1. Monumenti funerari rinvenuti presso Porta Rata (Port'Aurea)


Frammenti di un sarcofago e di quattro grandi monumenti funerari sono stati trovati durante gli scavi effettuati nel 1996 presso l'Arco dei Sergi (Porta Rata) a Pola; erano buttate in disordine vicino al limite settentrionale della strada romana (corrispondente a quella odierna), a una distanza di 10-50 metri al di fuori delle mura cittadine.

1a. Frammento sinistro (cm 60 x 102 x 27), mutilo da ogni lato, della lastra frontale di un sarcofago in calcare con tabula ansata (cm 37 x 40). La superficie è rovinata e le lettere (cm 7 - 3) sono molto consunte; si notano segni d'interpunzione nell'ultima linea. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26727.




D(is) [M(anibus)]

Silvinae [---]

Prophet[a]e [---]

eius C[ri]sp(o) et Ola[---].









1b. Frammento della parte superiore sinistra (cm 96 x 96 x 26) di una grande ara funeraria in calcare con fregio dorico alto 23 cm, di cui sono conservate tre metope, riempite con fiore, bucranio e patera. Le lettere, tracciate con regolarità (cm 10 - 7,5), sono impaginate con simmetria verticale; alla linea 5 I longae in Veidi; i segni d'interpunzione sono di forma triangolare. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26728.



T(itus) Valeriu[s ---]

sibi et Tett[---]

testamen[to fieri iussit]

vac. a[rbitratu]

5 P(ubli) Cannu[ti ---]

C(ai) Veidi [---].

Un P. Cannutius Optatus è attestato a Pola come sevir Augustalis (Inscr.It. X, 1, 107). Valerii sono attestati a Trieste (Inscr.It. X, 4; 4; 53, 58; 77; 93; 129; 149; 165; 166; 338; 355), Cittanova (Inscr.It. X, 3, 57), Buie (Inscr.It. X, 3, 74), nell'agro parentino (Inscr.It. X, 2, 258), a Pola (Inscr.It. X, l, 174; l96; 217; 408, 409). Veidii sono noti ad Aquileia già nella tarda repubblica (CIL, V 1805). In base alle caratteristiche paleografiche (P ancora abbastanza aperta) e al tipo di monumento (su cui cfr. Starac, pp. 69-95, spec. p. 71) il frammento si può datare all'epoca augustea.

1c. Frammento della parte inferiore centrale di una grande ara funeraria in calcare (cm 66 x 76 x 30 ); sulla parte inferiore è conservato un tratto di fregio con palmette alto cm 27. Segni d'interpunzione triangolari nella seconda e terza linea. Le lettere (cm 7,5 - 3,5) sono tracciate con molta regolarità. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26799.

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[---]e uxori [et]

[- P]alpellio Vital[i et

[Pal]pelliae Corin[nael

lib(ertis) [lib(ertabus)q(ue)].

Sui Palpellii , già noti a Pola e in Istria come decurioni e duoviri in età repubblicana e come senatori nella prima metà del I sec. d.C. (Pola: Inscr.It. X, 1, 66; 74; 76; 312; 343-345; 606; 683; J. Sasel, "AArchSlov" 35, 1984, n. l9 = AE 1985, 439; Umago: J. Sasel, "AArchSlov" 35, 1984, n. l = AE 1985, 427 =Suppl.It. 10, 1992, n. 11; Trieste: Inscr.It. X, 4, 32), si vedano Bruun, pp. 5-23; Zaccaria, pp. 63-85; Starac, pp. 75-103, spec. p. 85; Starac, p. 70; Zaninovic, pp. 147-153, spec. 148. Per la tipologia del monumento e per la paleografia (P ancora abbastanza aperta), il frammento si può datare all'inizio del I sec. d.C.



1d. Frammento della parte inferiore destra di un'ara funeraria in calcare (cm 74 x 80 x 25) marginata con kyma e con fregio alto 36 cm ornato con foglie di acanto e fiori. Il campo epigrafico superstite misura cm 15 x 30. Le lettere (cm 5) sono regolari; sono presenti segni d'interpunzione. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26730.

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[---] f(ilio?)

[---]ni f(ilio?) et

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Per il tipo del monumento (su cui cfr. Starac, p. 74), il frammento si data alla metà o nella seconda meta del I sec. d.C.




1e. Frammento dell'angolo superiore destro di un'ara funeraria in calcare, con cornice modanata (cm 52 x 45 x 35; specchio epigrafico superstite cm 36 x 24). Le lettere sono grandi e regolari (cm 8,5 - 7.5). Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26731.


[--- v(ixit) a(nnos)]XIII

[---]lae

[---] et

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Per tipo del monumento e per l'assenza della formula D. M. il frammento si può datare nella prima metà del I sec. d. C.








