1. Nuovi frammenti delle iscrizioni inserite nella decorazione architettonica del Foro

I monumenti iscritti ritrovati nei recenti scavi nel Foro romano di Aquileia sono presentati in Maselli Scotti, Zaccaria, pp. 113-159.

Oltre a quelli già segnalati tempestivamente nel precedente Notiziario Epigrafico, tra cui spicca la base per T. Annius (cfr. «AN» 67, 1996, cc. 179-194), nel lavoro sono presentati tre frammenti iscritti, rimasti finora inediti, usciti dagli scavi condotti negli anni 1985-86 nel settore orientale della platea forense (li segnala senza dire quanti sono e senza trascriverli L. Bertacchi, «AN» 60, 1989, c. 71) e ritrovati abbandonati sul posto, che si aggiungono alle undici iscrizioni frammentarie finora note incise nei cartigli ricavati in un secondo momento (tra III e IV sec. d.C.) nella cornice modanata dei plutei decorati con ghirlande sorrette da putti e aquile, che costituiscono, insieme con i plinti con Medusa e Giove Ammone, la decorazione architettonica del Foro di fine II sec. d.C.

Si tratta, come in quelle già edite (cfr. Stucchi , Gasperini, cc. 1-36), di resti di formule onomastiche al genitivo (frr. 1b e 1c), che non permettono però né di integrare le iscrizioni già conosciute né di riconoscere nuovi personaggi.

1a. Frammento di pluteo con traccia della raffigurazione di aquile ed eroti (p. 127, n. 1 e p. 128, fig. 2), di cui si conserva parte della modanatura e della fascia iscritta

[---] + f. Gam[---];

della prima lettera (una T o una P) si conserva solo il tratto inferiore dell'asta verticale. Per l'integrazione del cognomen, se si eccettua il comunque raro Gamala, che appare praticamente solo a Ostia, gli indici onomastici forniscono pochissime possibilità, come Gamus, Gamianus, Gamidianus, Gam(m)icus, quasi tutti però nomi servili, non adeguati al contesto in cui sembra inserirsi il frammento.
1b. Frammento di pluteo (pp. 127-128 e p. 129, fig. 3), di cui, oltre a parte della fascia iscritta, si conserva un resto della ricca modanatura sottostante:

[---]nli [---].

Escludendo l'unica alternativa riportata dai repertori, il rarissimo [Aru]nli, sembra necessaria un'integrazione [Ma]nli, che pone il problema del rapporto con l'altro frammento in cui si legge L. Manli L. f. A[---] (Stucchi , Gasperini, Ia, fig. 1 e fig. 11).
1c. Frammento di pluteo (pp. 128-129 e p. 130, fig. 4), di cui, oltre alla fascia iscritta si conservano la modanatura soprastante e parte di quella sottostante:

[---]ti [---];

nessuna integrazione sembra proponibile.
Anche alla luce di questi nuovi elementi sembra sempre meno praticabile il tentativo di G. Brusin di ricostruire sulla base dei frammenti rinvenuti negli scavi del 1935 un testo continuo (cfr. Inscr.Aq. 649:

[In honorem Ti. Cla]udi [Caes(aris) Aug(usti) Germ(anici) pont(ificis) max(imi) trib(unicia) pot(estate)] VII [co(n)s(ulis) IIII et] L.Manli L.f. A[cidini Fulvia]n(i) co(n)s(ulis) coloni [et incolae] pr[o --- fecerunt]).

La presenza, tra i nomi riconoscibili, di uno dei triumviri fondatori del 181 a.C., L. Manlius Acidinus, di una titolatura imperiale (probabilmente Claudio), di due quattuorviri, di cui uno senza cognomen (e quindi, forse, ancora di età tardo-repubblicana) e uno collocabile forse alla fine del II sec. d.C., e, almeno secondo una possibile integrazione, dell'imperatore Massimiano, induce infatti a interpretare le iscrizioni come una sequenza di didascalie, forse collegate a una serie di statue iconiche, come si può dedurre dall'uso del genitivo, poste a commemorazione di personaggi collegati con la storia di Aquileia (così De Maria, p. 47).

C.Z.