperimentare: è importante provare a telefonare al 115 o al 118 e dare le informazioni corrette, affinché i soccorritori esterni, che siano i Fire Fighters, piuttosto che la Croce Rossa, il regionale 118, arrivino tempestivamente sul posto e con i mezzi giusti per intervenire, ad esempio, l’autoscala, piuttosto che un furgoncino più piccolo, oppure il 118 con a bordo un cardiologo, se siamo in presenza di un arresto cardiaco. Per questo motivo, bisogna assolutamente provare la telefonata di emergenza. Questo viene anche fatto durante una drill di evacuazione. Dopo la telefonata, il compito non è finito: è assolutamente importante che qualcuno vada outside in the strada a ricevere i soccorritori esterni, both per conducerli al posto dove è l’emergenza e dove si trova l’infortunato, o dove c’è stato il fire start, and anche spiegando cosa è successo. Se ci si trova in laboratori, officine, in ambienti dove ci sono, ad esempio gas, o impianti elettrici sotto tensione eccetera, gli addetti hanno il compito di bloccare, chiudere le valvole di gas oppure togliere la corrente, togliere la tensione e fermare le apparecchiature in funzione. Cioè a dire, mettere in sicurezza il laboratorio e i locali che saranno abbandonati. Può anche accadere che in molti edifici universitari ci siano operai di ditte esterne che lavorano durante la giornata. Potrebbe accadere che, durante un’emergenza, in quell’edificio ci sia una ditta che sta eseguendo un lavoro, ad esempio una copertura sul tetto di un edificio. È compito degli addetti sapere questo e quindi anche avvisare la ditta che sta lavorando all’interno dei locali universitari di queste emergenze e dargli tutte le indicazioni previste nel piano di emergenza. Un'altra cosa che deve fare la squadra d’emergenza è reperire immediatamente il piano di emergenza, perché contiene una serie di informazioni utili e preziose per i soccorritori esterni, cioè tutta una serie di informazioni che sono utili a chi deve intervenire in alcuni specifici locali, laboratori, magazzini, perché danno le informazioni su sostanze infiammabili, dove sono le bombole, quindi sicuramente aiutano a intervenire avendo ben chiaro quali sono le varie situazioni all’interno di un edificio. Un altro compito della squadra di emergenza è quello di bloccare le uscite, o meglio bloccare le entrances. C’è the tendenza, specialmente durante le drills di evacuazione, una volta che si è usciti dall’edificio, a rientrare dopo qualche minuto, per cui è un compito importante anche questo, far sì che nessuno ritorni dentro all’edificio. Questo è tanto valido sia durante la drill di evacuazione, ancora di più durante un emergenza reale, cioè uno non potrebbe non accorgersi che all’interno di quell’edificio, se viene dall’esterno, è successo qualcosa, per cui quest’operazione riveste anche la sua importanza. Torniamo ora al punto di assemblea. Mentre gli addetti all’emergenza stanno facendo tutte queste operazioni che vi ho spiegato, voi rimanete lì in attesa, ma in attesa di cosa? In attesa che queste procedure di emergenza vengano eseguite. Il fatto di rimanere nel punto di assemblea è importante perché permette di poter tentare di verificare se tutte le persone che erano nell’edificio, sono realmente uscite. E in questo senso è possibile aiutare la squadra di emergenza dell’edificio a capire se il controllo all’interno dei vari locali deve essere fatto per andare a cercare qualcuno dentro all'edificio. È possibile abbandonare il assembly point, soltanto quando il coordinatore dell’emergenza avrà dichiarata che la drill di evacuazione è conclusa.

DIALOGHI

[professore]: Bene.

[ragazza]: Chi fa il coordinatore?

[professore]: Allora, posso coordinare io le operazioni…

[ragazza]: Posso andare io a provare a domare l’incendio?

[professore]: Benissimo, ok.

[ragazzo]: Posso andare a controllare che i piani siamo tutti quanti vuoti, va bene?

[professore]: No, no, assolutamente no, vai con lei e provate a spegnere l’incendio,questa è un’operazione che si deve fare in due.

[ragazzo]: Ok, va bene.

[ragazza]: Andiamo.

