DELLE ISCRIZIONI SU INSTRVMENTVM DOMESTICVM DEL TERRITORIO DELLA VENETIA ORIENTALE
I BOLLI SU LATERIZI
1. Il censimentnto dei materiali
Il lavoro svolto finora, iniziato ormai quattro anni fa, è consistito nel censimento, ossia nella registrazione capillare e quanto più completa possibile, di tutti gli esemplari di cui fosse nota l'esistenza, quelli già pubblicati come quelli conservati presso istituzioni museali o depositi locali. La schedatura ha permesso di ottenere quello che, al momento, è il quadro più completo della presenza e diffusione dei laterizi bollati nella regione; i primi risultati dello studio, presentati al colloquio sulla produzione e commercializzazione dei laterizi nell'antichità tenutosi a Parigi nel novembre di due anni fa (nota 1), sono stati anche oggetto di una pubblicazione sintetica (nota 2).
Sono stati schedati più di 4400 esemplari di laterizi, riferibili a più di 200 marchi, mentre uno dei più recenti calcoli del probabile numero di laterizi bollati ancora inediti dell'area friulana parlava di circa 2000 pezzi divisi tra un centinaio di marchi diversi (nota 3). Rispetto a quello che dovrebbe essere il reale numero di esemplari esistente nel territorio, peraltro, la quantità dei bolli è calcolata "per difetto", principalmente a causa della lacunosità dei dati disponibili per i materiali noti solo dalla bibliografia. La raccolta dei dati ha riguardato tutto il materiale attestato nel Friuli-Venezia Giulia; dal punto di vista della divisione territoriale antica, pertanto, risultano finora schedati i materiali dei territori di Aquileia e Iulium Carnicum, mentre sono coperti ancora parzialmente quelli di Forum Iulii e Tergeste a Est e Sud-Est e Concordia a Ovest (nota 4).
2. L'informatizzazione dei dati
Una scheda di base è stata concepita per la registrazione di ogni singolo esemplare bollato. In seguito sono state preparate altre due schede, una destinata alla registrazione degli esemplari noti solo da bibliografia, e una a carattere riassuntivo, utilizzata per la compilazione del vero e proprio corpus, in cui vengono raccolte tutte le informazioni relative ad ogni marchio; è prevista anche una sorta di "sottoscheda" nel caso di marchi che presentino varianti di una certa rilevanza. Inoltre, al momento dell'autopsia dell'esemplare bollato, assieme alla compilazione della scheda si procede all'acquisizione della documentazione grafica, consistente nella fotografia dell'esemplare e nel calco del marchio. I calchi meglio riusciti e scelti tra quelli degli esemplari in miglior stato di conservazione vengono in seguito trasformati in immagini computerizzate con l'ausilio di uno scanner (nota 5); è comunque prevista la possibilità di unire ad ogni scheda il calco del relativo bollo.
La struttura della scheda informatizzata prevede l'inserimento delle diverse voci relative all'oggetto in appositi "campi"; il database permette poi la ricerca automatica di parole o parti di parole, l'indicizzazione delle voci dei singoli campi, la creazione di liste delle voci che possono interessare di volta in volta. L'impiego del computer ha permesso così di prendere in considerazione le diverse caratteristiche dei marchi; esse, analizzate poi nel loro insieme, hanno portato alla elaborazione di tabelle e statistiche e ad una serie di suddivisioni dei bolli in gruppi diversi, esaminandone e mettendone a confronto di volta in volta gli aspetti di esecuzione, paleografici, prosopografici, ecc.
3. Cronologia e prosopografia
» stato possibile, ad esempio, per quanto siano scarsi gli elementi relativi al contesto di rinvenimento e i dati paleografici siano da considerare con una certa prudenza, collocare non pochi marchi in epoche più antiche rispetto a quelle finora proposte dalla letteratura.
È stata condotta anche un'analisi prosopografica, che nella maggior parte dei casi si rivela comunque piuttosto complessa, a causa della prevalente scarsità di corrispondenze precise con i personaggi più noti dell'epigrafia lapidaria (nota 6). Ma nonostante questo, in alcune situazioni è stato possibile istituire interessanti paralleli, sia direttamente tra bolli e testimonianze dell'epigrafia lapidaria, che tra i nomi menzionati nei marchi e alcune delle gentes attestate dalle fonti più diverse (è il caso, ad esempio, dei bolli C. ARATRI, L. STATI. IVSTI, C. IVLI. AFRICANI, C. PR. CASSIANI).
4. I modi di produzione
5. I luoghi di produzione
6. Produzione e distribuzione
Altri aspetti della ricerca legati all'analisi del materiale laterizio bollato riguardano fenomeni come quello delle concentrazioni di materiale recante lo stesso marchio, che potrebbero essere spiegate come "lotti" di laterizi acquistati appositamente per la costruzione delle strutture, o come le tracce dell'esistenza di un impianto produttivo, di cui manchino ancora elementi più caratterizzanti.
