La dimensione internazionale e la diplomazia scientifica
Non c’è ambito dell’esperienza universitaria che non evidenzi l’importanza degli scambi internazionali, e proprio per questo tale ambito merita a sua volta una attenzione dedicata. L’apertura ad altre esperienze e, insieme, la promozione dell’Ateneo, delle sue ricerche e delle sue proposte formative all’estero sono attenzioni strutturali da coltivare. Lo sono specialmente in quest’area geografica, che non solo si colloca bel baricentro dell’Europa ma che ha conosciuto drammaticamente l’esperienza del confine che divide, e da cui ora sale forte l’invito a sviluppare quegli incontri tra studiosi e studenti che anticipano e già realizzano una cultura della condivisione tra i popoli e un cantiere per la pace.
Le sfide cruciali che caratterizzano il momento storico in cui viviamo non possono che essere affrontate in un’ottica di collaborazione e partecipazione internazionali.
Il nostro Ateneo è posto su una terra di confine e ha avuto la fortuna di condividere un pezzo importante della sua storia con realtà di primo rilievo internazionale (ICTP, TWAS, SISSA, OGS ecc.), sviluppando una particolare vocazione al dialogo e alla condivisione di strategie e obiettivi con diversi attori italiani, europei ed extraeuropei.
L’internazionalizzazione della ricerca, della didattica e dell’esperienza lavorativa è un veicolo importante per la costruzione di un futuro comune di pace e prosperità per tutti.
Il terreno fertile dal quale possiamo partire con la nostra semina è composto da molte tessere: la mobilità internazionale incoming e outgoing, le relazioni internazionali e la partecipazione alle reti internazionali; la cooperazione internazionale; il lavoro condiviso nell’alleanza europea T4EU e la diplomazia scientifica. Ne deriva un mosaico anzitutto da conoscere e su cui riflettere, per valorizzare ogni aspetto e trarne idee e prospettive.
Il progetto T4EU e il potenziamento dell’internazionalizzazione
Il progetto T4EU contando su di un’alleanza di 11 atenei, mira a rafforzare, implementare e potenziare le attività di didattica, ricerca e amministrazione degli atenei coinvolti: l’obiettivo comune è creare un’università multi-campus integrata e inclusiva, basata sui valori europei condivisi, per educare e formare imprenditori della conoscenza che possano guidare la trasformazione verso società europee sostenibili e resilienti.
La sfida che si è posto è stata quella dello sviluppo e dell’integrazione di esperienze di ricerca e didattica transnazionali, in grado di coltivare le specificità e le competenze dei diversi contesti europei, per offrire profili professionali innovativi e internazionali; valorizzare le ricchezze linguistiche e culturali europee attraverso un ricambio intergenerazionale consapevole; attivare processi di mobilità e di condivisione fra personale docente, TA e studenti per costruire cittadini/e europei.
L’adesione al progetto T4EU rappresenta un forte impulso verso l’internazionalizzazione dell’Ateneo, che deve doverosamente valorizzarla investendo in progettualità e risorse per: potenziare l’offerta didattica e dottorale, attraverso l’apertura di percorsi di doppio titolo nelle lauree magistrali e di co-tutela nei PhD; accrescere la professionalità del personale TA, in una prospettiva di scambio di competenze e procedure nell’ambito delle università dell’alleanza; attivare e rinforzare una rete di ricercatori e di esperti utile alla progettazione europea; potenziare dell’e-learning fra gli atenei coinvolti nell’alleanza, attraverso l’attivazione di piattaforme e repositories da condividere; creare di alcuni uffici virtuali condivisi quali, ad esempio, un Joint Mobility Office, un Joint PhD Office, etc.
Alimentare e dare ancora maggior linfa a queste iniziative è importante perché sono elementi fondamentali che consentono a tutta la nostra comunità (studenti, docenti e ricercatori e personale TA) di dotarsi di esperienze e strumenti per comprendere e navigare nella complessità di un mondo che si fa sempre più intricato dal punto di vista sociale, economico e politico, in una metamorfosi che rende ogni spazio d’azione caratterizzato da multilinguismo e multiculturalità.
L’internazionalizzazione, o forse meglio, internazionalità, è un elemento fondamentale non solo per la proiezione dell’Università di Trieste sul panorama globale, ma anche per la formazione di una comunità capace di non temere l’incontro con l’altro, facendone, al contrario, un punto di forza e un vantaggio nell’obiettivo condiviso di creare un mondo più dialogante e più equo.