 

[ragazzo]: C’è un incendio, c’è un incendio in un’aula, non riusciamo a gestirlo, è incontrollabile, cosa possiamo fare?

[professore]: Sì, sì grazie, I see… allora prendi il piano di emergenza che è lì nel cassetto, che controlliamo alcune cose riguardo ai laboratories, altre informazioni?

[Febe]: L’aula è invasa dal fumo, il fumo andrà presto fuori dal corridoio ed è impossibile praticamente spegnere l’incendio…

[ragazza]: Cosa facciamo noi?

[professore]: Allora, ci sono persone con disabilità?

[ragazza]: No. A quest’ora non c’è nessuno.

[professore]: No? Ok. Benissimo. Allora direi vai a chiudere gli ascensori, per cortesia, bloccali…

[ragazza]: D’accordo.

[professore]: …e invece tu vai a verificare i piani alti, verifica che non ci sia più nessuno all’interno delle aule.

[Febe]: Perfetto!

[ragazza]: Ok. Andiamo!

[Febe]: Andiamo, via!

[professore]: Ottimo, benissimo, poi fatemi sapere, grazie!

 

[ragazzo]: Eccolo, l’ho trovato, questo è il piano di emergenza.

[professore]: Ok, bene, prova…benissimo, vediamo… qui… ok, ecco, vedi? Al primo piano c’è un laboratory…

[ragazzo]: Ok…

[professore]: La valvola, bisogna chiudere la valvola esterna al laboratorio.

[ragazzo]: Benissimo.

[professore]: Vai, vai subito tu! Bene, bene, ottimo!

 

[professore]: Ciao? Sì, io sto telefonando dalla portineria dell’Edificio A, lato sinistro… volevo segnalare che c’è un incendio nell’aula didattica al piano terra, è iniziato durante la lezione ed è abbastanza grande, quindi bisogna chiamare urgentemente i Fire Fighters… e dopo andate al varco per condurli direttamente qui, perché la cosa è abbastanza seria. Ho mandato due persone a tentare di domare l’incendio però non so ancora, sto aspettando… comunque telefonate intanto. Grazie!

 

[ragazzo]: Ragazzi, controllate se manca qualcuno!

[ragazza]: Sì, ci siamo tutti!

[ragazzo]: Ah no! Forse manca quello con la barba…

[ragazza]: Ah, Giulio! Ok, devo chiamare il professore…

[ragazzo]: Sì, chiamate il professore…

[ragazza]: Hello?

[professore]: Hello? Sì, it's me.

[ragazza]: Prof, manca qualcuno, Giulio!

[professore]: Va bene, ok, adesso vediamo cosa possiamo fare… ok? Grazie, grazie, benissimo!

[ragazza]: Ah, va bene, lo cercate voi… ok.

[ragazzo]: Ah, lo cercano loro, benissimo.

 

[ragazzo 1]: No, fermo, fermo, c’è un incendio, non puoi passare!

[ragazzo 2]: Ma… devo passare!

[ragazzo 1]: Mi hanno detto di presidiare l’edificio, non puoi entrare.

[ragazzo 2]: Sì, ma ho lasciato là il computer, devo…

[ragazzo 1]: No, non puoi! No assolutamente no, c’è un incendio.

[ragazzo 2]: Vabbè, non importa.

 

[professore]: Allora, Febe, fammi un favore: ho appena ricevuto una telefonata da parte di… c’è uno studente che non si trova, era presente nelle aule e non si trova qui al primo piano. Puoi, per cortesia, andare e vedere se lo trovi?

[Febe]: Certamente!

[professore]: Poi torna qui a riferirmi, grazie!

[Febe]: Va bene, ciao!

[professore]: Benissimo, grazie!

 

[professore]: Hello? Parlo con il laboratorio 126? Sto chiamando dalla portineria dell’edificio centrale, non so se vi siete accorti, ma c’è un’emergenza al piano terra, c’è stato un incendio in un’aula, proprio sotto di voi, per cui il fumo sta salendo, salirà tra poco anche da voi... sì, esattamente, bisogna mettere in sicurezza il laboratorio, quindi chiudere tutte le valvole di gas, bloccare gli estrattori delle cappe, chiudere la porta ed evacuare. Benissimo, ok, grazie, grazie, buongiorno.

