Alla memoria di Giancarlo Susini
infaticabile visitatore, divulgatore e creatore di lapidari.

LAPIDARI NELLA RETE


I Lapidari sono luoghi privilegiati della memoria storica.
Essi conservano, infatti, i monumenti iscritti che tramandano storie pubbliche e private, grandi e piccole, incise nella pietra e nel bronzo, per essere lette dai contemporanei, ma anche per durare nel tempo.
Nella loro sinteticità "lapidaria" le scritte antiche parlano ancora ("saxa loquuntur") e raccontano di personaggi illustri, di civici amministratori, di costruzioni pubbliche, di associazioni e botteghe di artigiani, di culti pubblici e devozioni private, di vicende di gente comune fissate per l'eternità nelle lapidi funerarie: frammenti di vita di secoli di civiltà greco-romana tramandati solo con questo mezzo, ignorati dagli storici, dai romanzieri, dai poeti.
La venerazione per queste memorie ha radici antiche e la loro riscoperta e valorizzazione ha segnato una tappa importante per comprensione delle antiche società.
Le iscrizioni sono state conservate, come "sacre reliquie" sui muri delle chiese e nei recinti dei cimiteri, come preziose "anticaglie" nelle collezioni della nobiltà e della borghesia, come "memorie civiche" nelle piazze e negli edifici pubblici delle città dell'età medievale e moderna.

 

 

Molte lapidi iscritte sono ancora là dove le generazioni passate le hanno volute collocare. Altre, la maggior parte, hanno trovato via via posto nelle raccolte pubbliche e sono state sistemate nelle sezioni dei Musei a loro dedicate, i Lapidari.

 

Andare per lapidari vuol dire perciò riscoprire le tracce dell'antico passato, ma anche capire la cultura del mondo moderno, che quel passato ha conservato per decoro, per curiosità, per studio, ma che talvolta ha anche cancellato, sulla spinta di passioni civiche e politiche, di tensioni culturali e religiose.
Andare per lapidari, insomma, è un po' ripercorrere parte della nostra storia e della nostra cultura, dalle radici a oggi.

Andare per lapidari vuol dire anche viaggiare, conoscere paesi diversi di diverse culture, ma con radici comuni, e riscoprire la sensazione di essere un po' a casa anche quando intorno diversi sono i costumi, le tradizioni, la lingua.
Andare per lapidari vuol dire muoversi insieme nello spazio e nel tempo, trovare momenti di riflessione, dialogare col passato, vivere il presente con maggiore consapevolezza.
Andare per lapidari vuol dire anche lasciare i percorsi anonimi delle autostrade, che ci avvicinano velocemente alla meta prefissata, ma ci portano lontano dalla storia; vuol dire trovare le strade che portano nel cuore delle città moderne, ma anche nei piccoli paesi fuori mano, su una collina, in una valle appartata di montagna, nel mezzo di una campagna, nella corte di un castello, nella cinta del cimitero di una chiesa.
Ma trovare tutto questo non è facile.
Giancarlo Susini ci ha indicato per qualche decennio nelle sue note su "Epigraphica" la strada dei lapidari renani, spagnoli, tedeschi, narbonesi, bulgari, ungheresi e naturalmente italiani.
"Lapidari nella rete" vorrebbe riprendere con mezzi moderni quella tradizione e far tesoro di quell'insegnamento.
Il progetto mira a far conoscere i lapidari antichi attraverso la rete informatica, fornendo notizie, itinerari, spunti di interesse, curiosità, bibliografia essenziale, ma lasciando spazio alla curiosità, stimolo alla scoperta personale, al viaggio, insomma all' "andar per lapidari".
Il progetto vuol crescere con la collaborazione di tutti, raccogliendo, organizzando e divulgando informazioni su raccolte museali, su presenze di iscrizioni nelle città e nei paesi, sulla storia delle collezioni, sui cataloghi esistenti.
Per collaborare basta cliccare nella pagina introduttiva sul bottone "Contatti". E la rete comincia.
Una serie di links indirizza, inoltre, alle pagine di lapidari già esistenti in rete, dove vorremmo far ospitare un link per arrivare alla nostra pagina. E la rete si allarga.