5. Iscrizioni sepolcrali


5a. Monumenti dalle necropoli altinati

Tirelli, pp. 175-210 fa riferimento a più testimonianze sepolcrali rinvenute ad Altino nelle necropoli disposte lungo le principali vie di comunicazione che interessarono la città.

5a1. Due stele centinate iscritte scoperte in situ agli angoli della fronte di un recinto lungo 10 piedi e profondo 30 (per il testo delle epigrafi rinvia aTirelli, p. 142, nn. 4 e 5) (pp. 177-178 e nt. 7).

5a2. Cippo confinario edito da Brusin, pp. 98-99 in cui si menziona una concessione d'acqua per innaffiare piante e fiori di un gruppo di sepolcri (p. 192 e nt. 60).

5a3. Stele originariamente parallelepipeda, trovata in reimpiego a Venezia (CIL, V 2176) il cui testo ricorda la donazione fatta al collegium centonariorum da parte di L(ucius) Ogius Patroclus del proprio recinto funerario e dei giardini annessi per averne in cambio profusione di rose (p.192 e nt. 61).

5a4. Sarcofago di [---]ia M(arci) l(iberta) Ariste che segnala la donazione fatta da [---]ia Ariste ad Attius Abascantus o al suo erede della propria area sepolcrale, compresi i cippi terminali che la delimitavano, con il relativo diritto di accesso che sarebbe perdurato anche qualora i giardini, in cui doveva essere compreso il sepolcro, passassero di proprietà (p.  192 e nt. 62).

5a5. Grande lastra rettangolare in calcare d'Aurisina, iscritta e corniciata da fregio vegetale, la cui epigrafe, oltre a dare le misure del recinto, rende noto come l'area sepolcrale, riservata anche ai membri del collegium gentilium lanariorum purgatorum, fosse dovuta alla munificenza del liberto P(ublius) Paetinius Aptus (Scarfì, Tombolani, pp. 31-32) (pp. 198-199 e nt. 96, fig. 27).

5a6. Fastigio di piccolo monumento sepolcrale in pietra calcarea edito da Ghislanzoni, «NSc», 1930, pp. 475-476, n. 22, in cui si menziona Paconia (mulieris) l(iberta) Arisbe, attualmente conservato alla villa De' Reali di Dosson (TV) (p. 203 e nt. 105).

5a7. Stele parallelepipeda (CIL, V 2071), rinvenuta a Feltre, il cui testo ricorda C(aius) Firmius Rufinus figlio di Gaio, patrono dei fabri, centonarii e dendrophori di Feltria e Berua, oltre che del collegium fabrorum altinate (p. 203 e nt. 111). A questa stele allude, riportandone la foto, anche Buchi, pp. 26-27, nell'ambito di un excursus sulle attività economiche di Feltria in età romana.

Elena Zampieri