 

[professore]: Parlo con la sezione tecnica? Sto chiamando dalla porter's lodge dell’edificio centrale. C’è stato un incendio, un start d’incendio, qui nell’edificio centrale, al piano terra. Io telefono perché mi è stato riferito che ieri, al piano interrato, c’erano degli operai di una ditta che stava lavorando con delle bombole per delle saldature, può essere? Yes? Volevo solo avvisare e chiedervi di contattare  la ditta velocemente per secure tutto. Bene, benissimo, io sono qui comunque, rimango in portineria. Grazie!

 

[ragazza]: O mio , avete visto quanto fumo c'è?

[ragazzo]: Sì, sì, …

[ragazza]: That's scary!

[ragazzo]: Io aiutavo lei!

[ragazzo]: Adesso stanno cercando Giulio…

[ragazza]: Sì, sì, cercano Giulio…

[ragazzo]: Speriamo che lo trovino…

[ragazza]: Eh sì…speriamo!

[ragazzo]: Ma cosa è andato a cercare?

[ragazza]: Non lo so, vediamo…

[ragazzo]: Ah, forse il suo computer! Sta scrivendo la sua tesi!

[ragazza]: Oh my goodness, la tesi! Mesi di lavoro…

[ragazzo]: Speriamo bene per lui!

 

[ragazzo]: Respiravo il fumo, oh my…mi sembrava di stare soffocando!

 

[professore]: Come è andata, come è andata? Sei riuscita a fare quello che ti ho chiesto?

[ragazza]: Ho bloccato tutti gli ascensori, è tutto a posto!

[professore]:Benissimo, ottimo, tu, Fabio?

[Fabio]: La valvola del gas è stata chiusa.

[professore]: Ottimo, benissimo! Allora,vi chiedo ancora una cosa: c’è stata la segnalazione, uno studente era al primo piano ma non si trova lì, nè al assemblea punto. Ho mandato Febe a vedere cos’era successo, ma non è ritornata ancora, sono già passati un quattro minuti, andate a vedere assieme, ma rimanete assieme… poi tornate qui. Grazie, benissimo, ottimo, ottimo.

[ragazzi]: Si, ok, va bene, andiamo subito.

 

[ragazzo]: Stare qua è noioso …

[ragazza]: È vero…

 

 

[professore]: Oh, bene, bene, bel lavoro, grazie ragazzi, grazie! Come state? Non troppo bene… bene, comunque avete fatto una cosa che non dovevate fare, rientrare dentro senza avvisare nessuno, you endangered la salute e la sicurezza di altre persone. Comunque, adesso qualcuno vi accompagnerà… puoi accompagnarli al punto di assemblea? Grazie, benissimo, grazie, grazie, ottimo.

 

[ragazzi]: Giulio! Ah, eccolo Giulio!

[ragazzo]: Fatelo sedere! Come l’hai trovato?

[ragazzo 1]: Era dentro l’edificio!

[ragazzo]: Ma cosa stavi facendo, Giulio?

 

 

[professore]: Hello? Sto telefonando sempre dall’edificio centrale, ci sono anche due persone intossicate dal fumo e quindi c’è da chiamare anche il 118. Fate voi? Bene, ok, ottimo, grazie.

 

