Frammento di stele in calcare (47,2 x 67,3 x 19); rinvenuto nello strato
di riempimento di una fossa che ha sconvolto la tomba n. 3. Il testo è
mutilo superiormente, inferiormente e nella parte destra. L'iscrizione
presenta lettere (alt. cm 10-12) larghe, dal tratto regolare, dotate di
apicature a coda di rondine; punti di separazione di forma triangolare.
M[.]clam[---] vel M. Clam[---]
C.f. Secund[---]
uxor vel uxor[i]
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2 C sovrapposta a T verosimilmente come correzione di un errore del
lapicida.
La lacunosità del testo non permette di comprendere chiaramente
il suo contenuto. Si possono fare tre diverse ipotesi di interpretazione,
che dipendono sia dal caso in cui è espresso l'uxor della r. 3,
sia dall'integrazione da dare all'elemento onomastico riportato alla r.
1. Se uxor è al nominativo, le due righe precedenti riportano
il sistema onomastico della dedicante, per il cui gentilizio alla r. 1
i repertori onomastici non offrono alcuna possibilità di integrazione.
Se invece va integrato uxor[i], può rimanere valida l'ipotesi di riconoscere nella prima parte del testo un sistema onomastico femminile,
riferito qui alla destinataria della dedica; in alternativa, si può
pensare che il suo nome, posto all1inizio, sia andato perduto e che alle
rr. 1-2 sia riportata l'onomastica del marito che offre la dedica. Anche
in tal caso, tuttavia, non è possibile definire quale fosse il gentilizio
iniziante in Clam[---], in quanto non esistono confronti noti nei
repertori. I caratteri paleografici (M a quattro tratti, larga, con uguale
angolatura, O molto larga e R con occhiello unito all'asta verticale oltre
alla sua metà) sembrano ricondurre ad una datazione negli ultimi
decenni del I sec. a.C.
Paola Maggi