Sebbene in questi ultimi anni sia stato fatto molto per dotare l’Ateneo degli strumenti per poter raccogliere questa sfida, garantendo alla Governance entrante una buona base di partenza, le cose da fare sono ancora molte ed è ancora tempo di semina.
Ci sono diversi sviluppi da coltivare. Oltre a mantenere viva la Commissione Internazionalizzazione, occorre garantire continuità e monitoraggio a quei flussi che sono stati già semplificati e che sicuramente continueranno a dare frutto, per esempio con l’apertura di nuovi MoU e di nuovi, conseguenti, accordi Erasmus+, con il rafforzamento del programma di mobilità Overseas.
Strategico infine sarà continuare a presidiare la partecipazione al Comitato Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS), che affianca la CRUI in diverse attività di cooperazione.
Sarà importante garantire le risorse per sostenere i bandi per Visiting Professor e per i progetti di cooperazione e di accoglienza degli studiosi e degli studenti rifugiati.
Ma la prospettiva è quella di impegnarsi anche su una serie di attività innovative, come per esempio la promozione della Diplomazia scientifica, anche come strumento per aumentare la visibilità con il MAECI e con l’Unità di Crisi della Farnesina, per garantire sempre maggiore sicurezza ai nostri studenti, ricercatori e personale TA impegnato in missioni all’estero in zone a rischio geopolitico.
Strategico sarà il potenziamento dell’ufficio Progettazione e Recruitment e dell’Unità di Staff Cooperazione allo sviluppo e Reti di Università, con l’inserimento di competenze amministrative e gestionali per la gestione dei bandi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS); questi infatti sono potenziali strumenti per ottenere finanziamenti per progetti di ricerca applicata, capacity building e trasferimento tecnologico innovativi, su temi legati agli SDG (Sustainable Development Goals) e in aree ancora poco esplorate, per “fare la nostra parte” per il raggiungimento degli obiettivi comuni di sviluppo sostenibile.
Una dimensione concretamente più internazionale e una maggiore attrattività di studenti stranieri sono gli elementi su cui puntare per sviluppare mirate politiche per la formazione, come già visto nell’ambito specifico, ma anche per bilanciare, almeno in parte, il declino della popolazione studentesca previsto per i prossimi anni e prevedibile dato l’andamento delle nascite nel nostro Paese.
Per favorire l’iscrizione ai corsi di laurea triennale o magistrale a ciclo unico da parte di studenti stranieri, l’Università – come fatto già da diversi altri atenei e da lungo tempo – potrebbe impegnarsi a istituire un percorso utile a colmare le lacune e ottenere i requisiti di ammissione richiesti per l’ingresso ai corsi di formazione superiore italiani (Foundation Year).
Il Foundation Year: un’opportunità per gli studenti stranieri
In base a quanto stabilito dal DM 270/2004 per il settore universitario, le istituzioni di formazione superiore possono organizzare attività formative propedeutiche di ingresso ai corsi di studio di Laurea, proponendo corsi ad hoc (foundation course) anche di durata inferiore ad un anno, al fine di colmare i requisiti di ammissione richiesti per l’ingresso ai corsi di formazione superiore italiani.
Il Foundation Year (FY) è pensato in generale per studenti internazionali che non hanno raggiunto i 12 anni di scolarità necessari per l’iscrizione a un corso universitario in Italia o che siano interessati a migliorare le proprie abilità linguistiche in italiano, studenti in possesso del titolo statunitense di High School Diploma (HSD) che non abbiano superato i tre “Advanced Placements” (APs) richiesti per l’immatricolazione nelle università italiane e studenti in possesso del “General Certificate of Education” (GCE) o dell’”International Certificate of Education” (IGCE) rilasciato dal Regno Unito senza essere in possesso dei 3 A-levels richiesti per l’immatricolazione nelle università italiane
L’Ateneo potrebbe istituire un FY da erogare in lingua italiana, che mira a colmare la mancanza di requisiti per l’iscrizione a corsi di studio triennali o a ciclo unico. L’impegno didattico richiesto è pari al massimo a 60 CFU, e sarebbe costituito da una base comune di 30 CFU per l’insegnamento e il rafforzamento della lingua italiana, seguita da percorsi paralleli di altri 30 CFU nelle tre diverse aree di studio (LF,PE,SH); per ciascuna area dovrebbe essere prevista l’attivazione di un numero ridotto di corsi sulle materie caratterizzanti, destinati al consolidamento delle conoscenze e della terminologia tecnico-scientifica più appropriata dei diversi Corsi di Studio. Il FY sarebbe gravato da una quota di iscrizione modulabile per le tipologie di attività che si desidera seguire (solo lingua, lingua + corsi, singoli corsi)
Per supportare adeguatamente chi arriva dall’estero – sia studenti che docenti e ricercatori –, provenienti sia da Paesi ad alto reddito, sia da Paesi a basso e medio reddito o da situazioni di crisi internazionale, occorre una strategia di accoglienza, basata su specifici servizi dedicati, a cui sia chi arriva, sia il personale interno interessato ad ospitare colleghi, possa rivolgersi per ottenere informazioni e supporto per l’espletamento delle pratiche amministrative e autorizzatorie necessarie per rendere effettiva ed efficace l’esperienza presso l’Ateneo. Già molto è fatto dal personale che afferisce al Settore Servizi Internazionali; tuttavia sarà importante investire sia nella formazione e qualificazione di quello che opera negli uffici attivati, sia ufficializzare e dotare di adeguate risorse un servizio di Welcome Office, che lavorerà in sinergia con altre strutture (ad esempio con il CLA, con il Settore servizi alla didattica) e rappresenterà un punto di riferimento importante per tutta la comunità accademica.
