1. Revisione e aggiornamento del corpus epigrafico iuliense
Nel 1989, epoca in cui ho iniziato la ricognizione del materiale, il panorama era piuttosto mutato rispetto a quanto registrato dalla Moro. La mancanza di un luogo di conservazione stabile e ufficiale (l'antiquarium era soggetto alla benevolenza e agli umori dei cittadini) e le vicende successive al sisma del 1976 avevano infatti avuto delle forti ripercussioni sul patrimonio epigrafico. Se si contavano, infatti, molti nuovi monumenti, alcune iscrizioni edite nella monografia del 1956 erano però scomparse. Inoltre di quelle ancora conservate si potevano proporre integrazioni e interpretazioni diverse da quelle precedentemente avanzate. Da questa prima ricognizione, oggetto della mia tesi di laurea, è nato il contributo edito nella collana dei Supplementa Italica diretta da M.Guarducci e S.Panciera (nota 2).
La stesura di questo lavoro, secondo quello che è lo schema seguito nell'intera collana, ha comportato anche una revisione e un aggiornamento delle notizie storiche. Sono stati così ridiscussi alcuni dei punti comunemente accettati dalla critica, come la nota decursio giapidica del 52 a.C. e i suoi possibili effetti sul settore settentrionale della regione o ancora il problema del rapporto tra nome e fondazione dell'abitato alpino. In particolare è stato possibile rivedere anche la questione relativa ai confini del territorio e alla possibile autonomia di certi insediamenti grazie ad alcune testimonianze di carattere epigrafico che hanno consentito dei progressi rispetto alle conoscenze precedenti.
Le novità più importanti riguardano ovviamente la sezione "Monumenti epigrafici riediti o nuovi" dove si contano oltre una cinquantina di iscrizioni in più rispetto a quelle schedate nel CIL e nei Supplementa Italica del Pais. Di particolare rilievo sono alcuni documenti di epoca repubblicana o protoaugustea da cui emerge una realtà vicanica organizzata e articolata (nota 3). Notizie della comunità iuliense fornisce anche la rilettura dell'iscrizione bronzea più frammen-taria delle due dedicate a Gaio Bebio Attico (nota 4), erroneamente ritenuta una copia di quella meglio conservata a lui donata dai norici Laianci e Saevates (nota 5). In base alla nuova lettura, sarebbero stati infatti gli Iulienses a volere la seconda iscrizione onoraria per il loro cittadino, assurto al rango equestre grazie ad una brillante carriera militare.
Sono emersi nuovi elementi anche per quanto concerne l'epoca tardoantica non solo per il centro carnico (nota 6), ma anche per gli insediamenti e il popolamento del territorio interessato probabilmente, nella parte meridionale, dalla presenza di estesi possedimenti di famiglie di estrazione senatoria (nota 7).
2. Ricerca archeologica e novità epigrafiche
Va ricordato innanzi tutto il ritrovamento di tre nuove iscrizioni sacre, tutte provenienti dall'area del Foro e dedicate a Diana Augusta, a Mars Augustus e ad una divinità di cui è andato perso il nome, che hanno non solo arricchito le nostre conoscenze riguardo al pantheon iuliense, ma costituiscono la prima testimonianza di seviri nella città alpina (dedica a Diana Augusta). A questi nuovi monumenti si aggiunge anche una stele funeraria recuperata in luogo imprecisato durante le demolizioni successive al sisma nell'area di Gemona - Osoppo.
3. I recuperi negli archivi e nei magazzini
Un ulteriore recupero di materiali dal Museo di Cividale si è verificato dopo la ricostruzione e il restauro di uno dei due clipei bronzei rinvenuti nell'area della basilica civile di Zuglio (nota 8). Tra i frammenti bronzei dei monumenti vi erano anche i resti di tre lamine finora inedite, ciascuna recante una parola incisa (nota 9), forse pertinenti alla denominazione ufficiale della città carnica.
Infine la consultazione della documentazione relativa agli scavi condotti dalla Moro nella casa tardorepubblicana adiacente alle terme e al Foro ha permesso di meglio precisare la destinazione d'uso della stanza (certamente un triclinio) nel cui pavimento è inserita l'iscrizione musiva, già edita, ma in modo parziale, nei Supplementa Italica (nota 10).
4. Il nuovo corpus epigrafico informatizzato
I vantaggi dell'adozione del programma P.E.T.R.A.E. E non si esauriscono nella possibilità di avere a disposizione una scheda su supporto informatico per una dettagliata schedatura delle iscrizioni. » infatti possibile indicizzare automaticamente i testi (smontati nelle singole componenti in formato di lista che l'operatore attribuisce alle diverse categorie grammaticali o storiche) e soprattutto avere un'immediata versione in formato Word di tutto il materiale già trattato (dal prossimo anno sarà disponibile anche un formato HTML).
In questo nuovo contributo sono riedite tutte le iscrizioni costituenti il patrimonio iuliense (non soltanto quelle posteriori a CIL e ai Supplementa Italica di Pais come nel supplemento) secondo la dettagliata scheda P.E.T.R.A.E. e corredate, quando possibile, da apparato fotografico.
Alla parte più propriamente epigrafica è premessa un'ampia introduzione storica in cui è trattata anche la storia della tradizione relativa al centro antico e quella relativa alle iscrizioni.
Chiudono l'opera dettagliati indici sia "generali", relativi a tutte le parole contenute nei testi, sia "storici", articolati nella classica articolazione secondo gentilizi, cognomi, divinità, imperatori ecc.
nota 2: MAINARDIS, pp. 67-150.
nota 3: Cfr. Suppl.It., 12, 1994, nn.12, 16, 17, 18, 19, 21.
nota 4: CIL, V 1839 = Suppl.It., 12, 1994, n. 10.
nota 6: Vedi Suppl.It., 12, 1994, n. 52.
nota 7: Cfr. Suppl.It., 12, 1994, n. 9 e la recente analisi prosopografica dei Turranii (a cui apparteneva la clarissima femina Turrania Iusta, forse sorella o zia o cugina germana del praefectus urbi del 290-291 d.C. L. Turranius Gratianus) e dei loro legami con le grandi famiglie romane di CHAUSSON.
nota 8: Vd. CAVALIERI MANASSE, pp. 293-310.