2. Iscrizioni votive rinvenute reimpiegate in edifici di Pola

2a. Ara al Fons da Via dei Sergi Parte media di ara in calcare (cm 23 x 23 x 18), rinvenuta nel 1997 durante lavori nell'edificio austriaco di Via dei Sergi 27. Lettere irregolari (cm 2) con vistose apicature; T e I quasi identiche; F allungata. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26725.


C(aius) Clodi[us]

Iucund[u]s

Fonti (vac.) v(otum) s(olvit).

E' la prima attestazione nella penisola istriana di una dedica a Fons, divinità venerata nella regione nel complesso termale posto di fronte alle sorgenti del Timavo (Inscr.It. X, 4, 320 e 321). Clodii sono attestati a Trieste (Inscr.It. X, 4, 45; 49; 107-109; 397: tra cui al n.109 un Q. Clodius Iucundus) e a Pola (Inscr.It. X, l, 420; ILIug 420). In base alle caratteristiche paleografiche il frammento di data al I sec. d. C.





2b. Dedica a Hercules da Porta Ercole

Parte inferiore di ara in calcare con zoccolo modanato (cm 42 x 40 x 30; specchio epigrafico superstite cm 30 x 23), rinvenuta reimpiegata nel muro dell'ingresso della terrazza del ristorante austriaco costruito nel 1902 all'interno delle mura della città romana. Lettere di forma allungata (cm 4); I longa. Si conserva a Pola, Museo archeologico dell'Istria, n. inv. A 26732.


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[---]rus

Herculi sacr(um).






E' il sesto monumento rinvenuto a Pola dedicato a Ercole, protettore della colonia, contando anche il ritratto di Ercole sulla porta omonima (cfr. Inscr.It. X, l 4-6; "AN" 65, 1994, c. 267, n. 4, con bibliografia). Per la paleografia l'ara è databile nella prima metà del I sec. d.C.


Alka Starac


























3. Una nuova iscrizione degli Orcivii dall'agro di Pola

Si segnala solo ora il rinvenimento, avvenuto nel 1993, di un frammento d'iscrizione nei ruderi della chiesa di S. Pietro, a metà strada tra Valle (Bale) e Sanvincenti (Savincenta), nella zona centrale dell'agro polese. La pietra era nel cumulo di macerie della chiesa recente, devastata diverse volte negli ultimi cinquant'anni. Ora si trova nel magazzino del Museo di Rovigno. Ringrazio il dott. Damir Matosevic per la notizia e il permesso di pubblicarla.

Il calcare è istriano, locale, di non elevata qualità e degradato in una parte dello specchio epigrafico per una corrosione che ha consunto in gran parte le lettere. In alto è conservato un breve tratto di cornice semplicemente profilata, il che ci fornisce un dato sul campo epigrafico. Il blocco di pietra è spezzato su tutti e tre gli altri lati, in modo che mancano l'inizio e la fine delle righe, come pure la parte inferiore dell'epigrafe.

E' difficile stabilire la larghezza approssimativa del blocco di pietra, come anche la natura del monumento, ma doveva trattarsi di una semplice ara funeraria parallelipeda [cm (36) x (24) x (18)] con iscrizione sulla faccia anteriore.

Dell'iscrizione sono conservate in parte sei righe (alt. lett.: cm 4,5 - 3,5), la prima delle quali quasi completamente rovinata nella parte centrale. La superficie della pietra è molto corrosa anche nell'area della seconda riga e in parte della terza, di difficile lettura. Le tre righe rimanenti sono invece conservate in modo discreto:

Nella riga 2 si può integrare il gentilizio Orcivius, che compare poi anche nelle righe successive. Il monumento appare eretto da un Orcivius (oppure da una Orcivia) in memoria di almeno un fratello, del padre e della madre. Da notare alla riga 4 l'assenza del praenomen dopo ET. Alla riga 5 la parte finale di FLANI è abbastanza ben conservata, ma proponiamo una correzione in FLAVI, di più logica integrazione.

Gli Orcivii sono noti da altre epigrafi del territorio polese, una delle quali proviene proprio dalla stessa chiesa di San Pietro dove è stata trovata la lapide che stiamo illustrando. Si tratta di una stele aniconica, trasportata al Museo di Pola nel 1935, che era utilizzata nell'altare della chiesa (Inscr.It., X, 1, 637: P. Orcivius / C. f. Fronto / Vettidiae C. f. Maxsumae / uxsori suae / Orciviae P. f. / Quartae filiae / suae vivos possit). Gli altri Orcivii sono a Pola (Inscr.It., X, 1, 340, 341) e tra Pola e Gallesano (Inscr.It., X, 1, 600). L'altra componente familiare, quella degli Hostilii della madre, è pure nota da Pola (Inscr. It., X, 1, 289) e dai dintorni (Inscr. It., X, 1, 679, 698: Lavarigo / Loborika e Nesazio), ma sono presenti anche nell'agro parentino (Inscr. It., X, 2, 209), nell'Istria settentrionale (Inscr. It., X, 3, 63, 98, 209) e a Tergeste (Inscr. It., X, 4, 122).

Robert Matijasic