Cosa potete fare come students, come potete aiutare durante un’esercitazione antincendio, una drill di evacuazione del vostro edificio? Quello che vi viene richiesto è eseguire le procedure, così come previsto. Se avete una qualche competenza specifica, se, per esempio, avete effettuato qualche corso antincendio della Protezione Civile o altri enti, sicuramente, la vostra esperienza sarà utile. Lo stesso vale per un’esperienza in campo sanitario, come, ad esempio, se avete fatto qualche corso di primo soccorso e avete competenze in questo settore. La vostra competenza deve essere comunicata a un membro qualsiasi della squadra di emergenza dell’edificio e sicuramente, verrete considerati in un’eventuale gestione dell’emergenza. Quando siete al assembly punto, all’esterno dell’edificio, potete essere utili in un’altra maniera: in caso di emergenza vera, non è improbabile che qualche vostro collega sia preso dal panico, dallo stress per l’esperienza. Per cui, se qualcuno di voi se la sente, certamente può tentare di calmare, aiutare chi si trova in questa situazione particolare di stress psicologico. Le persone che si occupano delle persone con disabilità in ogni edificio sono a conoscenza di situazioni di persone con note e certificate disabilità, per le quali si sono pensate delle procedure specifiche in caso di emergenza. Ovviamente, le disabilità non sono soltanto di questo tipo: chiunque di voi potrebbe avere una gamba o un ginocchio rotto ed essere costretto a venire a lezione con le stampelle, per cui potenzialmente ognuno di noi potrebbe diventare un disabile, seppur temporaneo. Dovete sapere che questo tipo di disabilità non è preso in considerazione nel piano di emergenza, o meglio, è preso in considerazione, ma non si è pronti a gestirle, quindi è molto importante che siate proprio voi avvisare qualcuno della squadra di emergenza che in sala studio, in aula, in laboratorio, c’è un vostro compagno con questo tipo di disabilità, o con una qualche difficoltà per la quale va richiesto uno specifico aiuto. Può capitare che, mentre la sirena d’allarme sta suonando, some of you is in laboratorio. Il laboratorio, come sapete e come potete immaginare, è un’ambiente ad alto rischio, sicuramente con un rischio superiore di tutti quelli di altri ambienti universitari, per cui bisogna avere ben presenti le procedure per secure il laboratorio. Cosa vuol "to secure un laboratorio" mean? Ovviamente, dipende dai casi, però genericamente it vuol dire interrompere tutte quelle attività che possono peggiorare l’emergenza, come, ad esempio, interrompere l’erogazione della corrente elettrica, quindi togliere la tensione a tutte le apparecchiature. è possibile farlo tempestivamente? Sì, no, dipende, dipende dall’esperimento che si sta portando avanti, dipende dall’operazione che sta facendo la macchina. Bisogna fare rapidamente questa valutazione, ma chi lavora nel laboratorio certamente lo sa fare. In alcuni laboratori è presente una linea di adduzione del gas, per cui è molto importante che chi opera nel laboratorio sappia dove è la valvola che consente di interrompere l’erogazione del gas, sia a quel laboratorio, o in caso di emergenza ancora più diffusa anche, ad esempio, all’intero edificio. Queste sono operazioni fondamentali da fare: ovviamente, questo è un discorso generale ed è importante avere un tidy laboratorio. Un laboratorio in cui vige il caos, dove ci sono sostanze di vario tipo in disordine e in quantità sconosciute, o attrezzi o utensili sporchi, eccetera non aiuta. La situazione di confusione, di poco ordine non aiuta a capire cosa bisogna fare. Un laboratory o un’officina tidy, invece, renderanno più semplice capire cosa fare e come agire in assoluta tempestività. In caso di emergenza, è facile capire che la tempestività è qualcosa di fondamentale, perché possono bastare pochi secondi, decine di secondi per passare da una situazione che è ancora controllabile, a una situazione che è assolutamente incontrollabile. Quindi è importante sapere cosa fare, poche e molto semplici operazioni, però da compiere in maniera molto, molto veloce. Questo discorso vale in un laboratorio all’università, ma vale ovviamente anche a casa vostra e forse posso raggiungere tutti, by dicendo questo: se nella vostra cucina di casa lasciate una pentola sul fuoco e l’olio prende fuoco, dovete sapere come fare per put out rapidamente quel start d’incendio, per togliere il gas e per togliere la corrente elettrica. Sicuramente, a casa vostra voi sapete dove sono questi interruttori o queste valvole. è assolutamente importante che, anche nel laboratorio che frequentate all’università dove magari passate una bella fetta della giornata, voi sappiate dove sono questi safety equipment.

EVACUAZIONE CON DISABILI, Elisabetta Azzoni, SPP

All’interno delle sedi universitarie, nelle aule o nelle aule studio è possibile trovare studenti con disabilità. In caso di emergenza e quindi necessità di evacuazione, è indispensabile ricordarsi che queste persone devono essere coadiuvate, aiutate nella fuga. Ci sono delle disabilità che sono più evidenti, come può essere quella motoria oppure quella sensoriale come persone non vedenti e altre invece che sono meno visibili. Bisogna ricordarsi che anche una persona con una gamba rotta o comunque con le stampelle ecc. in quel momento deve essere aiutata come una persona con disabilità.