I servizi di accoglienza per la mobilità internazionale
L’Ufficio Progettazione e Recruitment attualmente lavora insieme agli altri attori del tavolo SIS regionale per una soluzione sistemica del problema al momento offre agli studenti internazionali un supporto di base legato alla valutazione dei titoli d’accesso ed all’ammissione; fornisce altresì informazioni supporto su aspetti non direttamente legati al reclutamento, ma che riguardano le problematiche relative al loro specifico profilo di studenti internazionali, rimanendo un punto di riferimento durante tutta la loro carriera.
L’istituzione di un vero e proprio Welcome Office (WO) che si occupi dell’accoglienza a tutto tondo degli studenti internazionali – ma anche dei ricercatori e dei docenti stranieri – consentirebbe di svolgere coerentemente attività particolarmente richieste ma che, al momento, sono subordinate alle numerose altre condotte dall’ufficio.
Un WO adeguatamente strutturato e con un personale preparato consentirebbe inoltre di sgravare il personale dei Dipartimenti, cui vengono rimandate un certo numero di attività funzionali ad accogliere studenti, ricercatori e docenti stranieri – svolte su base del tutto gratuita e volontaria. Consentirebbe un’accoglienza per tutti, supportata da professionalità opportunamente formate e competenti (per la valutazione dei titoli, per le capacità relazionali e linguistiche) che qualificherebbero la filiera dell’internazionalizzazione nella delicata fase di ingresso degli stranieri in Ateneo.
L’istituzione del WO richiede investimenti in termini di spazi, dimensionalmente e logisticamente adatti ed accessibili, ed in termini di personale numericamente adeguato sia per competenze linguistiche (inglese anzitutto, ma anche altre lingue) che per competenze inerenti all’analisi e l’elaborazione della documentazione richiesta dai vari processi (come, ad esempio, la valutazione dei titoli di studio stranieri).
Il WO potrebbe svolgere attività di facilitazione laddove i visti non venissero rilasciati in tempi ragionevoli; tale attività potrebbe trovare giovamento dalla produzione alle rappresentanze diplomatiche nei Paesi di origine – in particolare quelle che tendenzialmente rilasciano in percentuale pochi visti rispetto a quelli richiesti – di un documento di presentazione dell’Ateneo, che attesti la qualità del processo di selezione dei candidati stranieri, attraverso una qualificata procedura valutativa delle domande di iscrizione.
Il WO inoltre potrebbe prestare servizio di assistenza alla richiesta dell’ISEE, necessario per la presentazione dei sussidi ad ARDIS; potrebbe curare una piattaforma che consenta l’incrocio di domanda ed offerta di alloggi disponibili e riservati ai candidati UniTS; potrebbe fornire le informazioni per la reperibilità di medici che parlano inglese e per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, ovvero suggerire in alternativa il ricorso a un’assicurazione sanitaria laddove le tariffe fossero più convenienti del costo del contributo minimo da versare al SSN; potrebbe infine coordinarsi con il CLA per valutare le esigenze di corsi di lingua italiana cui indirizzare gli stranieri.
Il WO, infine, potrebbe predisporre un kit di accoglienza da fornire agli incoming al loro arrivo (in forma digitale e plurilingue).
