Nell'ampio e ricco contributo di Maselli Scotti, pp. 137-148 sono passate in rassegna le principali tipologie di monumenti funerari, messi in relazione, quando possibile, con i sepolcreti e soprattutto con i diversi tipi di recinti noti in ambito aquileiese.
Di un certo rilievo sono il monumento dei Curii, recuperato nella necropoli di Levante alla Colombara e ricostruito nel giardino del Museo (Inscr.Aq. 1049), e la tomba ad esedra con schola, scavata a Monastero sempre nella necropoli di Levante, a cui il Meyreder, che ne propose una ricostruzione (fig. 6), attribuì un'iscrizione frutto di pura fantasia (vale viator qui transis et legis et dicis have) in quanto non riferita da nessuno degli studiosi che si sono successivamente occupati dell'edificio (è probabile che sia stata ricavata dal sarcofago di Inscr.Aq. 2163). Alla tipologia del sepolcro dei Curii va riferito, secondo l'a., anche il grande monumento di L. Alfius Statius (Inscr.Aq. 732), ricomposto, in modo non del tutto convincente, nel Lapidario.
Tra gli altari funerari sono documentati due tipi, quello parallelepipedo e quello cilindrico. Quest'ultimo in area medio e alto adriatica giunge dall'Oriente ellenistico; il più antico (fine del I sec. a.C.) dei tre esemplari aquileiesi, proveniente dalla necropoli della Via Annia, reca l'iscrizione Deum Parentum (Inscr.Aq. 16). Tra gli altari parallepipedi l'esempio più importante è quello di Q. Etuvius Capreolus (Inscr.Aq. 2744) in cui sono concentrati tutti gli elementi comuni a questo tipo di monumenti.
A proposito delle stele funerarie, l'a. considera solo il caso delle sepolture dei fanti e dei cavalieri della Legione XI Claudia e I Italica di stanza ad Aquileia tra la fine del III e gli inizi del IV sec. Le stele sono ricavate da monumenti analoghi del I sec. Tale fenomeno di riuso è noto anche nella necropoli di Levante dove P. Postumius Hilarus chiaramente riutilizzò un monumento a edicola di epoca anteriore dopo aver preventivamente eraso l'iscrizione e scalpellato il ritratto del vero proprietario.
F.M.