Domande troppo
difficili
E' legittimo fare domande troppo difficili? in quali contesti, per quali finalità?
Esercitazioni di comprensione del testo del tipo di quelle qui proposte non dovrebbero contribuire alla valutazione finale dell'alunno in alcuna disciplina particolare, ma costituire un monitoraggio del livello da lui o lei raggiunto nell'acquisire e manipolare informazioni (oltre che uno stimolo per l'alunno a sviluppare le corrispondenti competenze e capacità).
Somministrare domande difficili (e perciò potenzialmente troppo difficili: ma questo si può sapere con certezza solo dopo averle somministrate!) può essere una legittima sfida all'intelligenza del destinatario del test purché l'errata o mancata risposta non si convertano in voto negativo e quindi in discriminazione. Dev'esserci, cioè, libertà di esercitarsi, di provare, senza quella paura della sanzione negativa che spesso condiziona le prove scolastiche. Nel contempo, fare qualche volta qualche domanda troppo difficile può servire ad attrarre l'attenzione degli alunni su aspetti della comprensione testuale sui quali solitamente non riflettono. Purché naturalmente gli aspetti eventualmente non capiti vengano adeguatamente spiegati.
Ogni domanda che risulti di fatto troppo difficile dovrebbe essere successivamente discussa con la classe e la risposta che l'insegnante ritiene corretta dovrebbe essere opportunamente motivata. Non ci si meravigli se qualche studente rimane scettico e rimane convinto della propria interpretazione. Anzi, quest'atteggiamento può risultare positivo, se inquadrato in un'accettazione del principio che l'assegnazione di senso implicito a un testo deve essere motivata.
Si noti che se la difficoltà di una domanda dipendesse dal fatto che per rispondervi bisogna ricorrere a specifiche conoscenze extratestuali, non si tratterebbe di una domanda "troppo difficile" nel senso qui sopra descritto, bensì di una domanda che riguarda il non detto anziché l'implicito. In un test di comprensione le domande sul non detto non devono essere inserite; ovvero, possono venir inserite quando sia ammessa la risposta "Il testo non lo dice".
Se si intende rispettare una certa gradualità nella difficoltà delle domande che si propongono a un certo gruppo di soggetti (una classe), si ricordi che le presupposizioni (non eccessivamente incassate l'una nell'altra) sono in genere più facili da esplicitare delle implicature, e le implicature convenzionali sono in genere più facili da esplicitare di quelle conversazionali (a parte le implicature conversazionali che consistono nel riconoscimento di coreferenze, che possono essere facili). Sono fattori di difficoltà aggiuntiva la complessità sintattica del segmento testuale-fonte (soprattutto se comporta la subordinazione di attivatori di presupposizione l'uno all'altro: si vedano ad es. G_EGL 11, G_FCL 7), la presenza di anafore pronominali o di descrizioni anaforiche da risolvere (indicata nella colonna "Tipo" della tabella "Test somministrato e risultati ottenuti" nei file dedicati ai 5 test), l'ampiezza del segmento testuale da considerare, e la pluralità delle prospettive in gioco nel testo.
Nota bene: le domande risultate in assoluto troppo difficili (successo della classe inferiore al 40%) sono contrassegnate, nelle tabelle riassuntive dei 5 test, in colore rosso.