LAPIDARI NELLA RETE
I Lapidari sono luoghi privilegiati della memoria storica.
Essi conservano, infatti, i monumenti iscritti che tramandano storie
pubbliche e private, grandi e piccole, incise nella pietra e nel bronzo,
per essere lette dai contemporanei, ma anche per durare nel tempo.
Nella loro sinteticità "lapidaria" le scritte antiche
parlano ancora ("saxa loquuntur") e raccontano di personaggi
illustri, di civici amministratori, di costruzioni pubbliche, di associazioni
e botteghe di artigiani, di culti pubblici e devozioni private, di vicende
di gente comune fissate per l'eternità nelle lapidi funerarie:
frammenti di vita di secoli di civiltà greco-romana tramandati
solo con questo mezzo, ignorati dagli storici, dai romanzieri, dai poeti.
La venerazione per queste memorie ha radici antiche e la loro riscoperta
e valorizzazione ha segnato una tappa importante per comprensione delle
antiche società.
Le iscrizioni sono state conservate, come "sacre reliquie"
sui muri delle chiese e nei recinti dei cimiteri, come preziose "anticaglie"
nelle collezioni della nobiltà e della borghesia, come "memorie
civiche" nelle piazze e negli edifici pubblici delle città
dell'età medievale e moderna.
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Andare per lapidari vuol dire perciò riscoprire
le tracce dell'antico passato, ma anche capire la cultura del mondo moderno,
che quel passato ha conservato per decoro, per curiosità, per studio,
ma che talvolta ha anche cancellato, sulla spinta di passioni civiche e
politiche, di tensioni culturali e religiose.
Andare per lapidari, insomma, è un po' ripercorrere parte della nostra
storia e della nostra cultura, dalle radici a oggi. |
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Andare per lapidari vuol dire anche viaggiare, conoscere paesi diversi
di diverse culture, ma con radici comuni, e riscoprire la sensazione di
essere un po' a casa anche quando intorno diversi sono i costumi, le tradizioni,
la lingua.
Andare per lapidari vuol dire muoversi insieme nello spazio e nel tempo,
trovare momenti di riflessione, dialogare col passato, vivere il presente
con maggiore consapevolezza.
Andare per lapidari vuol dire anche lasciare i percorsi anonimi delle
autostrade, che ci avvicinano velocemente alla meta prefissata, ma ci
portano lontano dalla storia; vuol dire trovare le strade che portano
nel cuore delle città moderne, ma anche nei piccoli paesi fuori
mano, su una collina, in una valle appartata di montagna, nel mezzo di
una campagna, nella corte di un castello, nella cinta del cimitero di
una chiesa.
Ma trovare tutto questo non è facile.
Giancarlo Susini ci ha indicato per qualche decennio nelle sue note su
"Epigraphica" la strada dei lapidari renani, spagnoli, tedeschi,
narbonesi, bulgari, ungheresi e naturalmente italiani.
"Lapidari nella rete" vorrebbe riprendere con mezzi moderni
quella tradizione e far tesoro di quell'insegnamento.
Il progetto mira a far conoscere i lapidari antichi attraverso la rete
informatica, fornendo notizie, itinerari, spunti di interesse, curiosità,
bibliografia essenziale, ma lasciando spazio alla curiosità, stimolo
alla scoperta personale, al viaggio, insomma all' "andar per lapidari".
Il progetto vuol crescere con la collaborazione di tutti, raccogliendo,
organizzando e divulgando informazioni su raccolte museali, su presenze
di iscrizioni nelle città e nei paesi, sulla storia delle collezioni,
sui cataloghi esistenti.
Per collaborare basta cliccare nella pagina introduttiva sul bottone "Contatti".
E la rete comincia.
Una serie di links indirizza, inoltre, alle pagine di lapidari già
esistenti in rete, dove vorremmo far ospitare un link per arrivare alla
nostra pagina. E la rete si allarga.
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