Nel caso di emergenza può accadere che, durante lo stress nel desiderio della fuga, non si aiutino queste persone, che invece non devono essere lasciate da sole all’interno delle aule. Solitamente il docente incarica alcuni compagni di aiutare gli studenti con disabilità e poi sarà l’ultimo ad uscire, però in assenza di un docente, this dovrà appunto attuarsi spontaneamente da parte degli studenti.

Nel caso di un non vedente con un cane guida un errore potrebbe anche essere quello di allontanare il cane dal non vedente; in realtà invece è sufficiente accompagnare il compagno con disabilità all’esterno e sarà il cane a seguire il padrone in maniera spontanea. Anche se lo studente ha un cane guida, è indispensabile accompagnarlo all’esterno perché potrebbe non riuscire a percepire la zona del pericolo e quindi non capire da che parte avviene l’emergenza o comunque  lui potrebbe percorrere un percorso abituale, anziché quello di esodo che invece è quello più vicino all’uscita di emergenza.

Un non vedente, non accompagnato dal cane guida, solitamente viene accompagnato nelle aule da degli studenti tutor, who hanno appunto il compito di accompagnarli per le sedi universitarie, quindi egli potrebbe non averne memorizzato i percorsi per uscire dall’edificio o comunque, come nel caso precedente, non conoscere la via di esodo e quindi vicino alla via di fuga. Anche in questo caso, quindi lo studente dovrà essere accompagnato all’esterno.

Nel caso di un disabile motorio con carrozzina (motorizzata), bisogna ricordarsi che è praticamente impossibile spingerle perché hanno un blocco che serve a farle azionare tramite motore. Quindi sarà sufficiente liberare il percorso da ostacoli, consentire di aprire le porte, togliendo gli zaini e le cose che possono ingombrare il passaggio della carrozzina, e consentire loro di uscire all’esterno. Comunque è indispensabile interazione con il disabile perché lui conosce molto bene la sua carrozzina, sa gestirla e non ha bisogno di essere aiutato proprio materialmente in quell’azione bensì [ha bisogno] di essere rassicurato per raggiungere l’esterno o comunque lo spazio definito spazio calmo, che è lo spazio in cui può stare il disabile motorio, who non può scendere le scale e who non può, ovviamente in caso di emergenza, essere accompagnato all’ascensore perché gli ascensori non devono essere utilizzati in questa situazione.

Lo spazio calm, è una zona che è isolata dall’edifico grazie a delle porte particolari che sono resistenti al fuoco e ai fumi e dove è possibile rimanere lì in attesa dell'arrivo dei soccorsi.

Nel caso invece in cui il disabile debba essere indispensabilmente accompagnato giù dalle scale, bisogna accompagnarlo cercando di sorreggerlo per le gambe e il torace, evitando che egli possa cadere in avanti o indietro e ovviamente è più semplice se ha una certa mobilità almeno degli arti superiori, altrimenti bisogna cercarlo di sorreggerlo in modo che non possa rovesciarsi.

Il caso di una disabilità invisibile, come può essere chi non può sentire il suono dell’allarme: alcuni accorgimenti nella comunicazione con una persona non udente sono quelli di non parlare contro luce in quanto c’è una necessità di leggere le labbra e contro luce risulta molto difficile, non si deve urlare perché è assolutamente e ovviamente inutile, ma anche i movimenti della bocca si distorcono, e quindi la lettura del labiale diventa molto più complicata. Nel video vengono indicati alcuni segni che stanno ad indicare parole: “fuoco”, “allarme”, “uscire”, “edificio” e che possono essere utilizzati in caso di emergenza. It is importante è parlare con calma, guardando bene in faccia la persona disabile oppure scrivere su un foglio, sul telefonino, su qualsiasi supporto indicando che c’è un’ esigenza, un’emergenza e bisogna uscire from the edificio.