Un ulteriore ambito di azione, già investito da progettualità, che occorre sostenere in futuro è quello dell’attivazione dello European Degree, imperniato sul programma Erasmus, per la cui attivazione c’è una forte spinta della Commissione Europea. Vanno garantite adeguate risorse ai due progetti pilota individuati: uno nell’ambito del programma T4EU e uno all’interno del programma Erasmus Mundus.
Alcuni spunti per proseguire nella cooperazione allo sviluppo
L’attività dell’Ateneo nel campo della cooperazione allo sviluppo ha portato a risultati di notevole impatto sia per l’arricchimento della comunità universitaria portato da ricercatori e studenti stranieri che giungono a Trieste – in particolare dalle aree a rischio geopolitico o con lo status di rifugiati -, sia per la visibilità della nostra Istituzione in campo nazionale che internazionale. Basti pensare al ruolo svolto dall’Università di Trieste nella creazione di una rete importante di rapporti con la Diplomazia Italiana ad alto livello (Unità di Crisi della Farnesina; Direzione MAECI per la Promozione Paese, diverse Ambasciate e Consolati italiani nel mondo), che ci consente oggi di puntare ad assumere un ruolo di primo piano in questo ambito nel panorama delle università italiane.
Grazie all’attività supportata con grande professionalità dall’unità di staff per la cooperazione allo sviluppo e le reti internazionali, è stato possibile partecipare a bandi nazionali e regionali che hanno permesso l’accesso a risorse finanziarie impiegate, tre le altre cose, per organizzare, eventi e workshop, ospitare rifugiati, sostenere progetti formativi e di capacity building, partecipare al progetto CRUI “Educare alla pace” e non da ultimo partecipare alla task force per la costituzione di una comunità di pratiche promossa dalla Regione FVG e lanciare i primi due bandi interni per visiting fellowships di ricerca per studiosi a rischio.
Per continuare e rafforzare il suo ruolo attivo nel campo della cooperazione allo sviluppo, l’Ateneo dovrebbe impegnarsi a sostenere:
- indagare l’opportunità di partecipare al bando UNHCR UNICORE 8.0 trovando le risorse per la copertura di due borse, come raccomandato da UNHCR, per garantire un’integrazione più facile per gli studenti eventualmente accolti;
- lavorare all’avvio di un Master in Science Diplomacy con TWAS e altri enti del territorio interessati;
- studiare la fattibilità di un percorso di foundation year per studenti internazionali, con percorsi scolastici troppo brevi per consentire l’iscrizione diretta nel nostro sistema universitario;
- la finalizzazione del processo informatico per l’integrazione della App Viaggiare Sicuri nel sistema U-WEB missioni e rivedere di conseguenza il regolamento missioni e le linee guida
il rafforzamento delle competenze interne agli uffici di Ateneo con percorsi formativi ad hoc da svolgersi presso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo o enti paralleli, e il potenziamento degli uffici coinvolti nella progettazione e attuazione dei vari progetti, ad oggi frammentata e dispersa in uffici diversi.
A proposito di “singoli problemi importanti”…
Quali sono gli elementi importanti nella “filiera” dell’internazionalizzazione?
Promuovere l’internazionalizzazione significa misurarsi con problematiche diverse, alcune affrontabili a livello di Ateneo, altre di competenza di altre Istituzioni (come, ad esempio, il rilascio dei visti). Dal versante Ateneo ci sono diversi snodi …
Come implementare l’accoglienza solidale?
Per implementare l’accoglienza solidale si deve lavorare su due fronti paralleli: a) in primo luogo restare attivamente in contatto con reti come SAR e UNHCR, oltre che con la CRUI per partecipare a iniziative comuni, che hanno il vantaggio di …
In che modo si potrebbero sviluppare i rapporti con il MAECI?
Il discorso potrebbe essere molto vasto e la questione si innesta su un terreno già fertile che, con il giusto impegno, può far crescere e mettere a frutto i rapporti col MAECI che ci lascia in eredità la governance uscente. Le strade da percorrere i…
Quali le principali criticità legate all’arruolamento degli studenti stranieri?
L’arruolamento degli studenti stranieri presenta criticità diverse. Per coloro che provengono da Paesi per cui non è necessario l’ottenimento del visto, i ritardi nel processare le richieste di ammissione sono per lo più funzione della mole di lavoro…
Come si possono affrontare le esigenze di perfezionamento delle lingue veicolari e dell’italiano per gli stranieri?
Un miglioramento della struttura del CLA e il suo potenziamento saranno utili allo scopo. In tal senso si intende proseguire sulla strada tracciata ultimamente per il suo sviluppo, impiegando le necessarie risorse per supportare strutturalmente l’ins…