In un caso si puÚ forse cogliere anche un'associazione tra proprietà del fundus e produzione laterizia: nel comune di Precenicco sono stati infatti individuati due edifici interpretabili come insediamenti abitativi, e il nome di una delle due località in cui sono avvenuti i rinvenimenti, Titiano, sembra essere un toponimo prediale di origine romana, derivante dal nomen Titius (nota 10). In tutta la zona sono ben attestati bolli laterizi riferibili alla gens Titia, e per quanto il centro (o i centri) di produzione di questi laterizi non sia stato ancora individuato, è sicuramente suggestiva l'idea di poter vedere nei resti delle villae un praedium della famiglia che sembrerebbe pertanto essersi dedicata alla produzione laterizia nella Bassa friulana.
Ulteriori aspetti della produzione laterizia possono essere colti con l'esame del materiale diffuso in un ambito territoriale. Lo studio dell'area di diffusione dei marchi ha reso possibile notare come esistettero zone che furono privilegiate da determinate produzioni e per contro rimaste probabilmente inaccessibili ad altre; zone in cui le attestazioni di produzioni diverse si sovrappongono, e così via. Si tratta di dati anche questi utili nel tentativo di cogliere le caratteristiche delle produzioni e della loro organizzazione, e comunque fondamentali per la storia economica del mondo antico.
Conclusioni
I dati attualmente a disposizione, grazie al programma informatico adottato, possono comunque essere utilizzati in diversi modi, soprattutto nell'ambito di alcuni progetti che hanno preso l'avvio negli ultimi tempi: la direzione verso cui ci si muove ora è quella della costituzione di banche dati generali, fornite di strumenti con i quali è possibile "navigare" all'interno di grandi raccolte di informazioni collegate tra loro. Così, i dati di carattere topografico, relativi alle località di rinvenimento dei laterizi, sono già confluiti nei "Monumenta Iulia Antiqua" curati dal prof. N. Zorzetti. Un prossimo passo potrebbe essere anche lo sviluppo di questo piccolo archivio informatico in modo tale da renderlo in grado di comunicare con altri archivi del genere, come i già citati "Monumenta", o con l'archivio P.E.T.R.A.E., sia per quanto riguarda le relazioni con le iscrizioni lapidee (come nel caso della comparsa di omonimie tra personaggi menzionati da iscrizioni e nomi impressi sui laterizi) che con quelle su instrumentum (nel caso di situazioni simili alla precedente, oppure di oggetti bollati che possono recare anche iscrizioni di altro genere).
nota 2: Cfr. GOMEZEL. Altre pubblicazioni hanno riguardato i materiali conservati presso singole raccolte locali: cfr. EAD., pp. 37-50 e EAD., cc. 9-64.
nota 3: Cfr. BUORA, pp. 179-186; ZACCARIA, pp. 463-473, in part. p. 463 in seguito arriva a stimare ca. 3000 esemplari.
nota 4: Ho potuto accedere ai depositi del Civico Museo e della Soprintendenza ai B.A.A.A.A.S. di Udine e dei comuni di Carlino, Marano, Palazzolo dello Stella, Rivignano, Tesis di Vivaro; concentrazioni di laterizi che non ho ancora potuto visionare sono conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale e l'¼amministrazione comunale di Porpetto (i dati relativi a questi materiali sono stati comunque desunti dagli inventari esistenti).
nota 5: Cfr. GOMEZEL, per alcuni esempi della resa delle immagini informatizzate.
nota 6: Cfr. STRAZZULLA RUSCONI, ZACCARIA, pp. 113-170; STRAZZULLA RUSCONI, ZACCARIA; BUIATTI; EAD.; ZACCARIA, pp. 301-323 (passim).
nota 7: Cfr. gli studi di STRAZZULLA RUSCONI, ZACCARIA e della BUIATTI, in particolare sui bolli tardorepubblicani.
nota 8: Si tratta dei bolli CALVIO (cfr. BUORA, pp. 194-195), HILARVS (ibid., pp. 149 e 186-197), SALVIVS (ibid., pp. 197-198), SPINTHERIS (ibid., p. 194).
nota 9: Spesso si Ë tentato di farlo riferendosi al ritrovamento anche di un solo esemplare; per avere maggiori certezze sarebbe necessario il prelievo di campioni di scarti di cottura e dei laterizi che si presume siano stati fabbricati nel luogo di raccolta degli scarti, in modo da procedere ad un¼analisi incrociata dei campioni per verificarne la somiglianza.
nota 11: GREGORUTTI, pp. 345-399.